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Adolescenti italiani: no al lavoro di papà. Il loro futuro sarà flessibile

Adolescenti italiani: no al lavoro di papà. Il loro futuro sarà flessibile

Gli adolescenti italiani sognano un futuro artistico, ma i report degli esperti li vorrebbero più pragmatici e flessibili. Cosa li aspetta?

Seguire le orme del padre? Non interessa più agli adolescenti italiani che non vogliono nemmeno avviare startup o fare gli imprenditori: la metà di loro vorrebbe lavorare all’estero.

Un quadro non troppo generoso nei confronti dei genitori quello che è emerso a Teen Parade, evento di Radioimmaginaria, la prima radio di adolescenti in Europa, che si è svolto a settembre 2016 a Castel Guelfo di Bologna, in collaborazione con Unindustria Bologna, il ministero del Welfare e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

I ragazzi dagli 11 ai 17 anni che sono accorsi alla manifestazione bolognese hanno risposto alle domande sul loro futuro e lo scenario che i teen hanno disegnato ha pochi ma fermi capisaldi: no al lavoro di mamma e papà per l’83% degli intervistati ai quali non piacerebbe nemmeno sporcarsi le mani costruendo una impresa in proprio, figurarsi una startup.

Agli adolescenti italiani del 2016 più che l’ambito tecnologico interesserebbero materie artistiche e creative: il 28% di loro vorrebbe lavorare nel settore della musica, del cinema o della danza. Una minima percentuale, però, sarebbe interessata anche alla scienza e alla finanza.

Non viene messo però in discussione il ruolo delle università: la maggior parte dei teen che si sono sottoposti al sondaggio preferirebbe continuare gli studi dopo le scuole superiori. Indiscutibile, poi, il fascino della scoperta del mondo e del lavoro all’estero: il 43% degli intervistati si è dichiarato disposto ad espatriare per avere successo e le mete più gettonate sono, in ordine di preferenza, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Australia, seguite dai Paesi del Nord Europa.

I ragazzi di oggi sognano, quindi, un lavoro creativo e gli esperti sembrano essere concordi nel delineare un futuro in cui non ci saranno più uffici né limiti di spazio o tempo. Secondo un report di UBS, il 75% dei lavoratori ogni mattina non si alzerà più per raggiungere il luogo di lavoro, ma potrà adempiere ai propri compiti ovunque, muovendosi da una parte all’altra e in un tempo che non sarà più scandito dalle classiche 8 ore al giorno.

L’automazione e il digital saranno parte integrante della vita dei lavoratori e il 45% circa di questi ultimi sarà freelance: gli esperti parlano, infatti, di flessibilità come base per il lavoro del futuro. Questa trasformazione è stata dettata dalla recente crisi economica che ha investito la società odierna e costretto molti dipendenti a reinventarsi un lavoro da liberi professionisti. Ed ecco che un salvagente nato per far fronte a una situazione emergenziale diventa il nuovo paradigma del mercato del lavoro.

Una caratteristica che, secondo il report di UBS, non mancherà ai ragazzi italiani sarà l’idealismo: circa otto studenti su dieci, infatti, hanno dichiarato che accetterebbero di lavorare per un’azienda impegnata per il bene della società e dell’ambiente anche se lo stipendio fosse inferiore alle loro aspettative perché ne trarrebbero una maggiore soddisfazione.

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