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Amicizie su Facebook: le principali differenze con le relazioni reali

Amicizie su Facebook: le principali differenze con le relazioni reali

La differenza tra amicizie su Facebook e relazioni reali è sempre più evidente. I rapporti sui social sono solo un'effimera realtà?

Oggigiorno il mondo digitale offre un’incredibile opportunità: intessere e intrattenere migliaia di amicizie su Facebook, per esempio, con un solo click, senza doversi spostare per vedersi né doversi guardare di persona per parlarsi.

Amicizie su Facebook e rapporti reali

In effetti, Facebook soddisfa il bisogno, propriamente umano, di affiliazione e condivisione connettendo tra loro una quantità illimitata di persone, sacrificando però gli aspetti basilari e concreti dei rapporti reali, in favore di rapporti virtuali costruiti con comunicazioni telematiche, basate anche sull’utilizzo di emoji. Insomma, ha dato vita a rapporti tanto facili da stringere quanto deboli da mantenere. Ma le amicizie su Facebook, sono vere e reali?

Come affermava a suo tempo Antoine de Saint-Exupéry ne “Il Piccolo Principe” (1942) «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici». La realtà sembra dare conferma a questo pensiero.
Sebbene, infatti, sia oggi possibile avere innumerevoli amicizie su Facebook, i rapporti reali si sono ridotti drasticamente in favore di relazioni virtuali che, cavalcando l’onda del momento, consacrano quando si è al top e scompaiono quando si ha bisogno. Non si tratta di un semplice pensiero, ma di una vera e propria evidenza scientifica.

A dimostrarlo, infatti, è uno studio condotto agli inizi del 2016 dall’antropologo Robin Dunbar, professore di psicologia dell’università di Oxford, il quale, osservando il comportamento e le relazioni virtuali di più di 3000 studenti, ha rivelato che gli utenti posseggono mediamente 155,2 amici ma che in realtà solo 15 possono essere considerati tali e 5 etichettati come amici stretti, dal momento che, in caso di “bisogno reale”, si potrebbe far affidamento solo sul 4% di loro.

Inoltre, come si legge nel report, «ci sono dei vincoli cognitivi sul social network che nemmeno i vantaggi della comunicazione online possono superare, in termini pratici tutto si riflette nel fatto che le relazioni nel mondo reale hanno bisogno di un’interazione faccia a faccia per mantenersi in vita, a differenza degli incontri casuali».

Sostanzialmente, lo studio evidenzia che le amicizie su Facebook, costruendosi semplicemente su fugaci “Mi piace” e sul mero scambio di auguri, non costituirebbero un rapporto reale, ma un’effimera illusione. Del resto, coltivare una vera amicizia richiede tempo, costanza ed energie, qualcosa che va al di là anche di Facebook: in fondo chi potrebbe considerare un vero amico una persona che si sente saltuariamente e soltanto per gli auguri?

Il discorso, quindi, si sposta proprio sulle caratteristiche fondanti dell’amicizia. Alla base delle vere amicizie ci sono qualità come la somiglianza; condivisione di ideali, pensieri, valori, giudizi e volontà e un necessario sentimento di empatia che accomuna e avvicina gli uni agli altri. Alla base delle amicizie virtuali altro non c’è che una “menzogna” che risiede nella spettacolarizzazione e teatralizzazione di sé e della propria vita, e nel mostrarsi anche per come non si è, pur di apparire “cool”. Un’evidenza di ciò sta proprio nel camuffare e nel nascondere le vere emozioni in favore di effimere sensazioni che dimostrino quanto si è alla moda mostrandosi mentre si è allegri, si brinda, si è brilli, si sta con gli amici, insomma, mentre si è sempre al top e mai per come si è realmente.

In conclusione, visto che 150 è il limite massimo di amicizie di valore che si possono intrattenere su Facebook, sarebbe bene valutare attentamente i propri “amici”, in fondo se fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, specialmente in Rete.

Emozioni vs sistema di ricompense, ovvero reale vs virtuale

Da uno studio realizzato dal  Dipartimento di Psicologia della Edge Hill University in collaborazione con i colleghi della Australian Catholic University (“Turn that frown upside-down”: A contextual account of emoticon usage on different virtual platforms), inoltre, è stata ulteriormente analizzata l’amicizia ai tempi dei social.

Utilizzando la tecnica della risonanza magnetica, il Dott. Joanne Powell, Professore Associato di Psicologia alla Edge Hill University, ha scansionato il cervello di una partecipante per ottenere dei feedbak neurali e cognitivi circa l’eventuale differenza tra “amicizia vera” e “amicizia social”. Mentre la partecipante era collegata allo scanner della risonanza magnetica i ricercatori hanno proiettato le foto dei suoi amici più stretti e quelle di conoscenti e sconosciuti per misurare l’attività nel cervello.

Quando alla partecipante sono state mostrate le immagini dei suoi amici della vita reale, l’attività cerebrale ha evidenziato attività di richiamo dei ricordi a lungo termine legati a queste persone così come le emozioni connesse ad essi. Dunque, «quando troviamo i nostri migliori amici siamo del tutto gratificati; quando, invece, usiamo i social media e vediamo gli ‘amici‘ di Facebook si attiva il nostro sistema di ricompense, ma questo non è neanche lontanamente e psicologicamente gratificante quanto l’esperienza di vedere i nostri migliori amici nella vita reale», ha concluso il dottore.

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