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Dalle più usate a cosa cercano gli utenti, una panoramica delle app di messaggistica istantanea

App di messaggistica istantanea: quale scegliere?

Il mondo delle app di messaggistica istantanea offre una possibilità di scelta in base alle proprie esigenze. Quali sono le più utilizzate e perché?

Il successo delle app di messaggistica istantanea è la prova vivente di come anche la comunicazione interpersonale sia diventata nel tempo sempre più multimediale: usiamo emoji, emoticon, gif per sopperire alla mancanza, nei messaggi di testo, di tutto quel non detto affidato, in una conversazione vis-à-vis, al linguaggio non verbale; ancor meglio, dove la punteggiatura non basta, ricorriamo a note e messaggi vocali per dar tono alle conversazioni; senza contare che raramente i testi sono solo testi (brevi) e, quasi sempre, sono accompagnati invece da immagini e video. Questa rivoluzione nel modo di comunicare tra noi è, tra l’altro, molto più transgenerazionale di quanto si immagini: la base utenti delle app di messaggistica istantanea comprende, cioè, fasce di età molto diverse, fermo restando che utenti diversi cercano caratteristiche ed esperienze di utilizzo differenti o, ancor più, scelgono le app per chattare dove sia più facile ritrovare i propri contatti (e i propri coetanei).

App di messaggistica istantanea: le preferite dagli italiani

Un’analisi più dettagliata del settore la offrono periodicamente studi e ricerche su cosa avviene in un minuto su Internet, sull’audience digitale globale, su italiani e social media e via di questo passo. Come ogni anno anche Vincos ha provato a rispondere alla domanda “quali sono le chat più utilizzate dagli italiani nel 2019?” e a venirne fuori è stato uno mercato più concentrato di quel che si potrebbe immaginare: se si considera la sola audience, infatti, le app di messaggistica istantanea riconducibili al gruppo Facebook prevalgono incontrastate in Italia e questo monopolio si fa appena un duopolio, con l’aggiunta di Telegram, se si considera invece anche il tempo di utilizzo.

Più nel dettaglio: con 31,8 milioni di utenti mensili WhatsApp è l’app per chattare utilizzata da più italiani; la sua audience è cresciuta nel secondo semestre del 2019 del +4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, incremento moderato ma che potrebbe essere segno del raggiungimento di una sorta di saturazione del mercato; l’aumento più consistente ha riguardato invece il tempo di utilizzo, con ogni utente che è stato su WhatsApp in media 25 ore e 46 minuti, l’82% in più rispetto all’ultima rilevazione e per un monte ore che supera persino quello di ogni altra app social, complice con ogni probabilità anche la possibilità di fare chiamate o videochiamate anche di gruppo.

Messenger è, stando ancora all’elaborazione di Vincos dei dati Audiweb, la seconda app di messaggistica istantanea per numero di utenti in Italia: oltre 23,3 milioni mensili, in crescita di circa il 4% rispetto allo scorso anno. Alla base del suo successo c’è principalmente un effetto di rete: integrata com’è con Facebook, permette di essere utilizzata indipendentemente da un’utenza telefonica e, soprattutto, per contattare qualsiasi iscritto al social, che sia tra i propri amici o meno. L’incremento del +104% nel tempo di utilizzo durante l’ultimo anno, tale da far raggiungere la media di 2 ore e 33 minuti, potrebbe essere giustificato, però, soprattutto da un buon numero di utenti che sfrutta Messenger per mettersi in contatto con brand e aziende che utilizzano le proprie pagine Facebook per fare (social) customer care e dalla disponibilità di lenti e filtri personalizzati e utilizzabili anche durante le videochiamate, molto graditi a chi fa un uso più giocoso della piattaforma.

Telegram, infine, è all’ultimo posto del podio delle app di messaggistica istantanea con più utenti (10,9 milioni di italiani nel secondo semestre del 2019, il 59% in più rispetto all’anno precedente) ma con un tempo medio di utilizzo, 8 ore e 7 minuti al mese, che supera già quello di Messenger. A convincere dell’app russa sarebbero soprattutto le tutele per quanto riguarda la privacy.

app di messaggistica istantanea più usate in Italia

Il mercato delle app di messaggistica istantanea è dominato in Italia da WhatsApp, campione sia per numero di utenti attivi e sia per tempo di utilizzo medio. Fonte: Vincos/Audiweb

Come scegliere l’app di messaggistica istantanea giusta

Proprio la sicurezza sembrerebbe, del resto, almeno stando alle guide per scegliere le migliori app per chattare, un requisito minimo che gli utenti chiedono ai servizi di instant messaging: con ogni probabilità c’entra la sempre maggior frequenza con cui questi ambienti sono frequentati anche da minori, ma anche il ciclone mediatico generato da scandali come quello di Cambridge Analytica.

Tutela della privacy e corretto trattamento dei dati personali, però, non sono le sole caratteristiche di una buona app di messaggistica istantanea: per gli utenti potrebbero contare anche la possibilità di intrattenere conversazioni di gruppo, quella di chattare utilizzando chat segrete e temporanee, la presenza o meno di pubblicità all’interno della piattaforma, la disponibilità di una versione business o premium o, ancora, un’esperienza utente che sia quanto più fluida possibile anche quando si passa dalla versione mobile alla versione desktop per esempio, senza contare che soprattutto gli utenti più giovani potrebbero preferire app ibride, sul modello di TikTok, Twitch e Animal Crossing, in cui si possa chattare con amici e conoscenti, sì, ma mentre si è impegnati in altre attività, dal postare i propri contenuti al gaming.

Per tutte queste ragioni, le classifiche delle app di messaggistica istantanea più utilizzate contano in genere di una coda lunga di servizi di nicchia, ma con una base di utenti piuttosto affezionata.

WhatsApp vs Telegram: similitudini e differenze tra le due principali app di instant messaging

Vale la pena provare a fare un confronto tra WhatsApp e Telegram sulla base di alcuni parametri di cui si è appena detto, comunque, in virtù del fatto che, una per quantità di utilizzatori e l’altra per boom di tempo di utilizzo, rappresentano, come si accennava, i due soggetti del duopolio italiano nel campo della messaggistica istantanea.

WhatsApp nasce nel 2009 da un’intuizione di Jan Koum, inizialmente come modifica apportata alla rubrica per segnalare l’impossibilità di un utente a rispondere. Un origami di carta che sfreccia nel cielo, in origine simbolo di libertà, finì per dare senso visivo invece al rapido successo di Telegram: nell’agosto 2013, i fratelli Pavel e Nikolai Durov, dopo le pressioni politiche ricevute per Vkontact (il social network più utilizzato in Russia), decisero di sviluppare un servizio di messaggistica aperto al pubblico, sicuro, senza scopo di lucro o pubblicità e che avesse come mission , umanitaria è quasi il caso di dire, garantire la libertà di espressione e informazione ai propri utenti. Non a caso proprio Telegram è tanto amato dai suoi utenti, quanto spesso coinvolto in vicende controverse, per esempio per la diffusione illecita di materiale coperto da copyright: in Italia la questione si è risollevata di recente in riferimento ai canali Telegram che diffondono PDF pirata dei principali quotidiani nazionali.

Ancora oggi, comunque, una delle principali differenze tra le due app è il sistema di crittografia: Telegram utilizza un sistema client & server che permette di memorizzare i messaggi direttamente in cloud; WhatsApp sfrutta invece un sistema di crittografia end-to-end tale che sui propri server siano memorizzati solo data, ora e numero di cellulare del mittente, ma non contenuto del messaggio. In linea teorica, questo secondo sistema è il più sicuro, nonostante rimangano dubbi sugli standard utilizzati e sul modo in cui è stato implementato, oltre che sul fatto che la crittografia end-to-end di WhatsApp funzioni davvero solo su Android e non anche su altri sistemi operativi.

Altra differenza importante tra WhatsApp e Telegram è la quasi totale assenza, sulla seconda, di pubblicità e campagne di marketing. Se nel tempo, infatti, e prima ancora che venisse resa disponibile una versione business dell’applicazione, aziende e marketer hanno imparato a fare WhatsApp marketing, su Telegram i messaggi aziendali si limitano alla presenza di canali e bot aziendali e, di fatto, a sole forme di pull marketing, dal momento che è il cliente a iniziare a seguire un certo canale o a interagire con un chatbot aziendale e che in qualsiasi momento può silenziarli.

Quanto a ciò che accomuna, invece, WhatsApp e Telegram: entrambe sono, innanzitutto, ormai accessibili da tempo anche in versione desktop. WhatsApp Web non è, però, completamente indipendente dal momento che richiede l’utilizzo dello smartphone sia per l’accesso e sia per continuare con l’utilizzo, tanto che se il proprio telefono dovesse essere scarico sarà impossibile farlo. Sia che si scelga Telegram Web e sia che si opti per Telegram Desktop, invece, basta per il login il numero di telefono con cui ci si è registrati al servizio, la propria password e l’eventuale codice di controllo.

Tra le feature più apprezzate dagli utenti, entrambe le app permettono di mantenere conversazioni di gruppo: in origine il plus di Telegram era quello di poter trasformare i gruppi in supergruppi con fino a 100 mila membri, presto uguagliati però nelle funzioni dai canali broadcast di WhatsApp.

Imitarsi reciprocamente, del resto, è una strategia non nuova nel mondo delle piattaforme social e dei servizi per il web: così sono nati anzi i più grandi successi.

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