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App? Sì, solo se “APProva di privacy”

Le cinque regole del Garante sulla privacy da tenere in mente quando scarichiamo una nuova app
Ogni giorno milioni di utenti scaricano decine di app diverse sui loro dispositivi mobili, ma quanti sono davvero consapevoli di come queste applicazioni trattano i dati personali?
Che servano per la messaggistica istantanea, i giochi, l’accesso ai social o come assistenti digitali per il lavoro, l’attività o la forma fisica, infatti, quasi tutte le app hanno accesso a foto, contatti in rubrica, geolocalizzazione e persino microfono e fotocamera del dispositivo. Il rischio, così, è che dati personali e sensibili vengano inconsapevolmente trattati e condivisi con soggetti non meglio noti.
Per evitarlo? Basta seguire poche regole di buon senso che il Garante per la Privacy ricorda in queste ore con un video su Youtube, pensato proprio per sensibilizzare gli utenti più inesperti su come tutelare i propri dati quando si scaricano applicazioni.
- Leggere sempre le condizioni d’uso. Solo in questo modo si può capire, infatti, quanti e quali dati verranno raccolti dall’app e da chi, come e per quali scopi verranno trattati – in accordo con quanto prevede il vigente codice in materia di trattamento dei dati personali (D.Lgs 196/2003).
- Controllare le impostazioni per la condivisione automatica dei dati. Alcune applicazioni, specie quelle che permettono il log in attraverso i social, potrebbero condividere automaticamente dati anche sensibili come la propria posizione nel caso in cui sia attivata la geolocalizazione o informazioni sul proprio stato di salute quando si usano app per tracciare l’allenamento, il piano alimentare eccetera.
- Attenzione alla scelta del market. Per scaricare le app sul proprio dispositivo meglio scegliere store che garantiscono maggiori controlli sulla qualità del software e permettono di leggere le recensioni e i giudizi di altri utenti sulle stesse app. Se il market richiede una registrazione, poi, meglio informarsi anche in questo caso su come verranno trattati i dati personali.
- Impedire ai minori di scaricare app senza la supervisione dei genitori. I più piccoli, infatti, sono i più esposti a una raccolta e diffusione incontrollata di dati personali e sensibili.
- Parola d’ordine: consapevolezza. Prima di scaricare un’app e permettergli di accedere ai dati e alle informazioni disponibili sui dispositivi, è indispensabile assicurarsi che vengano rispettate le normative e gli strumenti a tutela della privacy. In caso contrario, quando non è chiaro per esempio chi e per quale scopo raccoglierà i dati, meglio desistere.
C’è un app per tutto, insomma, ma attenzione che sia “APProva di privacy” – come recita il claim del Garante.
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