- Marketing
- 5' di lettura
Barbie diventa più green e prova a salvare gli oceani dalla plastica

Mattel ha da poco lanciato una nuova collezione di bambole realizzate, almeno in parte, con plastica recuperata al largo delle coste e che altrimenti sarebbe finita nelle acque degli oceani. La collezione è anche un pretesto per insegnare a bambine e bambini che il rispetto del pianeta comincia dalle più semplici scelte quotidiane.
Si chiama Barbie Loves the Ocean ed è la prima collezione di Barbie fatte al 90% di plastica riciclata o, meglio, di plastica che altrimenti sarebbe finita a inquinare le acque degli oceani.
Barbie Loves the Ocean: la prima linea di bambole Mattel in plastica riciclata
Per l’ultimo «grande makeover» della propria bambola di punta – e in tempi recenti non ne sono mancati di significativi perché Barbie riuscisse ad adeguarsi ai cambiamenti radicali in atto nel mercato delle bambole – Mattel ha avviato infatti, come racconta Fast Company, una collaborazione con un’azienda statunitense che raccoglie la plastica che si accumula entro cinquanta chilometri dalla costa, in zone come la penisola di Bassa California, nel nord del Messico, dove non esistono altri sistemi smaltimento, e la trasforma in materie prime di riuso. Piuttosto che finire negli oceani a ingrossare isole di plastica e trash vortex, vecchi flaconi, bottiglie, contenitori e ogni altro tipo di rifiuto in plastica trovano nuova vita così in bambole in tenuta da mare, accessori intercambiabili, set a tema marittimo e vacanziero.
Della collezione Barbie Loves the Ocean fanno parte infatti tre diverse bambole, un set sdraio, ombrellone e gadget da mare, ma anche un chiringuito di bibite e gelati e tutto il necessario per allestire un campo di beach volley per le proprie Barbie.
Il tutto venduto a prezzi in linea con la media di quelli delle altre bambole e degli altri accessori Barbie.
Salvare gli oceani dalla plastica e le altre missioni verdi di Mattel
Da qualche anno quella di diventare più verde è per Mattel una missione corporate più che una sfida solo occasionale e “da edizione speciale”: in un mercato come quello dei giocattoli per bambini in cui, continua Fast Company, almeno il 90% degli oggetti è fatto ancora di plastica, Mattel mira a far sì che entro il 2030 il 100% dei propri giochi siano realizzati in plastica riciclata, riciclabile o di origine biologica. La strada da fare, però, sembra ancora lunga se si considera che, come sottolinea la testata, anche la maggior parte delle Barbie, quelle della collezione Fashionista per esempio, tra le più acquistate di sempre, è a oggi realizzata in plastica vergine.
Qualche passo interessante è però già stato compiuto. Da aprile 2021 esiste Mattel Playback, un programma di recupero circolare dei vecchi giocattoli, Barbie incluse, perché trattati adeguatamente possano trasformarsi in materie prime che l’azienda può riutilizzare e produrne di nuovi.
In occasione del lancio di Barbie Loves the Ocean è stata chiusa, poi, una partnership con 4ocean, un’organizzazione che si occupa di ripulire gli oceani da plastica e rifiuti di varia natura. Per ogni beaded bracelet rosa acquistato –disegnato per l’occasione e capace, forse più anche delle bambole in plastica riciclata, di risultare d’appeal anche per un pubblico di millennials , fan cresciuti o veri e propri collezionisti di Barbie – il team dell’organizzazione raccoglierà e smaltirà adeguatamente una libbra di plastica dai mari.

Acquistando lo speciale braccialetto rosa celebrativo del lancio di Barbie Loves the Ocean si aiuta l’associazione 4ocean a raccogliere plastica accumulata negli oceani e a smaltirla adeguatamente. Fonte: 4ocean
In questo modo anche Mattel entra nella conta di aziende che hanno fatto dell’inquinamento da plastica un grande tema di corporate social responsibility e, naturalmente, di comunicazione.
“Il futuro del rosa è verde”, ovvero come in casa Mattel si comunica la sostenibilità
A proposito di strategie di comunicazione – e non si può certo dire che in questi anni Mattel non abbia investito anche su un restyling della comunicazione di Barbie – le nuove bambole della collezione Barbie Loves the Ocean sono protagoniste di uno spot manifesto in cui brevemente si ripercorrono i numerosi cambiamenti vissuti da Barbie negli ultimi anni. Cambiamenti all’insegna, fin qui, soprattutto dell’inclusione e di un necessario superamento degli stereotipi di genere o legati a una certa idea di bellezza, prima che «il più grande» di tutti, così lo definisce l’azienda, sposasse la sfida della sostenibilità.
Da un vecchio flacone di plastica schiacciato a ritmo di musica, con una metafora visiva piuttosto esplicativa, ora può nascere persino una Barbie in prendisole e occhiali scuri, pronta a lanciare il messaggio che «il futuro del rosa è verde».

È un claim (“The future of pink is green“, nella versione originale) che dice molto di come uno degli obiettivi strategici del brand sia stato, negli ultimi anni soprattutto, trasformare Barbie in un role model per le diverse generazioni di bambine e bambini per cui la bambola è molto di più che un semplice giocattolo. Nel tempo, cioè, Barbie ha insegnato alle prime a impegnarsi per diventare da grandi qualsiasi cosa sognino, sia che sognino di essere un’astronauta e sia che sognino di lavorare come macchinista alla metro di Mosca o di diventare campionesse di scherma (lo ha fatto con The Dream Gap Project) e ai secondi che non devono avere paura di essere giudicati perché giocano con le bambole, principio a cui è ispirata soprattutto la linea di bambole ungendered di Mattel.
Ora le nuove bambole in plastica riciclata della collezione Barbie Loves the Ocean insegnano che uno stile di vita più sostenibile lo si può ottenere anche partendo da piccole buone abitudini quotidiane.
La pagina del sito ufficiale di Mattel dedicata alla collezione ospita alcuni contenuti informativi semplici e utili a insegnare anche ai più piccoli che ci sono azioni che si possono intraprendere subito, capaci di fare del bene al Pianeta e a se stessi, come per esempio recuperare la confezione delle Barbie come armadio per le bambole o trasformare e abbellire con il fai da te i vecchi vestiti delle Barbie secondo i cardini dell’upcycling.

Agli stessi temi, all’importanza di proteggere il Pianeta e di farlo nel quotidiano è dedicato anche un vlog: sul suo canale YouTube, con tanto di ospiti altrettanto virtuali da buona vlogger professionista, Barbie affronta il temi come quello dell’inquinamento e della salvaguardia dell’ambiente e non è certo la prima volta che lo fa allo scopo di sensibilizzare i suoi giovanissimi seguaci.
Notizie correlate

I consumatori apprezzano di più gli annunci associati a contenuti pro clima e ambiente

In IKEA il Black Friday è all’insegna della circolarità e del confronto tra generazioni

Barilla sposa la cottura a fuoco spento della pasta con una campagna, tanti testimoni vip, uno smart device

Il fotovoltaico spinge le rinnovabili in Europa (ma si può fare di più)

Mettere progressivamente al bando le tazze monouso è tra gli obiettivi sostenibili di Starbucks
