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Be Internet Awesome: Google dalla parte di genitori ed educatori per insegnare ai bambini a stare in Rete
Be Internet Awesome è l'iniziativa di Google dedicata a insegnanti e genitori: tante risorse e attività per insegnare ai bambini come stare in Rete.
La notizia è che Google ha implementato Be Internet Awesome, il suo programma di media literacy dedicato ai più piccoli, con nuove risorse e attività a disposizione sia dei genitori, sia degli insegnati che vogliano utilizzarle in classe. A guardarla bene, però, la novità di casa Google parla soprattutto della necessità avvertita da sempre più parti di rendere il web un posto a misura di bambini.
Si scrive Be Internet Awesome, si legge tante attività per insegnare ai bambini a stare in Rete
Le nuove attività di Be Internet Awesome, sei e pensate appositamente per bambini dai 7 agli 11 anni, dovrebbero aiutare i più piccoli a capire, tra le altre cose, se un sito diffonde fake news e notizie manipolate, come un’immagine o un video possono essere modificati ad arte per veicolare un certo messaggio, come può farlo anche la scelta di una caption o di un copy al posto di un altro. Disponibili già in nove lingue diverse e sia in versione online che in versione stampabile per le classi che non siano dotate di computer o tablet, più nel dettaglio quelle preparate dal team di Mountain View a uso e consumo di genitori e insegnanti sono attività come “Is that really true?” che introduce i piccoli ai più comuni strumenti di fact-checking e insegna loro a badare a dettagli come nome o nome utente di chi ha pubblicato una notizia, presenza di paratesti, date e frequenza delle condivisioni che possono essere cruciali per individuare le bufale e chi le produce. O come “Frame it” che prova ad avvicinare gli studenti più piccoli a concetti come quelli di framing e perception management , partendo dagli esempi più facili e legati ai media visuali: grazie a un semplice rettangolo di carta che può sovrapporre a piacere sulla parte di una foto o di un video, il bambino è messo infatti di fronte ai meccanismi selettivi che intervengono nella costruzione di qualsiasi storia e che non possono non incidere sulla percezione che si ha di questa.
Media literacy ed educazione civica digitale secondo Google
Il filo rosso – e l’obiettivo – delle risorse di Be Internet Awesome sembra essere, insomma, sviluppare una certa consapevolezza che porti i più piccoli a saper gestire le varie situazioni in cui possono imbattersi in Rete e a prendere, in ciascuna di queste situazioni, la decisione più intelligente. Solo una volta che avranno interiorizzato i «fondamenti della cittadinanza digitale», infatti, i più piccoli potranno «esplorare il mondo online sicuri di se stessi»: una mission, che si legge sul sito dell’iniziativa, che è anche una chiara presa di posizione da parte di Google.
Con un certo allarmismo, infatti, fin qua si è guardato alla sempre maggiore familiarità dei bambini con gli ambienti digitali e alla loro massiccia presenza in Rete, sui social network . Allarmismo in parte giustificato, certo, da notizie che volevano Instagram un luogo a rischio adescamento minori o alcuni canali di YouTube Kids popolati da video che istigavano al suicidio e ad altri gesti autolesivi. Un atteggiamento proibizionista da parte di genitori ed educatori, che si limiti cioè a vietare ai più piccoli di stare online, è lontano però dall’essere la soluzione: occorre investire in educazione civica digitale e media literacy appunto, ossia insegnare ai bambini come stare (bene) in Rete.
Ed è in vista di questo obiettivo che Be Internet Awesome, che esiste già dal 2017 e si avvale della collaborazione di alcuni dei più importanti esperti di sicurezza digitale e sicurezza online a livello internazionale, ha stilato un codice in cinque punti – l’Internet Code of Awesome – dedicato ai più piccoli, ma che a ben guardare potrebbe aiutare anche i grandi ad abitare meglio la Rete.
- Share with care è la prima regola fondamentale. Da un lato c’è, infatti, la velocità con cui le informazioni corrono in Rete e dall’altro la difficoltà, soprattutto per i più piccoli, nel distinguere dettagli e informazioni strettamente privati e che, per questo, non dovrebbero essere condivisi in Rete, specie con una cerchia di contatti che non si conosce personalmente. Il discrimine, però, è molto più semplice di quanto si riesca a immaginare: se non è giusto dire a voce qualcosa, non è giusto neanche postarla.
- Don’t fall for fake viene immediatamente dopo e mette in guardia da fake news , informazioni manipolate, notizie e opportunità che sembrano troppo belle per essere vere e, infatti, con ogni probabilità non lo sono, ma anche da tentativi di phishing e altre minacce alla sicurezza digitale.
- Tra le regole d’oro di Be Internet Awesome anche Secure your secrets, che suggerisce ai più piccoli l’importanza di scegliere delle buone password per i propri account e dispositivi e, più in generale, badare a quanto questi e le informazioni che contengono risultino al riparo dai rischi.
- Con il principio di It’s cool to be kind, Google sembra suggerire poi ai più piccoli che si può stare in Rete senza cadere nella trappola dell’hate speech o di comportamenti offensivi, discriminanti, che possano essere considerati forme di cyberbullismo. Per essere gentili anche in Rete, del resto, serve poco: basta non fare agli altri quello che non si vorrebbe fosse fatto a sé.
- È soprattutto con When in doubt, talk it out, però, che Be Internet Awesome sembra segnare il punto della questione media literacy e sicurezza dei piccoli online. Dove non possono arrivare policy ad hoc delle piattaforme o filtri come il parental control può arrivare infatti il dialogo costante e sincero non solo con i genitori ma anche con gli educatori e altri adulti significativi. Il bambino, insomma, non dovrebbe vergognarsi o voler tenere nascosto quello che fa in Rete, ma essere sicuro e confidente nel condividerlo con gli adulti.