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Chi è e cosa fa il brand ambassador? Alcuni degli esempi più famosi

Chi è il brand ambassador e in che modo può essere utile alle aziende? Ecco alcuni esempi tra quelli più famosi.
Un brand ambassador è un individuo scelto dall’azienda per rappresentare il brand al fine di migliorare l’immagine aziendale, aumentare la brand awareness e le vendite. Questa figura, con cui l’azienda ha stabilito un rapporto formale e che prevede una forma di compenso, deve rispecchiare la brand identity e i valori aziendali. Ma cosa fa, nello specifico, questa figura professionale e che importanza ha per le aziende?
Chi è il brand ambassador?
Il ruolo del brand ambassador è essere il portavoce della marca spingendo i consumatori a scoprire e acquistare prodotti di un dato brand. Per questo motivo vengono scelti opinion leader , blogger noti in uno specifico settore, celebrità, ma anche consumatori che siano fan del marca e che in qualche modo siano in grado di richiamare i valori aziendali e diventare una sorta di, appunto, ambasciatore del brand, cioè suo rappresentante. Viene stabilito, allora, un rapporto formale di medio-lungo termine con il brand, a differenza di ciò che avviene spesso nel caso degli influencer o dei testimonial , il cui ruolo tende ad essere più passivo e limitato nel tempo.
Il brand ambassador deve essere per questo ben informato sul brand e sui suoi prodotti e servizi e deve avere una voce attiva e pronta eventualmente a rispondere in maniera accurata e positiva ai consumatori. Questo può essere spesso garanzia di qualità di un prodotto, poiché i consumatori tenderanno a trasferire o associare le caratteristiche positive del personaggio al prodotto.
cosa fa un brand ambassador?
Al brand ambassador viene dunque richiesto, mediante pagamento o offerta di prodotti, di utilizzarli e di incoraggiare altri ad acquistarli, essendo in qualche modo orientati dal brand nel processo di promozione del prodotto. Come spiega Jean-Noël Kapferer in “The New Strategic Brand Management” «questi personaggi dicono molto sull’identità del brand. Sono stati scelti come il ritratto del brand […]. Loro non fanno il brand, ma determinano il modo in cui l’azienda dà vita ai tratti e alle caratteristiche della marca». In questo senso, il brand ambassador deve rispecchiare anche la personalità del brand, parte integrante della brand identity .
Oggigiorno esistono altre figure che possono essere considerate un’estensione del concetto di brand ambassador e le cui azioni non prevedono necessariamente un compenso. Tra queste va menzionata quella del brand advocate che si distingue dal brand ambassador poiché si tratta, nel caso specifico, di un cliente fedele che contribuisce al passaparola in maniera gratuita, spontanea e disinteressata, spingendo altri ad acquistare i prodotti di quella marca. Altre figure, poi, sono quelle del brand evangelist e del goodwill ambassador (per le organizzazioni non profit).
brand ambassador più famosi: ALCUNI ESEMPI
Tra i più noti brand ambassador ci sono George Clooney, da anni legato all’immagine di Nespresso, e David Bechkam, brand ambassador del brand di orologi Tudor, insieme a Lady Gaga.
Un caso più recente invece è quello di Cristiano Ronaldo, primo global brand ambassador di DAZN.
Queste figure possono aumentare considerevolmente la brand awareness e la brand reputation, specialmente se si pensa, per esempio, alla quantità di seguaci del brand ambassador Cristiano Ronaldo, che ha oltre 150 milioni di follower solo su Instagram.
Come ha spiegato il CMO dell’azienda, Johnny Devitt, in un’intervista a The Drum, è stata una scelta ovvia rendere Cristiano Ronaldo il volto di una marca come DAZN. In effetti, occupandosi di servizi di streaming online di eventi sportivi, l’azienda ha effettuato un investimento strategico: «Cristiano Ronaldo è senza dubbio una leggenda, gli appassionati lo amano e per questo abbiamo voluto lavorare con lui. Egli stesso è un grande appassionato di sport, quindi avere qualcuno del suo livello a sostenere il lavoro che stiamo facendo è straordinario», ha spiegato il CEO, James Rushton.
Come ha aggiunto Johnny Devitt, l’attività di Ronaldo nei confronti del brand non si limiterà alla mera apparizione negli spot televisivi: «se si limiterà solo a quello allora direi che abbiamo fallito dal punto di vista della creatività».
Infatti, l’attività del brand ambassador non deve fermarsi esclusivamente alla comparsa nelle pubblicità, ma deve includere forme di coinvolgimento più attive da parte della persona scelta.
Da questo punto di vista, un buon esempio è rappresentato da una delle brand ambassador di Nutella, Sara Rosso, che nel 2007 ha creato il World Nutella Day. La blogger nordamericana ha iniziato autonomamente a promuovere l’evento sul web riuscendo a coinvolgere un gran numero di altri brand lover in tutto il mondo, facendo uso dell’ hashtag #NutellaDay e organizzando degli eventi ed attività “non-ufficiali”.
Il brand, così, è arrivato a un accordo con Sara, che ha ceduto sia il sito che le pagine social dell’evento al brand Nutella. Dopo il caso di Sara Rosso sono stati lanciati diversi concorsi per la scelta di nuovi brand ambassador tra i fan della marca.
La figura del brand ambassador è dunque legata a un supporto attivo nei confronti dell’azienda e questo ruolo può essere ricoperto da un fan particolarmente entusiasta del prodotto o del brand o da una celebrità in qualche modo connessa al settore in questione o, ancora, da qualcuno che sia capace di “indossare la maglia” aziendale e raccontare agli altri perché ha deciso di farlo.
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