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Broomstick Challenge: cosa insegna la sfida (fake) delle scope che stanno in piedi su come comunicare la scienza in Rete

Migliaia di utenti hanno partecipato alla sfida virale della scopa che sta in piedi. La NASA smentisce: la Broomstick Challenge è fake.
Cosa fa entrare dritto tra gli argomenti caldi di giornata il parere della NASA sulle scope che stanno in piedi da sole, mentre pure il Paese è alle prese con un’ondata di infodemia sul coronavirus? Si chiama Broomstick Challenge, è l’ultima delle sfide virali che impazzano sul web e, sì, se guardata da vicino può dire qualcosa su cosa vuol dire (e come) fare comunicazione scientifica in Rete.
Broomstick Challenge: cos’è la nuova sfida social delle scope che stanno in piedi da sole
Come per molte sfide social – dalla Mannequin Challenge alla Ten Year Challenge – è difficile dire come sia nata davvero la Broomstick Challenge. C’è chi ha ipotizzato che si trattasse, in origine, di una delle tante sfide proposte agli utenti di TikTok e, in effetti, solo i contenuti taggati #broomstickchallenge hanno collezionato tra i tiktoker oltre tre milioni di visualizzazioni, a cui si dovrebbero sommare quelle legate ad hashtag secondari ma correlati come #broomstick, #thebroomstick, ecc.

Su TikTok ci sono ogni giorno nuove sfide con cui i tiktoker sono chiamati a misurarsi e interagire. La Broomstick Challenge potrebbe essere nata proprio così, prima di diventare virale e raccogliere milioni di visualizzazioni (dati aggiornati al 28 febbraio 2020).
Come sottolinea tra gli altri il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze – CICAP, più probabilmente è stata una sorta di “catena di San’Antonio” circolata sui social e via messaggi a convincere migliaia di italiani a provare se davvero in un giorno preciso dell’anno le scope possono stare in piedi da sole.
Broomstick Challenge: spiegazione di un fenomeno astronomico… che non lo è
Ci sarebbe, infatti, una presunta spiegazione scientifica per la Broomstick Challenge: una volta ogni 3500 anni e per poche ore l’asse terrestre raggiunge un’inclinazione tale che anche oggetti che normalmente faticano a mantenere autonomamente una posizione eretta, come le scope da pavimento appunto, riescono a stare in piedi da soli. Peccato che queste fatidiche poche ore si siano trasformate rapidamente in intere settimane: se in Italia la sfida è diventata virale infatti solo a fine gennaio, nel mondo – e negli Stati Uniti in particolare – di Broomstick Challenge si parlava già da inizio-metà febbraio.

Su Google Trends Italia le ricerche a tema Broomstick Challenge erano al terzo posto degli argomenti più di tendenza mercoledì 26 febbraio 2020, mentre nel resto del mondo e in particolare negli Stati Uniti gli utenti si stavano sfidando a colpi di scope che stanno in piedi da sole già da inizio-metà febbraio.
Video della NASA: Broomstick Challenge? Fake e ripetibile ogni giorno
Per smentire la Broomstick Challenge NASA addirittura ha realizzato un video, risalente all’11 febbraio. Secondo la pseudo spiegazione scientifica, infatti, era stata la stessa agenzia spaziale e aeronautica americana a invitare tutti a provare il curioso effetto astronomico. Ovviamente un simile annuncio non era mai avvenuto e, del resto, l’intera Broomistick Challenge è una bufala. Se è vero infatti, come spiega tra gli altri Focus, che l’asse terrestre cambia la sua inclinazione di qualche centimetro ogni anno (solare) e questo spostamento è la causa di terremoti e altri eventi naturali simili, non è certo questa la ragione perché le scope stanno in piedi da sole. «È semplice fisica», ha spiegato ancora la NASA: semplificando molto, infatti, ogni giorno dell’anno si può posizionare una scopa in modo che le sue setole fungano da “treppiede” e le permettano di stare in piedi per un breve periodo senza sostegno.
🧹 ¯_(ツ)_/¯
Astronaut Alvin Drew and scientist Sarah Noble respond to the #BroomstickChallenge, showing that basic physics works every day of the year — not just February 10th. pic.twitter.com/4TTbI3mvzd
— NASA (@NASA) February 11, 2020
A fare debunking a nome dell’agenzia spaziale tra l’altro due dei suoi scienziati, la geologa Sarah Noble e l’astronauta Alvin Drew, impegnati in un siparietto che ricorda piuttosto da vicino come gli utenti comuni sui social si sono sfidati alla Broomstick Challenge.
Quello che la sfida virale della scopa che sta in piedi da sola dice delle nostre (poche) conoscenze scientifiche
Avere bene in mente il trend del momento e provare a cavalcarlo (o più in gergo provare a fare newsjacking , come molti altri soggetti anche aziendali hanno imparato a fare nel tempo con le notizie di cronaca); dargli un volto, meglio se facilmente riconoscibile, e personalizzare il messaggio; evitare tecnicismi e spiegazioni complicate e usare, se possibile, metafore immediatamente comprensibili ma senza che questo voglia dire comunque cadere nell’approssimazione; ancora, optare per un linguaggio semplice e un tono informale, oltre a essere brevi: potrebbero essere queste della buone pratiche quando si comunica la scienza in Rete, dove le soglie di attenzione sono particolarmente basse e il rumore piuttosto alto, o si prova a smentire le bufale scientifiche. Buone pratiche che soggetti ufficiali e istituzionali sembrano aver imparato, tra l’altro, dai tanti science influencer e dai piccoli divulgatori scientifici che, dai propri account social e con messaggi pensati per un consumo distratto, veloce, “in mobilità”, provano ogni giorno a superarne il tecnicismo e a rendere la scienza a portata di tutti, almeno nei suoi risvolti più pratici sulla vita quotidiana, sia che si tratti di spiegare davvero perché non è una strana congiunzione astrale che fa stare le scope in piedi da sole, sia che si tratti invece di spiegare le migliori accortezze contro influenze stagionali o infezioni virali atipiche.
Certo, tra i tanti post taggati #BroomstickChallenge solo su Instagram per esempio, pochi sono quelli da cui risulta chiaramente che la sfida è solo una bufala, per quanto non pericolosa e potenzialmente letale per i partecipanti come altre che in passato sono diventate virali sui social (dalla Blue Whale Challenge alla Tide Pod Challenge).
Non manca il solito real time marketing : c’è Ikea, per esempio, che ricorda ai suoi clienti che ha da sempre soluzioni per mantenere in piedi le scope tutti i giorni dell’anno e Durex che gioca, invece, su un doppio senso tanto esplicito quanto scontato.
Con BORSTAD non serve aspettare altri 3500 anni per fare la #BroomChallenge. #SiamoFattiPerCambiare
Posted by IKEA on Thursday, February 27, 2020
Ogni mattina, pausa pranzo, pomeriggio, sera, dopocena e notte.#durexItalia #durex #broomchallenge #broomstick #broomchallenge2020
Posted by Durex on Thursday, February 27, 2020
La maggior parte dei post, però, è costituita da post di chi ha provato davvero a far star le scope in piedi da sole in cucina, in bagno, nel ripostiglio della propria casa, magari anche se razionalmente convinto di quanto fake fosse la Broomstick Challenge. Solo narcisismo, voglia di apparire o addirittura paura di perdersi qualcosa a cui tutti gli altri nel frattempo stavano partecipando? C’è chi ha sottolineato come non sia casuale che questa sfida delle scope che stanno in piedi sia diventata virale in un’Italia in piena emergenza coronavirus, come una sorta di antidoto alla paura o, molto più verosimilmente, come una sorta di divertissement durante giorni di pausa forzata. Il pasticcio di serio e faceto, di formale e scherzoso del resto è tipico della fenomenologia da social media, quella di tutti i giorni.
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