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Burger King propone una nuova dieta per le mucche per ridurre le emissioni di metano

Burger King propone una nuova dieta per le mucche per ridurre le emissioni di metano

Puntare alla riduzione dell'inquinamento modificando la dieta delle mucche: è questa la nuova iniziativa di Burger King per far fronte a un problema che riguarda anche gli altri operatori del settore.

«Visto che siamo parte del problema, stiamo lavorando per diventare parte della soluzione»: è con questa frase e con una simpatica canzone in stile country che la catena americana di fast food annuncia, nel nuovo spot, il proprio impegno nel combattere il cambiamento climatico. Tenendo questo obiettivo in mente, Burger King propone una nuova dieta per le mucche, pensata per cercare di ridurre eruttazioni e flatulenza di questi animali e così diminuire le emissioni di gas metano nell’atmosfera.

Burger King propone una nuova dieta per le mucche (per ridurre ERUTTAZIONI e flatulenzA degli animali)

Con il nuovo spot dal titolo “Cows Menu“, la catena di fast food annuncia la volontà di cercare una soluzione per un problema che riguarda l’intera industria, ossia quello dell’impatto ambientale della carne. Secondo alcuni esperti, il metano, un gas serra prodotto da animali ruminanti come le mucche, sarebbe 86 volte più dannoso dell’anidride carbonica per l’ambiente. Nello specifico, si tratterebbe di un sottoprodotto della digestione di questi animali, rilasciato principalmente attraverso le eruttazioni (anche se in una ridotta percentuale anche attraverso flatulenza).

Trattandosi di una catena di fast food che vende specialmente carne bovina, nella nuova campagna l’azienda ammette la propria responsabilità ma anche la volontà di contribuire a risolvere il problema, almeno in parte: secondo un report della FAO, il bestiame sarebbe responsabile del 14.5% delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo, mentre la produzione di carne bovina e di latte ne rappresenterebbe circa il 9%.

Per questa ragione Burger King propone una nuova dieta per le mucche, frutto di ricerche condotte da ricercatori provenienti dell’Autonomous University of the State of Mexico (Stato del Messico) e della California University (Davis, California): i risultati hanno rivelato che aggiungendo 100 grammi di citronella alla dieta quotidiana delle mucche è possibile ridurre, in media, fino al 33% delle emissioni di metano (prodotte al giorno negli ultimi tre-quattro mesi di vita degli animali).

Nel video, dal tono scherzoso e divertente, cantato da un gruppo di bambini, Burger King evita le spiegazioni troppo tecniche (rimandando per questo al sito ufficiale) e va invece “al sodo”: «Quando le mucche scoreggiano e ruttano / beh, non c’è niente da ridere / loro lanciano del metano ogni volta. / E il metano dal sedere va dritto verso l’atmosfera / inquina il pianeta e fa male a te e a me» (è questa la traduzione in italiano della canzone che aiuta a percepire il tono ironico e anche la volontà di essere diretti, da parte del brand, ndr).

Come per diversi altri spot del brand , anche questa volta non sono mancate le polemiche: sono state mosse alcune critiche allo spot che porrebbe maggiore enfasi sulla flatulenza degli animali, quando invece la maggior parte delle emissioni viene prodotta attraverso le eruttazioni. Secondo alcuni utenti l’approccio comunicativo del brand finirebbe per privare l’argomento dalla serietà che richiederebbe.

Sul sito del brand, però, è possibile trovare una sezione dedicata alla ricerca in corso, condotta da Burger King insieme a differenti istituzioni e ricercatori: essa verrà aggiornata periodicamente con le ultime scoperte e le pubblicazioni scientifiche connesse.

l’impegno dEL brand e Un problema che RIGUARDA l’intera industria

A margine dell’iniziativa “Cows Menu“, dal 14 luglio Burger King proporrà in alcuni ristoranti negli Stati Uniti (New York, Austin, Portland e Miami) un “Whopper con hamburger a emissione di metano ridotta“, un nome forse un po’ strano per un panino, ma che potrebbe essere un primo passo verso la riduzione dell’emissione di questo gas nell’industria della carne. L’idea, poi, come si può leggere nella descrizione del nuovo spot, è quella di estendere l’iniziativa ad altri ristoranti, altre marche e altri paesi, affinché l’impatto positivo possa registrarsi a livello globale.

Sul sito l’azienda spiega che le ricerche condotte insieme alla nuova formula creata per la dieta degli animali verranno rese pubbliche in modo che «ogni brand di fast food, fornitore di carne e agricoltore possa replicarla, testarla e riformularla». Il brand lancia poi un invito agli operatori di quest’industria, affinché insieme possano trovare nuove soluzioni in grado di ridurre le emissioni di metano e di combattere il cambiamento climatico.

Il brand ha usato lo spot per trasmettere l’idea che quello di Burger King è un impegno a 360 gradi verso la tutela del pianeta, cercando di rendere anche il set «sostenibile così come la dieta scelta per le mucche», come fa notare Maxwell Orgell, production designer, nel video del dietro le quinte.

“La carne del futuro” di KFC e la corsa ai nuovi prodotti più eco-friendly nell’industria del fast food

Burger King non è però l’unica catena di fast food alla ricerca di prodotti a basso impatto ambientale: nella corsa a nuove soluzioni spunta anche il gigante del pollo fritto KFC. Infatti, nello stesso giorno in cui è stato lanciato il nuovo spot di Burger King sul canale YouTube (il 16 giugno 2020), KFC ha pubblicato sul proprio sito un comunicato stampa sulla “carne del futuro” e sulla nuova proposta sostenibile dell’azienda che aspira a creare i «primi nuggets di pollo prodotti in laboratorio».

Come si può leggere nel comunicato, grazie a una collaborazione con il laboratorio di ricerca 3D Printing Solutions, l’azienda sfrutterebbe la tecnologia del bioprinting per riprodurre il gusto e la consistenza, mantenendo gli stessi micronutrienti della carne di pollo, utilizzando un mix composto da cellule di questo animale e materiali vegetali.

Nell’annunciare questa novità, ancora in fase di sperimentazione, il brand sottolinea il vantaggio di questo tipo di prodotto da un punto di vista etico (poiché non verrebbero uccisi animali in questo processo produttivo) e da un punto di vista ambientale: a questo proposito, l’azienda ha fatto riferimento a una ricerca pubblicata sull’American Environmental Science & Technology Journal che suggerisce che questa tipologia di produzione di carne ha un impatto molto ridotto sull’ambiente, poiché a diminuire non è solo il consumo di energia (più della metà), ma anche le emissioni di gas serra e la quantità di terra utilizzata normalmente per la produzione di carne attraverso l’allevamento degli animali.

Sicuramente la dimensione di aziende come quelle menzionate e il core business che le accomuna accrescono la loro centralità nel provare a trovare nuove soluzioni capaci di rispondere alle sfide ecologiche che il mondo affronta e nell’incentivare altri operatori a fare lo stesso.

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