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Carosello ai giorni nostri: quando la rivisitazione non appassiona

Carosello ai giorni nostri: quando la rivisitazione non appassiona

Il nuovo spot dell'azienda Olio Dante è un tentativo malriuscito di riattualizzare Carosello nel mondo dei social media.

I classici sono immortali, hanno sempre qualcosa da raccontare, nuove chiavi di lettura, simbologie e significati nascosti che, nel tempo, possono rivelarsi attuali e aperti ad ulteriori interpretazioni. L’eccezione, tuttavia, è puntualmente dietro l’angolo, con rischi e perplessità annessi, soprattutto nel controverso mondo della pubblicità. Così, nel tentativo di rimodernare ed attualizzare il proprio prodotto, un marchio di secolare tradizione come Olio Dante ha ideato una campagna pubblicitaria sui social media che di social ha però ben poco. Il video promozionale diffuso su YouTube da metà dicembre 2015 è un chiaro riferimento allo storico Carosello – che ha tenuto incollati ai primi schermi televisivi milioni di adulti e bambini – al punto da far apparire nel titolo la dicitura Carosello 2.0.

La trama è molto semplice: in un supermercato come tanti, il Sommo Poeta incappa in una vivace cassiera che riconosce il suo volto, associandolo però al logo dell’olio acquistato e non a Dante Alighieri. Da qui una serie di battute scontate e riferimenti alla Divina Commedia che appaiono decisamente prevedibili.

Olio Dante, Carosello 2.0 – Spot 2015
Olio Dante, Carosello 2.0 - Spot 2015

Da un punto di vista tecnico lo spot appare volutamente sfocato e vintage, prevalgono colori caldi e non esattamente luminosi, accorgimento che può essere confuso con una scarsa attenzione alla fotografia. Stesso discorso per la recitazione volutamente citazionista e sopra le righe, un espediente che poteva funzionare e sorprendere nell’epoca della paleotelevisione ma che oggi risulta assolutamente caricaturale, almeno per un pubblico di Millennial.

Da un punto di vista prettamente commerciale, invece, il posizionamento sui social media non risponde alle esigenze di target per un prodotto simile, destinato ad acquirenti over 40 che nei nuclei familiari ricoprono il ruolo attivo di decisore d’acquisto, una fascia non sempre ben integrata nelle evoluzioni proprie dell’alfabetizzazione digitale. Inoltre, la mancanza di riferimenti alla cultura di massa contemporanea, ai fenomeni del web, ai punti di riferimento cardine del nostro panorama mediale, impedisce una reale viralità dello spot, ancorato, del resto, a stereotipi sociali inattuali, come si desume dall’atteggiamento svampito della cassiera.

Lo spot è stato realizzato dall’agenzia bolognese LDB Advertising, specializzata da oltre 50 anni in campagne pubblicitarie, compresi diversi spot dell’originario Carosello. «Il nostro spot – ha spiegato Biagio Flavio Mataluni, Sales Manager Olio Dante SpA – vuole incarnare i valori di tradizione e italianità, calati naturalmente in una dimensione social e moderna. Abbiamo voluto mantenere, infatti, un forte legame con la storia del marchio: Olio Dante fu protagonista negli anni ’50 di storici Caroselli pubblicitari, in onda sulla Rai. Oggi il nostro Dante arriva sui social media ma rappresenta per noi la stessa garanzia di qualità del prodotto». 

Ottime le intenzioni, ma il risultato, purtroppo, non risponde alle aspettative. Del resto, il tentativo di riattualizzare il Carosello televisivo ai nostri giorni è fallito già nel 2013. L’era dello spettatore passivo è terminata e oggi è necessario sorprendere lo spettatore. Un rischio da correre per non trasformare la sorpresa in accesa perplessità.

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