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Il cibo tra gli argomenti di conversazione più frequenti in Rete

Il cibo tra gli argomenti di conversazione più frequenti in Rete

Il cibo è tra i topic più popolari in Rete. Almeno un italiano su 4 ne parla abitualmente e nessuno rinuncia a manie da food addicted.

È uno degli stereotipi più forti che di noi italiani hanno all’estero: parliamo sempre di cibo, persino quando siamo a tavola. Se più che di uno stereotipo si trattasse, però, del nostro reale approccio al tema della buona tavola e della ricchezza enogastronomica del Paese? In questo senso andrebbero considerate anche ricerche come quella realizzata da Coldiretti-Ixè che confermano come il cibo sia uno dei topic più forti di discussione anche sui social.

Secondo lo studio, infatti, almeno un italiano su quattro partecipa abitualmente a “conversazioni in Rete (su community, blog , chat, etc.) a tema cibo. A questi andrebbero aggiunti tutti quegli utenti – e sono circa il 30% – che sembrano non poter fare a meno di postare sui propri account succulente foto dei piatti che stanno per mangiare, tanto che siano di chef stellati quanto rigorosamente homemade. Quella del foodporn, del resto, è una delle “manie” più diffuse tra i social addicted e non ha solo a che vedere con una dimensione narcisistica e auto-referenziale ma, come alcune ricerche hanno dimostrato, è anche un modo per rendere migliore e più coinvolgente la stessa esperienza culinaria. Non c’è da stupirsi, insomma, se anche tra gli italiani il 19% dice di postare foto di cibo sui suoi account social qualche volta, il 9% spesso e il 2% regolarmente.

Sul web, però, non ci si limita a parlare di cibo. Come si è detto più volte, infatti, i servizi di digital delivery (quelli, cioè, che fanno arrivare comodamente a casa la cena ordinata su un’app) sono, per esempio, una delle declinazioni più interessanti e più tangibili del food tech. Risale proprio ad ottobre 2016 la notizia dello sbarco a Milano di UberEats, il servizio di consegne a domicilio con cui Uber prova a sfidare i giganti del settore.

Innumerevoli sono poi le app dedicate al cibo: da quelle per fare una spesa intelligente, bio e anti-spreco a quelle connesse al frigo grazie ai prodigi dell’IoT e che suggeriscono ricette con gli ingredienti già in casa. Il tutto senza dimenticare app come farmersforyou, particolarmente adatte agli utenti più sensibili ai temi della sicurezza alimentare, della tracciabilità delle materie prime e del made in Italy, che permettono di scegliere i migliori agriturismi nella campagna italiana, i mercati, le fattorie, le botteghe dove comprare prodotti a ‘km 0’ o, ancora, i ristoranti con menù costruiti con materie prime acquistate direttamente dagli agricoltori.

La consapevolezza è, del resto, una issue fondamentale se si considera l’evoluzione del rapporto con il cibo degli italiani. La maggior parte dei consumatori del nostro Paese è informata, chiede sempre più trasparenza alle aziende per quanto riguarda l’intera filiera dell’agro-alimentare. La Rete si dimostra ancora essenziale in questo senso: la stessa indagine Coldiretti-Ixè mostra, infatti, come il web sia una delle prime fonti consultate quando si tratta di cercare informazioni sulla qualità del cibo o di confrontare i prezzi dei prodotti alimentari, con il 53% degli italiani che l’ha utilizzata almeno una volta per scopi simili.

Non va dimenticata, però, una certa natura “ludica” e di socializzazione da sempre attribuita al cibo e che il digitale – e più in generale il panorama di vecchi e nuovi media – ha enfatizzato. Gli italiani, infatti, non amano solo parlare di cibo, amano vedere il cibo in tv (tanto che le trasmissioni a tema culinario, anche quelle che prevedono sfide sul modello Masterchef, sono seguite da almeno il 37% degli italiani) e interagire con chi di cibo si occupa per professione (non a caso, anche alcuni chef italiani sono tra i “personaggi” social più popolari).

Il cibo assume poi, per gli italiani, anche una componentedi business” non indifferente. Inutile sottolineare per esempio, come pure fa lo studio in questione, che per almeno la metà degli italiani è “il prodotto made in Italy per eccellenza, prima della moda (22%), del patrimonio artistico-culturale (16%), del design (6%) o delle auto (3%). Secondo Coldiretti-Ixè, infine, il cibo e l’agricoltura sono tornati a essere al centro dell’interesse dei giovani che, sempre più spesso, non solo cercano occupazione nella macro-area di riferimento, ma provano a coniugare i temi dell’ innovazione e della creatività con quello del “ritorno alla terra”. Il risultato? Progetti di riscoperta delle eccellenze e delle tradizioni nostrane in versione hi-tech o 2.0 (come il progetto Mulinum) o startup delle più innovative che hanno a cuore il food e il cuore nel food.

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