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Sulla privacy consumatori e aziende la pensano diversamente come emerge da uno studio di Cisco

I dati del Cisco Consumer Privacy Report 2022 mostrano la preoccupazione crescente dei consumatori rispetto a come le aziende trattano i dati, mentre la maggior parte delle ultime reputa conformi le proprie operazioni.
La trasparenza su come i brand raccolgono e soprattutto su come trattano i dati continua a essere un fattore critico per quanto riguarda la fiducia dei consumatori nei loro confronti: a confermarlo sono i dati del Cisco Consumer Privacy Report 2022.
Oltre l’80% dei partecipanti all’analisi realizzata a livello globale, che come ogni anno arriva in concomitanza con il Mese europeo della sicurezza informatica[1], si dice convinto che il trattamento riservato ai dati personali dei clienti è indicativo della considerazione e del rispetto che le aziende nutrono verso gli stessi: è la percentuale più alta dal 2019, segno per molti versi di come sia andata aumentando nel tempo e si sia fatta diffusa la consapevolezza del valore dei dati.
I consumatori cambiano azienda se non si fidano del modo in cui vengono trattati i dati
I consumatori sembrano disposti a chiudere un occhio, meno di quanto accadeva, su pratiche poco chiare per quanto riguarda la privacy: il 37% del campione del Cisco Consumer Privacy Report 2022 ammette di aver cambiato fornitore proprio per questa ragione e il 76% dei rispondenti non sarebbe disposto ad acquistare da aziende di cui non si fida abbastanza.
Insieme alle misure effettivamente implementate a tutela dei dati personali dei clienti un ruolo critico sembra averlo l’efficacia con cui l’azienda è capace di comunicare tali misure. Tanto più che confrontando i dati del Cisco Consumer Privacy Report 2022 con quelli del Cisco Data Privacy Benchmark Study 2022 si nota un’importante discrepanza di prospettive: mentre i consumatori sono preoccupati di come le aziende utilizzano i loro dati, le aziende nella maggior parte dei casi (l’87%) ritengono di avere in atto processi conformi con le aspettative dei propri clienti. Per le ultime è essenziale, insomma, imparare a «spiegare le proprie pratiche in materia di dati in termini semplici e renderle prontamente disponibili in modo che i clienti e gli utenti possano capire come vengono utilizzati», come ha sottolineato Harvey Jang, vicepresidente, deputy general counsel e chief privacy officer di Cisco.
Gli insight del Cisco Consumer Privacy Report 2022 su intelligenza artificiale e localizzazione applicate ai dati
Da una maggiore regolamentazione all’uso di tecnologie ad hoc e passando per le buone pratiche che si possono adottare individualmente i temi in gioco sono numerosi.
Oltre la metà degli intervistati per il Cisco Consumer Privacy Report 2022 si dice convinto che i governi dovrebbero avere un ruolo più attivo nel proteggere i dati dei consumatori. Uno dei temi più controversi è, come dimostrano peraltro le varie pronunce dei garanti europei sul “caso” Google Analytics e il forte dibattito attorno all’arrivo del cosiddetto “Privacy Shield II”, il trasferimento all’estero dei dati personali degli utenti. Mentre le aziende sembrano puntare tutto sulla localizzazione, nonostante comporti costi operativi non indifferenti, gli utenti sono divisi e non sembrano attribuire un valore unico alla misura (il 41% si dice a favore e il 41% contro) tanto più se il rischio è che i maggiori costi che comporta ricadono sul costo finale del prodotto.
Anche quanto al binomio intelligenza artificiale e dati personali le opinioni sono contrastanti. C’è un 60% del campione del Cisco Consumer Privacy Report 2022 preoccupato per il modo in cui l’intelligenza artificiale può trattare i dati. La preoccupazione si attenua, però, quando e se le aziende dimostrino di mettere in campo adeguate misure di de-identificazione dei dati: se in forma anonima, il 54% del campione di Cisco a livello globale – e il 67% del campione italiano – si dice disposto a condividere le proprie informazioni personali anche qualora le stesse vengano utilizzate in processi che implicano l’utilizzo dell’AI.
La crescente preoccupazione degli utenti rispetto a come vengono utilizzati i propri dati li conduce, comunque, ad adottare buone pratiche individuali in materia di privacy come soprattutto controllare le impostazioni relative ai cookie dei siti web visitati prima di accettarli (è quello che farebbe il 53% del campione Cisco) o in determinante circostanze spegnere assistenti e dispositivi vocali presenti in casa (come fa il 46% dei partecipanti al Cisco Consumer Privacy Report 2022).
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