Home / Comunicazione / Comunicazione politica: quando si sceglie la disintermediazione

Comunicazione politica: quando si sceglie la disintermediazione

Comunicazione politica: quando si sceglie la disintermediazione

I numeri e le interazioni di #matteorisponde (la prima volta di Renzi su Facebook) non lasciano dubbi: la comunicazione politica è cambiata.

C’erano una volta talk show, salotti politici, giornalisti. Ora, invece, anche la comunicazione politica entra nell’era della disintermediazione e lo fa grazie alle innumerevoli possibilità offerte dagli ambienti digitali. Se essere presenti sui social in politica – possibilmente con una policy efficace, come devono ormai aver capito i leader mondiali – non basta più, strumenti come i Live Mentions di Facebook permettono di interagire in tempo reale con i propri seguaci, determinando un cambiamento nelle strategie di comunicazione politica.

Deve saperlo bene Matteo Renzi che il 5 aprile 2016 ha usato per la prima volta la funzionein diretta di Facebook per rispondere alle domande che gli italiani gli hanno rivolto sui social.

I numeri dell’operazione #matteorisponde – come è stata denominata l’attività – analizzati da Livextension e Mimesi360, danno il senso di ciò di cui stiamo parlando. La diretta streaming del premier è stata vista da oltre mezzo milione di utenti (554mila visualizzazioni, per una media 30-40mila utenti collegati). Il dato più sorprendente, però, è quello sul numero di commenti che hanno raggiunto i post durante e dopo la diretta: almeno 113mila. Record che, finora, non sembra essere stato mai raggiunto neanche da Obama – i cui live sono fermi a qualche migliaio di commenti –, Mark Zuckerberg – che nel live per il lancio del tool ha raccolto ‘solo’ 100mila commenti – o dai post più virali (solo per fare un esempio, Salvatore Borsellino in occasione dell’ospitata di Riina Jr. a Porta a Porta, nonostante abbia raggiunto con le condivisioni i sette milioni di utenti è stato commentato appena 23mila volte).

Comunicazione politica e interazioni per #matteorisponde

Secondo Livextension, diversi fattori avrebbero contribuito al successo di #matteorisponde. Contano infatti, per prima cosa, la visibilità del personaggio e l’attenzione mediatica di cui è oggetto. Il ruolo istituzionale di Renzi, poi, è responsabile di una forte polarizzazione dell’opinione pubblica tra sostenitori e detrattori del governo, in entrambi i casi molto reattivi. Non è da trascurare neanche, però, la fanbase della pagina che, come anche altri studi hanno evidenziato, con i suoi oltre 800mila like è una delle più corpose tra quelle dei leader politici europei.

Chi ha interagito maggiormente?

Guardando a “chi” ha animato la diretta su Facebook di Matteo Renzi, comunque, non si può non notare la massiccia presenza di alcune categorie, come quella degli insegnanti, che hanno interagito ripetutamente con il premier. I risvolti di questa partecipazione ‘organizzata’, quasi da flash mob, sono ben evidenti negli hashtag che, su Twitter soprattutto, hanno accompagnato l’ufficiale #matteorisponde: tutti per lo più inerenti al concorso per le scuole (#abilitatitfa con 3084 ricorrenze, #tfaeconcorso con 1138 e #tfainruolo con 760) e al caos immissioni di ruolo (#8000esiliatifaseb con 2353 ricorrenze).

Quali sono state le reazioni?

Significative anche le reazioni su Facebook al primo Live Mentions di Renzi, espresse degli utenti  tramite l’omonimo strumento Facebook. Secondo i dati Livextension, nel 95% dei casi (su oltre 10mila reazioni) è stato usato un generico Like – dato in linea con un più generale insuccesso delle Reactions su Facebook a cui, ancora, gli utenti sembrerebbero preferire il semplice “Mi Piace”–. Il 4,7% ha associato al #matteorisponde lo stato d’animo “arrabbiato” e solo il 3% ha mostrato gradimento utilizzando la reazione “love”.

Quali sono state le condivisioni?

Sorprende in negativo il numero di condivisioni, specie se rapportato agli utenti raggiunti e alle interazioni ricevute: appena 2.500. Tre le possibili motivazioni:

  1. La mancanza di un messaggio unico e in grado di convincere il ‘pubblico’ tanto da farlo proprio e condividerlo.
  2. Il sentiment negativo accumulato dalla diretta: tra le interazioni, infatti, molte mostrano un sostanziale disaccordo degli utenti col premier, ciò spiega una mancata propensione alla condivisione, a meno che non sia per la semplice segnalazione del live.
  3. E, non ultima per rilevanza, la mancanza di una fase preparatoria al #matteorisponde: la diretta di Renzi non è stata annunciata, nessuna notifica ha ricordato ai fan quello che stava per succedere, né li ha predisposti a condividere l’evento live.

Piccoli aggiustamenti a parte, però, stando all’analisi Livextension, i numeri del #matteorisponde non lasciano dubbi: nell’attuale panorama informativo, specie se si guarda alla comunicazione politica, i live su Facebook mettono in soggezione perfino l’audience dei principali talk show.

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI