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Ricevere i messaggi sulla pelle: la comunicazione transcutanea testata da Facebook

I ricercatori di Facebook testano un sistema per ricevere dei messaggi attraverso delle vibrazioni sulla pelle grazie ad una comunicazione transcutanea.

Come si potrebbe controllare la casella di posta o qualsiasi altra notifica senza dover guardare lo schermo dello smartphone? Ricevendo dei messaggi direttamente sulla pelle, attraverso delle vibrazioni.
Non si tratta di fantascienza: potrebbe infatti diventare una realtà, come si legge nel report di Facebook, “Feeling speech on the arm Facebook”, che illustra il sistema sviluppato e testato dall’azienda. La TLC (acronimo di “transcutaneous language communication”) consiste in un sistema di comunicazione transcutanea, che consentirebbe agli utenti di ricevere dei messaggi attraverso la pelle per via della trasmissione di una «rappresentazione tattile del linguaggio parlato o scritto, al braccio».

COMUNICAZIONE TRANSCUTANEA: GIÀ NEI PROGETTI DI ZUCKERBERG

Nel report il team di ricercatori ha presentato il progetto che potrebbe aprire la strada per un’innovativa forma di comunicazione senza il bisogno di fermarsi a guardare lo smartphone perché, appunto, l’utente sentirebbe i messaggi sulla pelle. Un progetto ambizioso che, però, non stupisce se si considera la strada percorsa già da qualche anno da Facebook.

Mark Zuckerberg presenta nel 2016 il Building 8 di Facebook

Nel famoso Building 8 – la divisione di Facebook presentata da Mark Zuckerberg nel 2016 – la ricerca per lo sviluppo di dispositivi e tecnologie della comunicazione futuristiche è partita infatti da tempo. Già ad aprile del 2017, ad esempio, si parlava dello sviluppo di un dispositivo che permettesse di “ascoltare con la pelle, come riportato su MIT Technology Review e, a circa un anno di distanza, l’azienda ha presentato un prototipo del progetto in questione, spiegando il suo funzionamento.

Il lavoro è stato presentato alla conferenza CHI 2018, un evento che si focalizza sull’interazione uomo-macchina e che ha avuto luogo nella città canadese di Montréal.

Come verrebbe decodificato o letto il contenuto del messaggio?

Comunicazione transcutanea facebook

Il dispositivo descritto nel report va posizionato sull’avambraccio e contiene al suo interno 8 piccoli sensori che, quando attivati, danno origine a diversi tipi di vibrazione, ognuna corrispondente ad un fonema diverso. I fonemi sono i suoni (come quelli delle vocali o delle consonanti) alla base della costruzione delle parole per la produzione del linguaggio e sarebbe grazie a queste vibrazioni, dunque, che i contenuti dei messaggi verrebbero “letti” dagli utenti, che però dovrebbero imparare a riconoscere le corrispondenze tra vibrazione e fonema/suono.

Una dimostrazione dell’uso del prototipo creato e di come sia possibile sentire i fonemi associati alle diverse parole grazie al sistema di TLC è anche più chiara nel video pubblicato insieme al report.

Uno dei ricercatori, Ali Israr, ha precisato che gli esperti stanno lavorando per rendere possibile una trasmissione più veloce di parole al braccio, visto che, al momento, il numero di parole che possono essere comunicate per minuto è molto limitato. Nei test condotti infatti i ricercatori sono riusciti a insegnare ai partecipanti 4 fonemi diversi in 3 minuti, per cui possono ipotizzare che in un’ora e mezza circa gli individui sarebbero in grado di imparare a riconoscere 100 parole.

Il linguaggio braille (utilizzato dai non vedenti) e il metodo tadoma (di solito usato da chi soffre di sordocecità) sarebbero serviti come fonte di ispirazione per questo progetto di comunicazione “vibrotattile”. Nonostante sia sfruttato da molti anni da persone affette da questi problemi, secondo il report l’applicazione di questo tipo di comunicazione per le persone senza problemi uditivi o visivi «non è stata ancora ben studiata» ma sono menzionati anche gli eventuali benefici che questo tipo di tecnologia potrebbe apportare alle persone non vedenti, con problemi di udito o sordocecità, facilitando loro l’accesso all’informazione.

Tuttavia, la dimostrazione condotta e descritta nel report mette in evidenza come i partecipanti siano riusciti ad «imparare il codice tattile, generalizzarlo, estendendolo a nuove parole e utilizzarlo all’interno di frasi strutturate per delle comunicazioni discrete nel quotidiano, tutto ciò in tre minuti».

Quali vantaggi porterebbe questa nuova modalità di “lettura” dei messaggi?

Secondo uno studio condotto dall’azienda Deloitte Global (“Smartphones are useful, but they can be distracting”) in media le persone controllano lo smartphone circa 50 volte al giorno, il che si può rivelare un problema se teniamo in considerazione i contesti sociali in cui può sembrare poco cortese rispondere al cellulare, come viene ricordato dalla squadra Facebook: «non è socialmente accettabile controllare i dispositivi durante una riunione, un film o in altri locali dove le persone sono in silenzio, come una chiesa, ma può essere terribile perdere una chiamata importante, un messaggio o una notifica da parte di una persona cara mentre cerchiamo di rispettare l’etichetta».

Per ora il prototipo di comunicazione transcutanea creato è, però, lontano dall’essere lo strumento pratico e facilmente indossabile al quale probabilmente aspirano i ricercatori. L’eventuale lancio nel mercato di questo tipo di comunicazione transcutanea implicherà ulteriori sviluppi non solo a livello di indossabilità come anche di accuratezza e di facilità di utilizzo del device. Con questo annuncio Facebook sembra voler presentare agli utenti un assaggio di quelle che potrebbero essere le forme di comunicazioni del futuro anche se – come spiega Lynette Jones, senior research scientist al MIT (Massachusetts Institute of Technology) e ricercatrice al Cutaneous Sensory Lab – «la pelle non ha lo stesso potere di elaborazione dell’informazione di altri sensori come le orecchie o gli occhi. Dunque questo sarà un tipo di comunicazione che vorrai utilizzare soltanto in caso di estrema necessità».

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