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Il consumo d’informazione in Italia in tempo di elezioni: alcuni dati

Consumo di informazione in Italia: i dati in vista delle elezioni

Agcom e Gfk Italia hanno provato a tracciare un quadro del consumo di informazione in Italia in vista delle elezioni politiche 2018: ecco i risultati.

Il consumo di informazione in Italia è spesso al centro dell’attenzione di studi di settore. Cosa diversa è, però, chiedersi come questo cambi con l’avvicinarsi di un appuntamento elettorale. Agcom e Gfk Italia hanno provato, così, a tracciare le abitudini mediatiche degli italiani durante la campagna elettorale per le elezione politiche 2018 e i risultati appaiono interessanti soprattutto perché danno un’idea di come sia cambiato, nel tempo, anche il modo in cui si formano opinioni politiche, orientamenti, intenzioni di voto.

Italiani ben informati e crossmediali

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Fonte: Agcom – Gfk Italia

Il primo dato macroscopico è che la maggior parte degli italiani si dice ben informata: secondo la rilevazione, infatti, almeno l’80% della popolazione italiana consulterebbe ogni giorno una o più fonti d’informazione e ci sarebbe invece solo un 5% di cittadini che non si informa affatto, per lo meno non sui mezzi più tradizionali. L’altro aspetto che emerge immediatamente, e che conferma del resto i risultati di altri studi simili, è che anche gli italiani sono sempre più «crossmediali» quando si tratta di cercare le notizie. Non solo la vecchia televisione – che comunque rimarrebbe il mezzo più captive grazie a un bacino di utenza (circa l’80% della popolazione) esclusivo – insomma. Il consumo di informazione in Italia passerebbe sempre di più anche da Internet, che si conferma al secondo posto tra i media più amati dagli italiani, prima addirittura dei quotidiani (letti ogni giorno da poco più del 17% del campione) e indicata da almeno un quarto del campione Agcom – Gfk come il mezzo d’informazione primario.

Informarsi su Internet: gli italiani lo fanno così

Come si informa, però, chi lo fa su Internet? Che sia alla ricerca di notizie politiche o riguardanti qualsiasi altro argomento, la maggior parte degli internauti italiani (almeno il 54,5%) si affida alle «fonti algoritmiche» e cioè, in egual misura, a social network e motori di ricerca. Per qualcuno di loro (oltre il 19%) questi rappresentano in assoluto la principale fonte d’informazione e, più in generale, se si considerano tanto i media analogici quanto quelli digitali, social e motori di ricerca rimangono comunque al terzo e quarto posto in una classifica di rilevanza. Meno roseo è il panorama se si guarda, invece, alle fonti editoriali: poco più del 39% degli italiani quando si informa sul web lo fa a partire dalle home page delle testate o dalle app ufficiali.

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Fonte: Agcom – Gfk Italia

Se social e motori di ricerca sono le vie predilette quanto a consumo d’informazione sul web, ciò non vuol dire che siano anche i mezzi considerati più affidabili. Secondo il Rapporto in questione, infatti, appena il 24% di chi pure li utilizza giornalmente è convinto che siano «affidabili» o «molto affidabili».

Chi cerca notizie politiche online e i principali bias

Sono soprattutto alcuni bias tipici dell’informazione online di cui lo studio dà conferma che appaiono significativi se l’obiettivo è indagare come il modo di informarsi possa incidere sulle opinioni politiche e le intenzioni di voto. Il primo risultato interessante, in questo senso, è che per editori e piattaforme digitali risulta se possibile ancora più accentuato il ruolo di gatekeeper tradizionalmente attribuito a chi si occupa di informazione: un consumo di news sempre più veloce e frammentato, infatti, fa sì che anche l’utente più consapevole possa non aver ben chiare natura e provenienza di una notizia per esempio e che, più in generale, sia l’editore o la piattaforma stessa a farsi garante della qualità e della rilevanza del singolo contenuto. Sulla coda lunga delle teorie sulla presunta omofilia degli ambienti digitali, il Rapporto ha provato così a indagare come una certa polarizzazione ideologica incidesse sul modo di informarsi degli utenti: a venirne fuori è che azioni ad alto tasso di coinvolgimento come condividere o commentare una notizia sono più probabili – se non addirittura vengono svolte esclusivamente – quando la notizia in questione riflette maggiormente il proprio modo di pensare.

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Fonte: Agcom – Gfk Italia

Se crossmedialità si è detto comunque essere la modalità principale che caratterizza il consumo d’informazione in Italia, quando si tratta di cercare informazioni politiche, il percorso degli italiani sembra essere infine meno variegato e ibrido. Televisione (per il 68,2% del campione) e Internet (nello specifico social network e motori di ricerca, per il 57,9%) sono in assoluto le due fonti più utilizzate. C’è, però, un dato interessante che riguarda ancora la polarizzazione: sono i lettori-elettori che hanno delle idee politiche più nette a ricorrere principalmente al web quando si tratta di cercare notizie politiche, con ogni probabilità affidandosi a fonti fiduciarie o ufficiali ( blog dell’area politica, canali social dei partiti, ecc.) e ciò contribuirebbe a intensificare il fenomeno, a cui già si accennava, delle echo chamber .

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Fonte: Agcom – Gfk Italia

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