Home / Marketing / Patagonia racconta i segreti del noseriding in un cortometraggio sull’arte di fare surf

Patagonia racconta i segreti del noseriding in un cortometraggio sull'arte di fare surf

Cortometraggio di Patagonia sul noseriding
Fonte: Patagonia

Magia o fluidodinamica: come funziona l'incredibile movimento di surf chiamato noseriding? In un documentario, Patagonia ha chiesto a Namaala Slabb di rispondere a questa domanda, parlando della sua grande passione.

The physics of noseriding” è il titolo del nuovo cortometraggio di Patagonia che prova a svelare la scienza dietro alla pratica del noseriding, presentata come «uno dei movimenti più spettacolari del surf», come si legge nel comunicato stampa diffuso il 27 febbraio dall’azienda di abbigliamento outdoor destinato agli sport silenziosi (come il surf).

In questo modo, Patagonia continua a raccontare il proprio brand attraverso le storie e le esperienze di persone come Namaala Slabb, ragazza aborigena australiana, appassionata di noseriding che, nel video, parla di quest’attività sportiva e di cosa la rende così speciale.

Il cortometraggio di Patagonia sulla complessità e la magia del noseriding

Realizzato dal regista e surfista professionista Lauren L. Hill, il corto condiviso sul canale YouTube di Patagonia il 25 febbraio parla di noseriding partendo dalla prospettiva di Namaala: la passione della protagonista per le onde e più nello specifico per questo sport nasce dallo storico legame della sua famiglia con il surf.

«Da bambina cercavo spesso di volare. Ci provavo saltando dalle dune di sabbia quando andavamo in spiaggia. Ma non ci sono mai riuscita» racconta Namaala nel cortometraggio. Ella apre il video di Patagonia dichiarando di provire da una famiglia di surfisti dove tutti i membri avevano una shortboard. Mentre sua sorella ha deciso di lavorare come shaper di tavole da surf, Namaala non sapeva cosa fare nella vita: tutto è cambiato però quando ha scoperto le longboard, delle tavole da surf con delle caratteristiche diverse da quelle usate dai suoi parenti e che permettono di fare noseriding.

Come spiega la narratrice del video, «l’equilibrio è l’elemento chiave» di questo movimento. Tuttavia, aggiunge, serve anche la tavola giusta. Come fa notare Namaala, che viene ripresa nel corto mentre si allena su una longboard poggiata in equilibrio sul suo letto, «il noseriding consiste in un bilancio di forze». «Immagino sia per questo che ti sembra sempre di volare anche su piccole onde».

Mentre le shortboard «planano sull’acqua come motoscafi» e sono «progettate per mantenere il ritmo e massimizzare la velocità», le longboard, usate per la pratica di noseriding, «solcano l’acqua come delfini», «ti permettono di fare movimenti più delicati», spiega la narratrice.

Questo confronto tra differenti tecniche di surf viene sottolineato nel video anche grazie alle scelte musicali: le riprese di surfisti che usano la shortboard per realizzare delle manovre rapide e decise vengono accompagnate da una musica molto energica stile rock mentre la delicatezza del noseriding viene messa in risalto da una rilassante musica classica.

The Physics of Noseriding | The science of surfing’s fluid dance
The Physics of Noseriding | The science of surfing’s fluid dance

Come spiega la protagonista, in realtà questo movimento è più difficile di quanto sembri. Durante il cortometraggio di Patagonia sul noseriding la narratrice prova così a riassumere, in modo semplice, come sia possibile realizzare questa tecnica, riuscendo a raggiungere un equilibrio tale da far sembrare che, appunto, si stia volando.

Nella fisica newtoniana, le forze funzionano in coppia. Non appena remi, dai inizio a una reazione a catena. Le mani spingono l’acqua all’indietro per farti muovere in avanti. Quando ti alzi… La gravità ti fa posizionare sulla tavola e ti tira verso il basso. La forza galleggiante spinge verso l’alto e tu rimani a galla. La pinna singola mantiene una linea parallela alla superficie dell’acqua… Creando resistenza e tensione e aumentando la velocità. Vedi gli spruzzi intorno ai bordi? È la tavola che sposta l’acqua, creando resistenza: ti rallenta ma ti bilancia sull’onda. Quindi fare noseriding significa bilanciare le forze. Precisamente. Resistenza e spinta. Galleggiabilità e gravità. Scivolamento e turbolenza. Devi riuscire a bilanciarle tutte. Nel trim, ti adatti alla velocità delle onde.

Per rendere la teoria sul tema più accattivante, essa viene suddivisa in argomenti, presentati all’interno di differenti pagine di un libro, sfogliato da Namaala durante tutto il documentario: su ogni pagina, al posto di illustrazioni, ci sono dei video di surfisti che eseguono i vari movimenti descritti dalla narratrice. Con delle riprese che partono da lontano e zoomano sulle longboard fino a entrare dentro all’acqua, Patagonia mostra non solo la protagonista, ma diversi altri surfisti che mostrano, con entusiasmo e persistenza, le proprie competenze in questo ambito.

Anche se nel cortometraggio, la fisica dietro a questa tecnica viene spiegata nel dettaglio, secondo Namaala conoscere la teoria serve a poco, poiché nel noseriding l’importante è soprattutto l’intuizione che arriva con la pratica.

Patagonia, una community di storyteller che amano il pianeta

In passato Patagonia ha investito per varie volte nella creazione di contenuti come quello preso in analisi. È infatti possibile trovare sul sito di Patagonia una sezione dedicata a tutti i film e corto realizzati dal brand sui più svariati argomenti. Nonostante la diversità delle tematiche trattate, i contenuti hanno diversi elementi che li accomunano: tra questi è possibile citare il genere documentaristico, probabilmente quello come privilegiato da Patagonia che, solitamente, lancia dei video di questo tipo, utilizzando però tono e stili abbastanza diversi tra loro.

Un altro aspetto comune a questi film è la tipologia di argomenti trattati: una buona parte di essi consiste in racconti sull’esperienza di persone che, per lavoro e/o per passione, praticano degli sport e delle attività radicali di diverso tipo, creando così un implicito ma ovvio legame con il core business del brand di attrezzature e di abbigliamento outdoor. Il corto sul noseriding, dunque, è solo uno fra tanti: si pensi per esempio al documentario di Patagonia “The high life sulla vita di una famiglia negli Alpi francesi, lanciato a gennaio 2023.

Mentre in genere nei film di Patagonia non vengono fatti particolari riferimenti a questa marca (i relativi segni distintivi sono spesso quasi impercettibili), queste storie hanno di solito una connessione con i valori che contraddistinguono la marca, come la tutela del pianeta e/o la passione per la natura: a tal proposito, si legge sul sito, «siamo una comunità di storytellers che fanno dei film per conto del nostro pianeta».
La scelta dei protagonisti del video, infatti, sembra riguardare solitamente anche il loro stile di vita profondamente legato alla natura e ai singoli elementi, l’acqua nel caso di Namaala che, nel video, ricorda come il vincolo esistente tra gli esseri umani e le onde sia qualcosa di molto antico.

Infine, un altro aspetto che accomuna molti dei cortometraggi e dei film proposti da Patagonia, è l'”effetto wow” che le storie raccontate e le attività presentate creano nel pubblico: molti dei contenuti infatti parlano di sport e di attività estreme, con un livello di difficoltà alquanto elevato, ma anche di scelte e stili di vita alternativi e spesso anticonformisti che danno vita a dei racconti veri ma quasi incredibili.

I film di Patagonia parlano spesso di esperienze fuori dal comune mescolate con pezzi della quotidianità dei protagonisti che, a volte, fanno fatica a spiegare ciò che il brand riesce invece a comunicare, in modo anche molto efficace, attraverso le riprese e le tecniche di storytelling utilizzate.
Pensando al corto di Patagonia sul noseriding, per esempio, Namaala prova a riassumere la dimensione quasi “surreale” del noseriding e di ciò che lo rende così straordinario: «è la fisica a renderlo possibile ma è anche magia ed è indescrivibile. Secondo la teoria, fare noseriding sarebbe impossibile. […] Invece è l’opposto. Quello che serve sono le giuste proporzioni».

Altre notizie su:

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI