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Continuano a crescere i lettori digitali ma il resto della stampa è in situazione di stallo, secondo Audipress

Audipress ha rilasciato i dati riferiti al terzo trimestre 2021 su chi legge giornali di carta e digitali in Italia: gli insight mostrano un mercato essenzialmente stabile dopo alcuni stravolgimenti legati alla pandemia.
Mostrano come la stampa stia vivendo un periodo di essenziale stabilità i dati Audipress terzo trimestre 2021. Secondo le ultime rilevazioni, infatti, attualmente sei italiani su dieci dai quattordici anni in su leggerebbero giornali su carta e/o in digitale: un totale di 32.3 milioni di italiani che fa segnare un calo di appena lo 0.4% sui lettori stampa del 2020.
Il segno è positivo, invece, se si guarda a come è variato il numero di italiani che hanno scelto giornali in edizione digitale: sono stati 5.5 milioni nel penultimo trimestre del 2021, il 5.1% in più rispetto alla precedente rilevazione annuale ed è questo un indizio di come l’aumento di letture digitali sia un trend per il mondo dell’informazione non trascurabile già da tempo e con ogni probabilità continuerà a esserlo nel futuro prossimo. Quella digitale è «una platea che ha rafforzato decisamente il proprio valore e che si è quasi quadruplicata nell’ultimo biennio», ha sottolineato non a caso il presidente Ernesto Mauri nel comunicato stampa di presentazione dei dati Audipress terzo trimestre 2021.

Fonte: Audipress
Chi legge i giornali in Italia: i dati Audipress terzo trimestre 2021
Scendendo più nei dettagli, la rilevazione Audipress mostra che differenze ci sono in Italia tra lettori di quotidiani e lettori di periodici.
I primi rappresentano circa un quinto della popolazione adulta, per un totale di 11.3 milioni di italiani dai quattordici anni in su che nel periodo di riferimento aveva letto almeno un quotidiano nel giorno medio, più uomini che donne, perlopiù over 55 e con un livello di istruzione medio alto (oltre il 42% ha un diploma e almeno il 20% una laurea).
Tra i lettori di settimanali in Italia c’erano, invece, nel terzo trimestre del 2021 più donne che uomini ma soprattutto anche più giovani nella fascia d’età compresa tra i 14 e i 34 anni e più persone ferme alla licenza elementare o sprovviste di titolo di studio, per un totale di circa dieci milioni e mezzo di lettori (pari al 19.8% della popolazione adulta).
Simile il numero di italiani che nello stesso periodo di riferimento aveva letto almeno un mensile negli ultimi trenta giorni: 10.3 milioni di individui, cioè il 19.4% della popolazione con più di 14 anni. C’è in questo caso una sostanziale parità tra uomini e donne e una distribuzione omogenea dei lettori anche tra le diverse fasce d’età, mentre torna evidente come siano soprattutto gli italiani con livello di istruzione superiore i lettori forti di giornali (il 45.5% di lettori di mensili ha un diploma e il 22.8% una laurea).
Per tutte le tipologie di giornali continua il trend negativo, cominciato ormai diversi anni fa, di perdita di lettori. La stessa non sembra, però, paragonabile in percentuale a quella di inizio quinquennio: cosa che fa ipotizzare appunto, come già si accennava in apertura, che la stampa italiana si trovi al momento in una fase di stabilità, anche se è impossibile escludere del tutto che il mercato sia piuttosto saturo e in fase di stallo.
Stabile è soprattutto «la qualità della relazione con il lettore», si legge nel comunicato stampa di presentazione dei dati Audipress terzo trimestre 2021. Se si guarda da dove proviene la copia fisica o digitale del giornale ci si accorge, infatti, che nella maggior parte dei casi e indipendentemente dalla tipologia gli italiani leggono giornali che hanno acquistato in edicola o a cui sono abbonati (rispettivamente per i quotidiani il 55% e il 12.2%, per i settimanali il 67.3% e il 12% e per i mensili il 61.1% e il 15.1%).
Segno che la perdita generalizzata di fiducia nei confronti dei media tradizionali spesso registrata da numerose indagini di settore fa da contraltare a meccanismi identitari che portano i lettori a fidarsi di una particolare testata e delle sue firme e a tendere a scegliere sempre quella testata e le sue firme in edicola o quando valutano un abbonamento cartaceo o digitale.
Tanti fattori incidono sulla lettura di quotidiani, settimanali, mensili
Confrontando i dati Audipress terzo trimestre 2021 con quelli solo di inizio anno, quando la situazione pandemica era più complessa e molto più numerose le restrizioni e le misure di contenimento del contagio ancora in vigore, si ha conferma di come il coronavirus abbia cambiato abitudini e consumi mediatici degli italiani, in maniera però forse più temporanea e transitoria di quanto si potesse immaginare.

I lettori di giornali in Italia a inizio 2021. Fonte: Audipress
Nei primi mesi del 2021 c’erano infatti 33.3 milioni di italiani, il 63% della popolazione, che leggevano o sfogliavano titoli stampa sulla carta o in digitale e, anche nel parlato, maggiore era la percentuale di individui che dicevano di leggere frequentemente i giornali (più nel dettaglio nel primo trimestre 2021 la frequenza di lettura dei quotidiani era «alta» per il 62.5% del campione Audipress contro un 59.5% del terzo trimestre). I giornali erano, infatti, tra le fonti principali per tenersi aggiornati sull’andamento della pandemia e sulle misure di contrasto adottate dai governi e lo dimostra anche il fatto che erano in quel frangente soprattutto i quotidiani a registrare performance migliori.
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