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Gli italiani sono tra gli europei che più hanno esercitato il proprio diritto all'oblio in Rete

Secondo Surfshark l'Italia è quinta per numero di richieste di cancellazione di risultati e informazioni non più pubblicamente rivelanti dai motori di ricerca. Gli altri insight sull'esercizio del diritto all'oblio in Europa.

Quanto e come è stato esercitato il diritto all’oblio in Europa? A questa domanda ha provato a rispondere un’indagine di Surfshark sugli europei che si sono rivolti a Google e agli altri motori di ricerca chiedendo di cancellare link e risultati di ricerca contenenti informazioni per cui non esistesse più un reale interesse pubblico alla condivisione.

Diritto all’oblio in Europa: in quanti hanno provato a esercitarlo e quando

Dal 2015, anno in cui sono entrate in vigore le prime normative che consentivano di esercitare il diritto all’oblio in Europa, a oggi sarebbe stato inviato ai motori di ricerca un totale di oltre un milione di richieste (1.066.274 per l’esattezza) di cancellazione di pagine o deindicizzazione di link.

Secondo Surfshark la maggior parte di queste richieste (95.8%) è stata indirizzata a Google, a conferma dello status di motore di ricerca più utilizzato a livello internazionale1. Solo una parte minoritaria di richieste di cancellazione di risultati ha riguardato altri motori di ricerca come soprattutto Bing, il motore di ricerca di Microsoft.

Gli europei sembrano aver provato a far valere il proprio diritto a “essere dimenticati” dalla Rete soprattutto in due momenti. Il primo è coinciso con l’introduzione nel 2015, come in parte già si accennava, in diversi Paesi europei di normative che sancivano il diritto dei cittadini di veder cancellate da Internet quelle informazioni che li riguardavano ma che non erano più “pertinenti” e cioè rilevanti da conoscere pubblicamente. Solo in quell’anno ci sarebbero state, secondo Surfshark, almeno 169mila richieste in tutta Europa. Dopo l’exploit iniziale, già l’anno successivo le richieste di esercizio del diritto all’oblio sono calate drasticamente, fino al 2020. In quell’anno, altrettanto repentinamente, le richieste di cancellazione di informazioni e link ricevute dai motori di ricerca sono aumentate del 13% in Italia o fino a triplicare in paesi come Cipro e il Portogallo. Anche nel 2021 si è assistito a un incremento delle richieste di esercizio del diritto all’oblio in Europa, di un ulteriore 15% e per un totale di 185.700 richieste.

Non è una coincidenza che si tratti degli anni di pandemia: il boom di traffico Internet, nuove abitudini digitali, la necessità di lavorare in remoto, la necessità di seguire online lezioni e altri momenti didattici e in pratica la maggior parte delle «attività quotidiane che diventavano virtuali hanno incoraggiato le persone a fare più attenzione alla propria igiene digitale e alla propria privacy online», ha sottolineato Gabriele Kaveckyte, privacy counsel di Surfshark.

Non si può non citare, però, anche il ruolo che hanno avuto l’introduzione e il recepimento del GDPR nel dare ai cittadini europei più strumenti per la tutela della privacy.

Da quali paesi europei i motori di ricerca hanno ricevuto più richieste di esercizio del diritto all’oblio

La Francia è il paese da cui proviene il maggior numero di richieste di cancellazione di link e risultati dai motori di ricerca: un quarto del totale di quelle inviate nel periodo preso in esame (complessivamente 255.600). Seguono sul podio la Germania (con 176.100 richieste, circa il 17% del totale) e il Regno Unito (con 125.300 richieste, il 12% del totale). Insieme le richieste presentate nei primi tre paesi rappresentano circa la metà delle istanze di esercizio di diritto all’obblio in Europa tra il 2015 e il 2021. L’Italia è quinta nella classifica dei paesi da cui sono provenute più richieste di cancellazione e oscuramento dei risultati sui motori di ricerca: in totale sono state nello stesso periodo di riferimento circa 89.100.classifica paesi europei richieste diritto all oblio

L’Estonia è invece il paese con una maggiore densità di richieste: ce ne sono state 53 ogni 10mila abitanti, più del doppio della media. Solo a distanza si trovano la Francia con 40 richieste ogni 10mila abitanti e i Paesi Bassi con 32. L’Italia è 24esima nella classifica per densità di richieste di esercizio del diritto all’oblio, con 15 richieste ogni 10mila abitanti. La stessa classifica è chiusa dalla Bulgaria con solo sei richieste per 10mila abitanti, tre volte in meno della media.

Più in generale, gli abitanti dell’Europa occidentale e quelli del Nord Europa sembrano i più sensibili all’argomento e preoccupati della propria privacy online, tanto da aver effettuato in media rispettivamente 28 e 21 richieste di esercizio del diritto all’oblio ogni 10mila abitanti contro la media di 16 e 10 richieste ogni 10mila abitanti dei paesi del Sud Europa e dell’Europa orientale.

Su quante pagine gli europei hanno esercitato il diritto all’oblio e perché

In totale tra il 2015 e il 2021 sarebbe stata chiesta la cancellazione al solo Google di oltre quattro milioni di pagine (4.009.729 per l’esattezza).

diritto all oblio in Europa quante richieste

In media ogni europeo che ha provato a esercitare il proprio diritto di essere dimenticato dalle Rete ha chiesto la cancellazione di quattro pagine web.

Non sempre è facile categorizzare cosa contenessero le pagine nascoste da Google e gli altri motori di ricerca: Surfshark non è riuscito a farlo con metà dei propri risultati. Circa il 17% dei risultati nascosti in questi anni riguarderebbe informazioni professionali del richiedente, mentre una pagina su dieci reati attribuiti o imputati al richiedente. Solo il 6% delle pagine è stato nascosto, invece, perché contenente dati e informazioni personali come indirizzi, contatti o immagini e video per cui non esisteva più interesse pubblico alla condivisione.

Note
  1. Statista

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