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Donne e tecnologia: un progetto formativo e una lista di eccellenze italiane

Donne e tecnologia: un progetto formativo e una lista di eccellenze italiane

Women in Technology punta a inserire le studentesse italiane nel mercato del lavoro digitale e della tecnologia.

L’empowerment delle lavoratrici donne non può che passare, oggi, dalle competenze digitali. Nonostante sia stato sottolineato che la maggior parte delle professioniste sfruttano, già oggi, le e-skill meglio dei loro colleghi maschi, infatti, l’accesso alle carriere digitali può risultare ancora particolarmente complesso, soprattutto nelle aree geografiche del Paese a minor impatto tecnologico.

A questo servono, allora, progetti come il Women in Technology – WIT, promosso dalla Fondazione Mondo Digitale in partnership con Costa Crociere Foundation. Rivolto alle scuole superiori di Calabria, Campania e Sicilia, il progetto ha come obiettivo quello di accompagnare nel mondo del lavoro 150 tra le migliori studentesse degli istituti coinvolti, a partire dalla selezione di idee imprenditoriali innovative nel campo della tecnologia.

Alle studentesse (e ai loro insegnanti) sarà riservato, così, un percorso formativo ad hoc, mirato all’acquisizione di soft skill come le capacità di leadership e problem solving o una certa vision imprenditoriale, ma anche di competenze tecniche e di settore. Chi sceglierà di partecipare a Women in Technology – WIT, infatti, riceverà formazione e mentoring in tutte le fasi che contraddistinguono un vero path imprenditoriale: dalla redazione del business plan , allo sviluppo operativo e strategico del progetto, alle fasi di controllo e revisione.

Dal punto di vista operativo, del resto, questo progetto proverà a sfruttare un approccio di learning by doing, spingendo le studentesse coinvolte a elaborare la propria idea di micro-imprenditoria con unico vincolo che sia di pertinenza del settore tecnologico e dell’ICT. Alle migliori idee nate in seno al Women in Technology – WIT sarà offerta, quindi, la possibilità di essere presentate al network di aziende, enti e istituzioni che ogni giorno supportano la Fondazione Mondo Digitale nella sua mission : in questo modo le studentesse entreranno in contatto con il mercato del lavoro e con veri professionisti che le aiuteranno a comprendere realizzabilità e scalabilità della propria trovata di business. Senza contare che, grazie alla collaborazione con la piattaforma per l’ innovazione sociale phyrtual.org, potranno entrare in contatto con stakeholder pubblici o privati potenzialmente interessati in investimenti o sponsorship.

Iniziative come questa, insomma, non hanno solo obiettivi concreti come quello di prevenire e affrontare il problema dei Neet (acronimo di Not in Education, Employment or Training, cioè giovani che non studiano e non lavorano, in Italia circa il 27%), particolarmente evidente nelle regioni del Centro-Sud dove tradizionalmente i tassi di abbandono scolastico e di mancata occupazione sono tra i più alti. Più in generale, contribuiscono a migliorare la percezione che si ha, a livello sociale, del rapporto tra donne e tecnologia, donne e professioni tecnico-scientifiche.

Il tema è, infatti, dei più controversi: c’è chi ha provato a fornire regole d’oro perché le lavoratrici del settore possano avere opportunità di carriera del tutto uguali a quelle dei loro colleghi uomini. Quello che non si dice quasi mai, però, è che da almeno dieci anni il cambiamento digitale, in campo lavorativo e non, è guidato persino in paesi come l’Italia dalle donne. A loro è dedicata, così, la prima #DigiWomen, una lista (non una classifica, ci tengono a precisare i responsabili) delle quindici donne che rappresentano l’eccellenza italiana nel settore della tecnologia selezionate da Digitalic. «Sono persone – scrive Francesco Marino, direttore della rivista – che per la loro capacità di innovazione, determinazione, leadership si sono distinte. Sono degli esempi a cui guardare per esserne ispirati, sono donne capaci di incidere in maniera significativa nella vita degli altri, attraverso la tecnologia, le loro capacità, le loro parole e soprattutto il loro esempio».  

Ecco le 15 #DigiWomen premiate da Digitalic
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Le 15 donne italiane più influenti nel settore della tecnologia, secondo #DigiWomen.

Tra le #DigiWomen italiane, insomma? Ci sono ceo, amministratici delegate, responsabili, vicepresidenti di alcuni grandi gruppi imprenditoriali nel settore del hi-tech e dei servizi digitali. C’è Paola Bonomo che, a soli 46 anni, è oggi responsabile dei servizi di global marketing di Facebook. Ci sono professioniste che si occupano, per lo più, di contenuti e creatività digitale e c’è chi prova a portare l’ innovazione degli ambienti 2.0 nell’amministrazione della cosa pubblica (come Roberta Cocco, Assessore all’Innovazione del Comune di Milano) o del più tradizionale mondo del giornalismo “al femminile” (come Annalisa Monfreda, direttrice e responsabile del restyling di Donna Moderna). Tra le eccellenze femminili del digitale italiano ci sono, però, anche (ex) startupper devote al made in Italy (Paola Marzario di Brandon Ferrari), visionarie dell’interaction design del futuro (Simona Maschi), donne “geniali” della robotica che ogni giorno progettano piante robotiche e robot che migliorino la vita delle persone (Barbara Mazzolai, così l’ha definita RoboHub) e persino una “storyteller”, 2.0 s’intende (Fabia Timaco), che sul web racconta le storie delle persone come lei a cui la tecnologia, nella forma di un arto robotico, ha cambiato la vita.

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