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Il fatturato eCommerce italiano continua a crescere a ritmi sostenuti secondo Casaleggio Associati

Il fatturato eCommerce italiano continua a crescere a ritmi sostenuti secondo Casaleggio Associati

Era di 64.1 miliardi di euro a fine 2021, il +33% rispetto all'anno precedente: sulla distribuzione del fatturato eCommerce italiano incideranno però secondo il report di Casaleggio Associati dinamiche e strategie post-COVID.

Valeva oltre 64 miliardi di euro il fatturato ecommerce italiano a fine 2021, complessivamente il 33% in più rispetto all’anno precedente. L’ultima percentuale conferma come ancora nel 2021 le vendite digitali in Italia – e non solo – abbiano subito una sorta di “effetto pandemia”: con i negozi chiusi, le restrizioni agli spostamenti e le altre misure anticontagio adottate dai governi c’è stato un boom di acquisti online durante i lockdown che è risultato in almeno 3 milioni di italiani che per la prima volta hanno acquistato in Rete in questo periodo e in una crescita del fatturato eCommerce in Italia solo nel primo trimestre del 2021, quando la curva dei contagi era più sostenuta, del 78%, ben oltre la media annuale. Ora però tutto sembra far pensare a un “cambio di passo dopo il Covid Boom”, come recita il sottotitolo di “eCommerce in Italia 2022”, il report annuale di Casaleggio Associati presentato il 5 maggio 2022 a Milano: lo suggerisce soprattutto come sta cambiando la distribuzione dei fatturati tra i diversi settori.

impatto pandemia su vendite digitali

Fonte infografica: Casaleggio Associati

Come sono distribuiti i fatturati eCommerce italiani tra i diversi settori

Nel corso del 2021 gli italiani avrebbero speso mediamente a testa 1608 euro per gli acquisti digitali, leggermente sopra la media globale di 1017 dollari che basta comunque anche da sola a segnare un +7.4% di spesa pro capite per gli acquisti online rispetto all’anno precedente. Lo scontrino medio sui siti di eCommerce è stato di 134.90 euro, con cifre che oscillano però da un minimo di 39 euro per i prodotti dell’editoria a un massimo di 214 euro per i prodotti di arredamento.

Cosa gli eBuyer nostrani hanno acquistato di più lo suggerisce soprattutto la distribuzione dei fatturati eCommerce.

fatturati eCommerce in Italia 2022 per settore

Fonte infografica: Casaleggio Associati

Il tempo libero continua a coprire il grosso (il 48%) del fatturato nostrano, con una crescita attribuibile quest’anno soprattutto a gioco online ed eSport.

eCommerce in Italia 2022: il ruolo preminente dei marketplace

L’altra fetta più grossa del fatturato proveniente dalle vendite digitali è attribuibile secondo “eCommerce in Italia 2022” ai centri commerciali, che coprono il 22% del totale, con una crescita in percentuale di solo l’1% rispetto alla rilevazione precedente ma in fatturato di almeno il 40%.

Nella categoria Casaleggio Associati fa rientrare essenzialmente i marketplace da cui proviene ormai praticamente la totalità degli acquisti online degli italiani: nel 2021 chi ha acquistato in Rete lo avrebbe fatto, secondo la ricerca, da Amazon nel 95% dei casi, da eBay nel 46% e da Zalando nel 45%.

Ciò non può che riflettersi anche nella composizione della top 100 dei siti di eCommerce più popolari in Italia: non solo i marketplace rappresentano da soli il 16% degli operatori in classifica, ma occupano per intero il podio, con Amazon al primo posto, eBay al secondo e Subito.it al terzo.

top 100 siti di ecommerce in italia 2022

Le prime quaranta posizioni della top 100 di siti eCommerce più visitati in Italia secondo Casaleggio Associati. Fonte infografica: Casaleggio Associati

Numericamente tra i siti di eCommerce da cui gli italiani hanno acquistato di più lo scorso anno non mancano quelli dei produttori che hanno cominciato a vendere anche online per molti versi “scavalcando” la figura dei retailer, fisici o digitali che fossero: sono circa il 35% del totale, ma per trovare il primo si deve scorrere fino al 46esimo posto della classifica. Il mercato eCommerce italiano si conferma, insomma, piuttosto concentrato.

Turismo e alimentari sono i settori che, online, ancora risentono di più dell’effetto pandemia

Per tornare alla distribuzione dei fatturati eCommerce italiani, il terzo settore per incidenza continua a essere il turismo con un 11% sul totale, percentuale rimasta invariata rispetto alla rilevazione precedente.

Sul turismo – come più in generale sui servizi che oggi rappresenterebbero appena un acquisto digitale su cinque, secondo altre ricerche di settore – hanno inciso fortemente le restrizioni e limitazioni agli spostamenti adottate per contenere il contagio da coronavirus: solo nel 2020 aveva perso il 58%, così che anche la ripresa del +29% nel corso del 2021 non è bastata a riportarlo a livelli pre-pandemia, quando incideva per il 26% sul fatturato eCommerce (secondo l’ultimo dato pre-COVID disponibile, ossia quello del 2019).

Altro settore su cui continua a notarsi evidente l’effetto pandemia è l’alimentare: secondo i dati di “eCommerce in Italia 2022” questo settore copre oggi almeno il 6% del fatturato eCommerce italiano e, soprattutto, dopo l’exploit del 2020, quando ha fatto registrare un +63% grazie a un gran numero di italiani per cui fare la spesa online è diventata un’abitudine, non ha arrestato la propria crescita nel corso del 2021, facendo registrare un +37%.


Il resto della torta è diviso secondo Casaleggio Associati tra assicurazioni (4% del fatturato eCommerce totale, con una crescita del 5% rispetto al 2020), elettronica di consumo (4%; +21%), moda (2%; +36%), editoria (2%; +19%), salute e bellezza (1%, +38%) e casa, ufficio e arredamento (1%, +24%).

Quanto e come crescerà il fatturato eCommerce in Italia 2022 secondo Casaleggio Associati

Nell’immediato futuro questa distribuzione del fatturato eCommerce potrebbe variare considerevolmente. Solo per il turismo si prevede, infatti, per esempio una crescita del 60% nel 2022 grazie all’eliminazione della maggior parte di restrizioni e misure di contenimento del contagio.

Tra gli altri settori che dovrebbero crescere di più secondo “eCommerce in Italia 2022” ci sono salute e bellezza – trainato dall’ePharma e dall’abitudine acquisita ormai anche per molti italiani di acquistare in Rete farmaci senza prescrizione e altri prodotti da banco – per cui si attende nel corso dell’anno una crescita del 49% e ancora l’alimentare, considerato non a caso anche da altre ricerche di settore tra i comparti più «dinamici», per cui si prevede un +36%.

Anche moda, casa, ufficio e arredamento ed elettronica di consumo cresceranno a ritmi sostenuti. Lo stesso non si può dire, invece, per tempo libero ed editoria, forse anche in virtù del fatto che sono tra quelli in cui gli italiani spendono da più tempo e per questo ormai “maturi”. Nel complesso Casaleggio Associati stima una crescita del fatturato eCommerce italiano per il 2022 del 34.7%.

Cosa le aziende italiane si aspettano dal futuro dell’eCommerce

Lo studio “eCommerce in Italia 2022” fornisce ulteriori previsioni e accenna a trend per l’eCommerce che neanche i player italiani potranno più ignorare come social commerce , live commerce (o shopstreaming ) ed eCommerce vocale, ma anche eCommerce nel metaverso e più in generale realtà virtuale e realtà aumentata sfruttate per rendere quanto più omnicanale possibile l’esperienza d’acquisto e, parlando di pagamenti digitali, a formule come quella del buy now pay later .

Il focus è, però, soprattutto su cosa le aziende si aspettano dalle proprie strategie eCommerce e come le stanno progressivamente modificando. Fin qui cambiare modalità di vendita, anche in direzione di una maggiore prevalenza del digitale, sembra aver garantito ai player italiani risultati solo limitati: basti pensare che appena il 15% delle aziende italiane guadagna oggi almeno un euro su cento dall’eCommerce (contro una media europea del 20%).

fatturati ecommerce 2022 delle aziende italiane da dove provengono

Fonte infografica: Casaleggio Associati

Non stupisce così che tra gli obiettivi che le aziende italiane individuano come prioritari da raggiungere con le proprie strategie eCommerce per il 2022 ci siano aumentare il fatturato (è così per il 59% del campione Casaleggio Associati), acquisire nuovi clienti (45%) e fidelizzare quelli presenti (36%), aumentare la brand awareness (28%) e guadagnare quote di mercato rispetto ai competitor (24%).

strategie ecommerce obiettivi 2022

Fonte infografica: Casaleggio Associati

Perché per le aziende italiane che vendono online è sempre più importante il tema della sostenibilità

Le aziende italiane sembrano sempre più consapevoli che gli eCommerce e più in generale i canali digitali sono quelli che favoriscono l’incontro soprattutto con le più giovani generazioni di consumatori, come quelli della generazione z (anche chiamati a volte “Z-customer”). Tenere conto delle loro abitudini di consumo e di cosa si aspettano dai brand sarà altrettanto fondamentale nell’orientare le strategie eCommerce per il futuro.

Non a caso c’è un tema che chi vuole vendere online e con buoni risultati non può più ignorare: quello della sostenibilità. Otto aziende su dieci da quelle intervistate da Casaleggio Associati per “eCommerce in Italia 2022” affermano di avere già all’attivo progetti e iniziative sostenibili e mirate a raggiungere gli obiettivi ESG, forse anche consapevoli del fatto che c’è una buona fetta di italiani disposta a pagare di più per prodotti più sostenibili.

La maggior parte di progetti e iniziative è legata a ridurre gli sprechi di materia prima in un’ottica di economia circolare e a rendere più sostenibile il packaging. Mentre ci sono “campioni” e da cui vengono le migliori case history in questo senso, il bollino nero andrebbe a settori come casa, ufficio e arredamento e centri commerciali.

Tra i fenomeni che stanno già prendendo piede in Italia e che soprattutto gli eRetailer non potranno più ignorare c’è soprattutto quello del second hand, cioè della vendita di item usati.

Investire sulle vendite tramite canale digitale sembra comunque, già di per sé, una scelta più sostenibile se è vero che, com’è stato calcolato, l’impatto CO2 dell’eCommerce è quasi due volte e mezzo inferiore rispetto a quella della catena di distribuzione fisica.

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