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Elezioni politiche 2018: come si preparano i social network?

Elezioni politiche 2018: come si preparano i social network?

I social predispongono iniziative specifiche in vista delle elezioni politiche 2018, ma per la tutela della par condicio non ci sono strumenti cogenti.

Il 4 marzo 2018 gli elettori saranno chiamati a compiere la loro scelta per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, oltre che per i Consigli Regionali di Lazio e Lombardia. Anche se le modalità “operative” di voto prevedono ancora l’utilizzo della proverbiale matita (sempre fonte di discussioni), non ci si può non accorgere di come le elezioni politiche 2018 risultino legate a doppio filo alle dinamiche dei social network .

Politica e social: il virus delle fake-news…

Per comprendere questa affermazione, si pensi, ad esempio, a come è mutato il sistema dell’informazione. Negli ultimi anni, infatti, si è diffuso a macchia d’olio il fenomeno delle fake news, che nella stragrande maggioranza dei casi vengono rilanciate proprio attraverso i social network, tant’è che alcuni stati come la Germania hanno ritenuto di dover intervenire in maniera estremamente rigorosa sulla divulgazione di bufale e gli stessi gestori delle piattaforme social hanno cercato di approntare delle contromisure – si pensi alle iniziative di Facebook contro le fake news – per arginare questa grave forma di distorsione informativa. Ebbene, se si riflette sul dato per cui un’ampia maggioranza delle notizie false che vengono immesse in rete presenti una connotazione politica (o meglio, anti-politica), ben si comprende quanto stretto e complicato sia il rapporto che oramai si è instaurato tra la creazione (o la distruzione) del consenso elettorale e il mondo delle piattaforme sociali. Si pensi, su tutti, al caso relativo alle elezioni presidenziali statunitensi, rispetto al quale vi sono a tutt’oggi indagini in corso per comprendere se – ed eventualmente in che termini – vi siano stati condizionamenti nella formazione del convincimento degli elettori mediante le informazioni e le posizioni rilanciate da falsi utenti Twitter manipolati da hacker al soldo di Governi stranieri.

…ma anche uno straordinario strumento di democrazia partecipata e consapevole

Tuttavia sarebbe oltremodo riduttivo ritenere che l’incidenza del social nella formazione della volontà del corpo elettorale (quindi, per quanto d’interesse, rispetto all’esito delle elezioni politiche) si riduca alle influenze nefaste derivanti dalla diffusione delle fake news . Va messo in rilievo, infatti, come gli strumenti social offrano possibilità fino a pochi anni fa assolutamente inimmaginabili, come ad esempio quella di interagire in diretta con il politico di turno (si pensi all’iniziativa “Matteo risponde“, portata avanti dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, nella quale era proprio attraverso le domande poste dagli utenti sulle diverse piattaforme sociali che si dipanava la narrazione politica).

Premesso che la creazione di un profilo sembra oramai divenuta essenziale per una strategia comunicativa efficace (tant’è che tutti i principali partiti, movimenti, formazioni e candidati ne sono già da tempo provvisti), sempre più politici, poi, hanno preso a “rilanciare” sui media sociali gli interventi realizzati sui media audiovisivi, ad esempio attraverso una diretta Facebook o comunque mediante la pubblicazione sulle proprie pagine social del link della puntata del programma cui hanno appena partecipato o direttamente del relativo video.

Proprio facendo leva sulla pervasività e capillarità che viene a connotare le informazioni diffuse attraverso i media sociali, ANSA e Facebook Italia hanno raggiunto un accordo per realizzare una serie di interviste ai principali protagonisti delle elezioni politiche 2018 da trasmettere sul social network attraverso lo strumento delle dirette. Più nello specifico, le interviste avranno luogo presso la sede italiana di Facebook a Milano e saranno moderate dai giornalisti ANSA che, oltre a stimolare gli ospiti sui temi più importanti in vista del 4 marzo, gli proporranno anche domande formulate direttamente dagli utenti Facebook. Significativo, poi, è il fatto che Luca Colombo, country director di Facebook Italia affermi come l’iniziativa in questione si iscriva nel solco di un «impegno continuo di lotta alla disinformazione», evidenziando quindi come uno degli strumenti per combattere l’informazione inquinata, di cui i social sono stati per troppo tempo passivi catalizzatori, possa individuarsi proprio nell’assunzione da parte di essi di un ruolo finalmente attivo nell’attività giornalistica.

L’attenzione che Facebook riserva alle elezioni politiche 2018, comunque, non si limita alla partnership di cui si è detto, ma è tale da prevedere l’implementazione di due particolari funzioni della piattaforma social, denominate “Candidati” e “Punti di vista“. La prima di esse fungerà essenzialmente da strumento di collegamento tra gli utenti e i candidati del rispettivo collegio, consentendo ai primi di informarsi sui temi maggiormente valorizzati nel dibattito locale ovvero sull’organizzazione di eventi politici. Saranno presenti, tra l’altro, informazioni operative che consentiranno agli utenti di comprendere le modalità di espressione del voto. Con la funzione “Punti di vista“, invece, si mira a fornire agli utenti uno strumento di orientamento nel voto e monitoraggio del consenso che ciascuna forza politica risulta avere secondo i più accreditati sondaggi. In particolare, in base alle informazioni che gli stessi partiti avranno fornito sulle rispettive pagine nella sezione “Temigli elettori potranno agevolmente conoscere e mettere a confronto le posizioni di ciascuna parte politica rispetto alle questioni più attuali e d’interesse. Autorevole anche la modalità di organizzazione e selezione delle categorie tematiche, curate d’intesa con il Censis e l’International Center on Democracy and Democratization della LUISS.

Da ultimo, il giorno delle elezioni politiche gli utenti di Facebook potranno leggere in cima al loro NewsFeed le informazioni ufficiali su come e dove votare e si avrà la possibilità di  far sapere e condividere con i propri amici che si è appena votato. Il flusso informativo, poi, si completerà con la disponibilità direttamente all’interno di Facebook delle informazioni relative alle sezioni scrutinate, man mano che le stesse verranno aggiornate dalle fonti ufficiali.

Par condicio e social network: strumenti nuovi e problemi vecchi per le elezioni politiche 2018?

I servizi offerti o le informazioni rilanciate dai social network, comunque, dovrebbero essere tali da garantire la cd. par condicio, ovverosia un eguale trattamento per tutti i competitor che partecipano alla tornata elettorale. Tuttavia, la disciplina normativa in materia (derivante dalla Legge 22 febbraio 2000, n. 28, recante “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica“) si presenta assolutamente obsoleta rispetto all’universo dei social (o, più in generale, rispetto alla rete), contemplando e regolamentando solamente la comunicazione politica radiotelevisiva (art. 2) e i messaggi politici elettorali su quotidiani e periodici (art. 7). Ora, se a tutto concedere la disciplina in parola può estendersi ai giornali online, senz’altro ciò non può valere per soggetti giuridicamente magmatici come i social network che sicuramente non sono né quotidiani né periodici, eppure entrano in maniera assolutamente preminente nelle dinamiche dell’informazione (anche) politica.

Proprio per far fronte a questa criticità, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha convocato un tavolo tecnico a margine del quale sono state approvate le “Linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2018″. Si tratta – è bene precisarlo fin da subito – di un intervento di autoregolamentazione, ovverosia la cui operatività è rimessa all’adesione volontaria da parte dei relativi destinatari e che si sostanzia nell’estrapolazione dei principi generali che informano la materia e che, in quanto tali, sono applicabili a tutti i mezzi di informazione, comprese le piattaforme digitali. Centrale a giudizio dell’Authority è il tema della parità di accesso agli strumenti di informazione. Sul punto, sebbene il sistema dettato dalla L. 28/200o per i media offline non possa essere mutuato per le piattaforme sociali, occorre che esse si uniformino quantomeno ai principi della materia, garantendo «per tutti i soggetti politici, con imparzialità ed equità e alle medesime condizioni, l’accesso agli strumenti di informazione e comunicazione politica forniti dalle piattaforme digitali (Google e Facebook, in particolare)» (punto 1).

Altra tematica centrale è quella della trasparenza dei messaggi pubblicitari elettorali (punto 2), ritenendo l’AGCOM che per tutte quelle inserzioni commissionate da soggetti politici sussista la imprescindibile necessità di rendere conoscibile agli utenti la natura di “messaggio elettorale”, precisando altresì l’identità del committente e ciò alla stregua di quanto già avviene per i media offline (art. 7 L. 28/2000).

«Particolarmente urgente» poi è ritenuta dall’Autorità indipendente la necessità di «condividere modalità di utilizzo degli strumenti esistenti» in caso di diffusione di messaggi o videomessaggi in violazione di legge, su tutti sondaggi elettorali che, com’è noto, non possono più essere pubblicati a partire dal 15° giorno antecedente il voto (punto 3). Il relativo divieto, stabilito dall’art. 8 della L. 28/2000, è infatti espressione di un principio generale e  deve perciò ritenersi applicabile anche alle piattaforme sociali.

Da ultimo, ma certo non per importanza, l’AGCOM ribadisce il divieto dell’utilizzo delle pagine istituzionali delle amministrazioni pubbliche per fini elettorali (punto 4) e auspica l’estensione alle piattaforme sociali del divieto, da parte dei soggetti politici, di ogni forma di propaganda, per evitare di influenzare l’esito delle elezioni politiche attraverso pressioni ritenute indebite nei due giorni che precedono il voto, in quanto incidenti sull’elettorato ancora indeciso, ovverosia il cd. silenzio elettorale (punto 5), chiudendo con una raccomandazione affinché particolarmente stringenti siano le attività di fact-checking in una fase come quella della campagna elettorale, decisiva per le sorti e il futuro del Paese (punto 6).

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