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Inbound Strategies 2017: uno sguardo all'evento su eCommerce e SEO

Inbound Strategies 2017: uno sguardo all’evento su eCommerce e SEO

Uno sguardo d'insieme all'evento che è stato occasione di socialità (e social), di confronto e tanto altro ancora: Inbound Strategies 2017.

Se gli aspetti tecnici dell’ ecommerce e della seo sono ben nascosti agli occhi degli utenti e possono essere percepiti come frutto di un lavoro quasi freddo e distaccato, certo non lo sono gli individui che invece se ne occupano che risultano essere appassionati, cordiali, socievoli. È esattamente quello che possiamo affermare per tutte le persone del settore che abbiamo incontrato in occasione dell’Inbound Strategies 2017 che si è tenuto il 10 e 11 marzo a Milano.

Da un evento organizzato da Ivan Cutolo e Ivano Di Biasi – che incarnano perfettamente tutti i valori di cui sopra – non ci aspettavamo, d’altronde, nulla di diverso. L’evento è stato, infatti, uno specchio della loro precisione professionale, della loro competenza e della loro spiccata umanità.

Il primo impatto con l’Inbound Strategies 2017

Foto realizzata e pubblicata da Inbound Strategies 2017

Più che media partner ci siamo sentiti parte integrante dell’evento, lavorando fianco a fianco con Cutolo e Di Biasi e con il loro energico team. La nostra due giorni ha avuto inizio, in realtà, il pomeriggio precedente, quando – appena arrivati alla metropolitana che ci avrebbe portati alla location – abbiamo incrociato lo sguardo di uno dei relatori: Daniele Rutigliano, con cui abbiamo condiviso il tragitto fino al Grand Hotel Barone di Sassj. Un momento che potrebbe sembrare insignificante, ma che invece è funzionale al resoconto dell’evento, caratterizzato, infatti, da un continuo incrocio di sguardi, racconti, scambio di opinioni, in una atmosfera cordiale, piacevole e stimolante.

Se è vero che gli organizzatori sono stati attenti ad ogni dettaglio, altrettanto si può dire della maggior parte dei relatori da loro invitati che hanno presentato interventi utili e interessanti.

Uno sguardo ai motori di ricerca

Nel corso della due giorni ampio spazio è stato dedicato, durante speech che si sono susseguiti in sala plenaria, agli aspetti tecnici che caratterizzano le fasi di ricerca di contenuti sul web, sia dal un punto di vista dell’utente che ne fruisce sia dal punto di vista del creatore.

Ivan Cutolo nel suo intervento di apertura si è soffermato sulla SEO per l’eCommerce, parlando dell’importanza dell’https e del blog e presentando strumenti utili per comprendere l’uso delle keywords e dei contenuti correlati.
Proprio la questione keywords è stata ripresa da Riccardo Mares che ha analizzato il Funnel customer journey  per poi lasciare la parola a Simone Righini che, attraverso 5 step (conoscere i fattori di ranking di Google, identificarne le funzioni, assegnare loro importanza e priorità, definire i tempi e la struttura del team), ha identificato un piano di azione SEO.

Spazio, poi, anche alla SEO mobile con Marco Maltraversi che ha indagato aspetti essenziali per trarre valore dal comportamento di navigazione degli utenti.
Come, però, un sito Internet viene valutato da Google? Ne ha parlato Massimo Fattoretto che, dopo un excursus sulla link building e su come Google ha iniziato ad analizzare i siti web, ha ripreso il concetto di semantic web poco prima anticipato da Ivano di Biasi che ha infatti sottolineato come evitare di confonderlo con il  copywriting strategico.

Un intervento molto tecnico e anche molto apprezzato (un confronto con i partecipanti ce ne ha dato la conferma, ndr) è stato, poi, quello di Matteo Zambon che con il suo “Google Tag Manager Avanzato” ha catturato la platea utilizzando termini semplici per concetti – nella percezione dei più e dei non addetti ai lavori – complessi: uno per tutti “barbatrucchi” (in riferimento ai referral).

Uno sguardo al marketing e ai contenuti

Matteo Pogliani nel suo intervento a Inbound Strategies 2017

Per chiarire ulteriormente cos’è l’ inbound marketing , Jacopo Matteuzzi ha utilizzato pratici consigli, ha specificato alcuni fattori di ranking e ha portato esempi di strumenti che possono aiutare in una semplificazione del lavoro. A conclusione di un intervento dall’incipit fiabesco (le slide di Jacopo Matteuzzi si sono aperte con il classico “c’era una volta”), lo speech di Matteo Pogliani si è invece focalizzato su una figura mitologica e leggendaria, quella degli  influencer : siamo tutti potenziali tali, ma è solo conoscendo le dinamiche dell’influencer marketing che se ne può trarre un guadagno reale.

Non poteva mancare uno spazio dedicato anche al neuromarketing . Andrea Saletti ha infatti presentato uno speech incentrato su quello che ha definito “Neuro eCommerce“, in altre parole come applicare la disciplina a questo specifico settore per migliorare l’esperienza degli utenti e, così, anche le conversioni.

E non si può, poi, non dedicare qualche parola a colui che ha aperto la strada verso uno studio tecnico dei blog, una sorta di ispirazione per “come guadagnare con un blog” e, cioè, Salvatore Aranzulla. Accolto come vera e propria web star dell’evento, si è prestato ad una intervista/chiacchierata con Salvatore Russo più che ad un intervento standard ed ha così messo in luce diversi aspetti tecnici (ad esempio quelli legati alla SEO) ed organizzativi per dare il giusto valore, in termini di diffusione e ritorno, dei contenuti online.

Fin qui sembrerebbe un evento privo di presenze femminile; in realtà il palco è stato calcato da donne dalla personalità carismatica nonché dalla grande professionalità e competenza. Il primo intervento in rosa nel corso della prima giornata è stato quello di Valentina Turchetti, che ha parlato di conversione attraverso i contenuti, mostrando case study di social media advertising. Sempre di social media hanno parlato Valentina Vellucci e Veronica Gentili, la prima (ad un confronto con i partecipanti una delle relatrici più apprezzate) dedicandosi al ruolo delle metriche e agli effetti della loro analisi sui bilanci aziendali e la seconda focalizzando l’attenzione sulla lead generation su Facebook.

Due sono stati, invece, gli interventi dedicati a singoli case study in riferimento a contenuti su blog:

  • tono di voce, personalità del testo e concetti affini utili a costruire dei testi che trasmettano i valori aziendali sono stati al centro di uno speech di Valentina Falcinelli che non è nuova a interventi del genere (in effetti lo speech è parso come un qualcosa di “già sentito”, presentato già in altre occasioni, risultando così probabilmente il più debole intervento dell’evento);
  • modi creativi per pensare a quali contenuti realizzare e come scriverli con un equilibrato occhio agli aspetti tecnici sono stati invece il cuore dell’intervento di Flavia Imperatore, che ha presentato il caso di successo di Mysia.info.

L’evento si è concluso con Valentina Tanzillo che ha dedicato il suo speech al visual storytelling e all’importanza della scelta delle immagini giuste su piattaforme come Pinterest e Instagram.

Infine, uno sguardo ai workshop

Francesco Piersimoni e Antonella Apicella nel loro workshop dedicato alla keyword research strategica e al copy per eCommerce

Parallelamente alla sessione plenaria, hanno avuto luogo diversi workshop di approfondimento su temi caldi dell’inbound marketing. Già nelle premesse, infatti, questa edizione di Inbound Strategies puntava a essere concreta, pratica, diretta. Intervistato qualche settimana prima dell’evento, Ivan Cutolo ci aveva raccontato che, al momento di «buttare giù prime idee con Ivano Di Biasi e tutto lo staff organizzativo di questa grande macchina, ci siamo posti un’ unica domanda: cosa vorremmo da un evento di formazione? La risposta è stata: vorremmo portarci a casa da un momento di formazione un’esperienza non solo teorica ma anche pratica, consigli da poter applicare, tecniche, metodo di lavoro. Questo è stato, allora, il motore che ha dato vita a tutto il progetto. Praticità, realtà e concretezza sono state l’obiettivo, ma anche il fil rouge, di tutto il programma». Workshop inclusi ovviamente, perché «chi partecipa – continua – dopo due giorni vuole tornare a casa con un know how arricchito da nuovi spunti, nuovi strumenti, nuove conoscenze e contatti».

Francesco Piersimoni e Antonella Apicella si sono concentrati  così sui contenuti, indagando uno le strategie di ricerca delle keywords e l’altra come scrivere nel migliore dei modi i copy per le schede prodotto.

Ampio spazio anche all’eCommerce in particolare con Fabrizio Leo, che ha parlato di miglioramento delle performance, e con Daniele Rutigliano, che ne ha analizzato le fasi di gestione per un progetto vincente ( brand Authoruty e Tools).

Sui risultati è stato incentrato anche il workshop di Eleonora Rocca che si è soffermata sulle strategie di digital marketing per il settore b2b . Fabio Sutto e Matteo Centenaro, invece, si sono focalizzati su Facebook Pixel, Facebook API, su come targettizzare l’audience e puntare alle conversioni. Workshop di tipo “advanced“, insomma. Due, in effetti, riportavano precisamente questo termine nel loro titolo: quello sulla SEO di Giuseppe Liguori e Gaetano Romeo  che si sono occupati rispettivamente di tecniche SEO on page e tecniche di link building – e quello interamente dedicato ad Adwords di Riccardo Rodella e Matteo Bergamo.

Tutti gli interventi sono stati introdotti da Salvatore Russo che, in veste di presentatore, ha portato avanti la due giorni con entusiasmo e leggerezza, sempre preciso rispetto agli argomenti trattati dai diversi relatori: in sostanza un giusto mix di competenza, professionalità e simpatia. Durante tutto l’evento, poi, non ha dimenticato di evidenziare il lavoro fatto dal social media team che ha battuto senza sosta le dita sulle tastiere dei PC, dei tablet e degli smartphone. Proprio volgendo uno sguardo al loro di questo team e, più in generale, alla presenza digital dell’evento, non si può che trattare separatamente alcuni elementi cardine.

Brand Identity

Il concept è chiaro e viene magistralmente declinato in tutti i momenti dell’evento: a Inbound Strategies 2017 si parla di concretezza o, meglio, si parla concretamente senza dar spazio alla fuffa” che ormai da tempo inquina gli ambienti digital. Partiamo dalla presenza del “target” all’interno del logo : niente giri di parole, l’intento è andare dritti all’obiettivo.

Logo Inbound17

Le grafiche dell’evento, realizzate da Gianni Di Giovanni di Seo Cube, sono armoniose e gli intrecci cromatici danno vita ad un piacevole gioco di linee che ritroviamo in tutti gli elementi dell’immagine coordinata. Stesso discorso per la parte testuale, a cura di Annette Palmieri di Seo Chef che ha cercato di raggiungere il potenziale partecipante con parole semplici e concise e, visti i risultati (sold out a poche settimane dall’evento, ndr), è riuscita a generare conversioni.

Sul sito, semplice e intuitivo, navigabile da desktop e da mobile, è stato declinato il concept attraverso un’esperienza di navigazione “concreta”. Le informazioni erano facilmente reperibili in entrambe le versioni, nell’ottica di un approccio pratico e user oriented. Ben contestualizzato anche il blog, elemento chiave delle strategie di inbound marketing, aggiornato con cadenza settimanale sugli argomenti che sarebbero stati affrontati durante l’evento. Dunque, un esempio di applicazione pratica e di continuità dei contenuti che ha affiancato ai post a firma della redazione quelli di Marilena D’Ambro, giornalista e membro del Social Team di Inbound Strategies.

Le poche voci che caratterizzano il menù del sito sono quelle che contano: sono descritti evento e obiettivi, sono presentati relatori e programma, sono state fornite informazioni su come partecipare. Scrollando la pagina, poi, tutte le altre informazioni: dalla presentazione degli sponsor allo sconto Uber riservato ai partecipanti (uno dei dettagli che ha contribuito a fare la differenza rispetto a tanti altri eventi sul territorio nazionale).

L’assistenza all’utente – sempre ben in visibile attraverso il badge di Facebook – e le informazioni di contatto nel footer sono, inoltre, state collegate ai principali canali social dell’evento. Unica pecca, l’assenza di un indirizzo email in vista: se è vero che ormai siamo tutti sui social e che l’assistenza all’evento su questi canali è stata più che puntuale (il badge verde dell’elevata reattività ai messaggi alla pagina Facebook non si è mai spento nei giorni precedenti e successivi all’evento, ndr), è anche vero che l’email resta un punto di riferimento e merita ancora uno spazio.

Presenza sui Social e account ufficiali

Facebook

Pagina ufficiale (1004 fan al 17.3.2017 con il 491% in più di “mi piace” nei giorni successivi all’evento).

La pagina di Inbound Strategies è un ottimo strumento per reperire le informazioni prima, durante e dopo l’evento. È stata, infatti, una pagina vitale ed attiva prima con memorandum su speaker, scadenze e variazioni e dopo attraverso la pubblicazione dei materiali e gli aggiornamenti.

Fra questi spicca sicuramente il racconto fotografico a cura di Davide Esposito, giornalista e fotografo ufficiale dell’evento. Se il formato live video è quello che ha la meglio sui social in questo periodo, troviamo due sole dirette evento sulla pagina (il numero ridotto però è colpa, più che altro, dei problemi di connessione che si sono presentati di tanto in tanto nel corso della due giorni): una dedicata all’apertura dei lavori e una dedicata a Salvatore Aranzulla. Sempre la pagina Facebook è il luogo in cui si avanza l’ipotesi di un’edizione 2018 e la call to action (“è solo continuando a seguirla che saprete qualcosa in più”) dopo qualche ora si trasforma in “non prendere impegni il 9 e il 10 marzo 2018”.

La pagina evento su Facebook, poi, nei numeri (98 persone hanno partecipato e 171 persone interessate all’evento) non rende giustizia della massiva partecipazione: Inbound Strategies ha registrato, infatti, 400 partecipanti che superano di gran lunga i numeri anticipati dalla pagina che, nel complesso non è stata molto attiva nelle interazioni all’interno della discussione, ma è stata in ogni caso utilizzata al meglio.

Il Gruppo Facebook Inbound Strategies (gruppo pubblico con 98 membri al 17.3.2017), online da ottobre 2016, ha visto nei giorni dell’evento il boom delle iscrizioni, a dimostrazione del fatto che gli eventi sono e restano un efficace strumento di networking, donando umanità alla virtualità degli incontri social e mettendo in contatto persone accomunate dagli stessi interessi. L’obiettivo del gruppo è quello di creare delle discussioni intorno ai temi dell’inbound marketing e fornire spunti su cosa chiedere agli organizzatori per l’edizione 2018. Perché Inbound Strategies è stato anche questo: ascoltare le richieste provenienti dal web e dare risposta attraverso un evento con professionisti del settore.

L’entusiasmo del pubblico, di conseguenza, nel corso delle due giornate, è stato notevole. A fare la differenza sono stati anche e soprattutto l’ascolto delle richieste provenienti da Twitter e i momenti Q&A successivi agli speech che però, in realtà, si sono prolungati in genere anche oltre. I relatori sono stati, infatti, sempre disponibili a scambiare opinioni e rispondere a dubbi.

Una iniziativa carina degli organizzatori, sempre nella direzione dell’ascolto, è stata pure un’altra: il “Grande Inbound”, un momento di consulenza one-to-one durante il quale gli esperti hanno messo a disposizione dei partecipanti le loro conoscenze e la loro professionalità. Probabilmente si sarebbero potute dare più visibilità e una maggiore valorizzazione, ma si è trattato di una particolare iniziativa che nella prossima edizione potrebbe essere presa nuovamente in considerazione con qualche variazione.

Twitter

Parlando di Twitter nell’ambito di un evento è bene analizzare diverse tipologie di dati. Nell’analisi che abbiamo svolto grazie al nostro partner Talkwalker – azienda che si occupa, mediante il proprio software, di analisi delle attività social – abbiamo prediletto i contenuti organici e frutto dell’interazione umana all’interno dell’evento. In linea con lo spirito della manifestazione, abbiamo insomma voluto dare risalto allo scambio, alla comunicazione, ad attività più “attive” (a differenza, ad esempio, dei semplici retweet). Il live tweeting, infatti, è un’attività utile per condividere all’esterno di un evento delle informazioni o per interagire in modo alternativo con le persone presenti nello stesso spazio fisico (incontrate di persona magari o non incrociate ancora). In quest’ottica, azioni come il retweeting compulsivo, il retweeting automatizzato e il tweeting da casa (dietro la parola live è infatti sottintesa una presenza in loco, ndr) sotto la semplice spinta di quanto si riesce a reperire online uccidono lo spirito dell’informazione. L’obiettivo del twittare non è (o, meglio, non dovrebbe essere) raggiungere il trending topic, ma fornire un servizio di informazione, soprattutto quando fatto da account ufficiali.

Volgendo uno sguardo ai numeri dell’account ufficiale dell’Inbound Strategies troviamo 214 tweet organici con una portata di 31209 utenti e sentiment principalmente neutro (il sentiment neutro dei tweet analizzati è di 55 punti percentuali). All’attività dell’account ufficiale si affianca quello del Social Team con Cora Francesca Sollo (339 tweet), Veronica Ramos (380 tweet), Valentina Baldon (227 tweet), Lorena Nicoletti (128 tweet), Michela Mazzotti (123 tweet) che occupano alcuni dei primi 10 posti della classifica dei Top Influencer dell’evento.

L’analisi dell’ hashtag ufficiale, #inbound17 (analizzato anche nelle possibili declinazioni #inboundstrategies #inbound2017 #inboundstrategies17 #inboundstrategies2017), riporta 3.3K tweet nel corso delle due giornate e la presenza che oscilla fra la terza e la quinta posizione nei trending topic delle due giornate.

Report delle attività Twitter relative all’evento Inbound Strategies, realizzato grazie al nostro partner Talkwalker

Instagram

Parte del team di Inbound Strategies 2017 con alcuni degli elementi cartonati utilizzati per #faccedainbound

Il canale non è presente sul sito, ma è stato attivo dalla mattina stessa dell’evento in occasione dell’iniziativa #faccedainbound. All’ingresso della sala in cui si è svolto l’evento sono state collocate delle palette con le reaction di Facebook, dei baloon contenenti diversi messaggi e cartonati con elementi tipici dell’interazione social. I partecipanti sono stati invitati a sceglierne uno, a pubblicare la foto su Instagram con l’hashtag dedicato e a farsi fotografare da Daniela Guarino e Carolina Fragapane. Risultato? In poche ore il canale si è arricchito di immagini che hanno visto partecipanti, speaker e social team immortalati in pose strane e divertenti. Fra le immagini più significative presenti sul canale, il calzino a pois di Salvatore Russo che invita i partecipanti a unire i puntini per creare una strategia per attrarre gli utenti. Cosa è venuto fuori dall’unione dei puntini non lo sappiamo, ma sicuramente la simpatia e l’energia hanno fatto di Salvatore Russo un motore importante anche per la spinta sui social.

Quando essere “concreti” fa la differenza

Attrarre, convertire, chiudere, fidelizzare: queste le parole chiave dell’inbound marketing, ben tenute in considerazione nell’organizzazione dell’evento, di cui non possiamo, in conclusione, che trarre un bilancio più che positivo.
Inbound Strategies 2017 è stato organizzato pensando ad ogni singolo aspetto: ci sono piccolissime cose da poter migliorare ancora nell’edizione 2018, ma, visto il successo di questo primo lancio, ci possiamo solo aspettare ancor di più e non c’è da dubitare sull’esito, specie se venissero riconfermati team e struttura generale (pensando, ad esempio, che dettagli come l’essere accolti al desk di entrata con un sorriso, come quello cordiale di Mariangela Ferraro ed Enrico Franzese che è stato già di per sé un “cartello di benvenuto” dalla forte valenza), magari scegliendo con la stessa cura anche gli sponsor (la presenza di quelli presenti nell’edizione milanese, ad esempio, ha apportato un ulteriore valore al tutto, perché sono sembrati – per l’attenzione ai dettagli, dall’allestimento dello stand alla presenza di gadget e degli strumenti – in perfetta linea con l’evento) e dando giusto spazio ai momenti di pausa (le Pause Caffè sono state preziose occasioni di networking e il Birra Time del primo giorno una trovata apprezzata dai partecipanti).

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