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Grocery

Significato di Grocery

Grocery Grocery è l’espressione con cui in inglese ci si riferisce tanto ai beni di largo consumo – come alimenti freschi o confezionati, prodotti per l’igiene della casa e della persona e via di questo passo – venduti in genere nei supermercati, quanto al retailer che li commercia.

Grocery: significato e categorie merceologiche

È lo stesso Cambridge Dictionary ad attribuire a grocery significato sia di «store che vende cibo e piccoli oggetti per la casa», sia di «cibo comprato in un supermercato o in un grocery shop». La categoria merceologica in questione, in altre parole, è la stessa di quella della gdo : i fast-moving consumer goods, in acronimo FMCG, ossia prodotti di largo consumo, che rappresentano una voce ricorrente nella spesa delle famiglie e che hanno un’alta frequenza di riacquisto. A monte, però, è la definizione di “consumer good” che varia in maniera considerevole di paese in paese e a seconda addirittura delle abitudini di consumo nel preciso momento storico: mentre fino a qualche tempo fa, per esempio, questa categoria comprendeva esclusivamente i prodotti alimentari, oggi si è progressivamente ampliata fino a includere anche l’elettronica di consumo, tenendo conto come fattore discriminante della produzione su larga scala e del prezzo ridotto di prodotti come questi. In Italia è l’ISTAT ad attribuire ai beni di largo consumo definizione di insieme «che include beni alimentari, prodotti per la pulizia della casa e prodotti per la cura della persona».

Tipologie ed esempi di grocery retailer

Cosa si trova nei grocery stores, in altre parole, dipende molto dalla natura del singolo negozio e, in non pochi casi, anche dalla sua metratura se è un negozio fisico. Soprattutto nel mondo anglofono esiste, infatti, una rigorosa tassonomia dei food grocery store tale che chi entra in un convenience store (simile agli alimentari di quartiere in Italia, ndr), per esempio, sa di poter trovare per lo più prodotti di prima necessità e una scelta decisamente limitata rispetto a quella che avrebbe invece in un supermarket. Se in un supermercato ci sono, cioè, reparti dedicati alla carne o al pesce fresco, quasi mai ciò avviene nei convenience store e, all’estremo opposto, negli ipermercati per esempio è possibile trovare anche biancheria per la casa o per la persona, piccoli elettrodomestici e numerose altre categorie merceologiche che non sarebbe possibile acquistare nei semplici supermarket. Ancora, si può fare grocery shopping in negozi etnici specializzati nella vendita di prodotti alimentari tipici di un paese o dai cosiddetti greengrocer che vendono esclusivamente frutta e verdura e da numerosi altri rivenditori specializzati in singole categorie di prodotti alimentari come prodotti bio, vegetariani o vegani o provenienti dalla filiera casearia, ecc.

La popolarità dei luxury food ha dato nuova vita anche ai cosiddetti delicatessen o gourmet grocery dove si possono acquistare – e assaggiare, dal momento che spesso sono botteghe che fanno anche somministrazione di food & beverage – prodotti tipici e specialità del territorio o cibi pregiati e di top gamma altrimenti introvabili nella grande distribuzione . Va da sé che per ciascuna di queste realtà non è diverso solo il valore medio dello scontrino, ma anche e soprattutto l’esperienza d’acquisto, spesso a partire già da com’è progettata a monte.

Online grocery in Italia

Quando si parla di grocery, comunque, non si può non fare riferimento oggi anche all’eGrocery, ossia alla vendita online e tramite ecommerce di prodotti di largo consumo e alimentari. Le possibili soluzioni sono tante: ci sono sempre più soggetti tradizionali della grande distribuzione che permettono ai propri clienti, che facciano parte di un programma fedeltà o meno, di fare la spesa online e riceverla comodamente a casa o di sfruttare formule più moderne come quella del click&collect con il ritiro in negozio di quanto si è ordinato e pagato online o del drive-in; nel tempo anche brand e aziende del food hanno aperto i propri negozi online e, più in generale, ci sono eCommerce e aggregatori specializzati in prodotti alimentari e per la spesa casalinga; senza contare che ormai da tempo anche Amazon ha iniziato la sua scalata nel grocery online con Amazon Pantry (una speciale confezione, recapitata direttamente all’indirizzo del cliente Prime al raggiungimento di una soglia minima di spesa, da riempire appunto con prodotti alimentari e di largo consumo). Tradotto in numeri, quelli dell’Osservatorio eCommerce B2C di Netcomm, ciò significa che il food & grocery in Italia non solo vale nel 2019 circa 1,6 miliardi di euro ma è cresciuto di quasi il 40% in un solo anno, mentre l’eCommerce in generale cresceva di appena il 15%. Più nel dettaglio, chi compra online prodotti e beni di largo consumo acquista soprattutto alimentare (che copre l’89% del comparto) e prodotti dell’healt & care (11%). Nonostante i trend positivi di cui si è appena detto c’è ancora molto da fare: la penetrazione dell’eGrocery in Italia non raggiunge, infatti, ancora percentuali a due cifre (anzi, sarebbe addirittura ferma a circa l’1%) e con consumatori giovani come i millennials , appassionati di cibo ed esperienze foodie, è più facile pensare che ciò dipenda da problemi strutturali più che da abitudini di consumo e richieste del mercato.

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