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Blog: significato, cos'è e come funziona

Definizione di Blog

blog Un Blog è un sito o una pagina personale gestito da uno o più utenti e aggiornato con una certa costanza. A seconda della tipologia di blog, i contenuti possono essere contenuti di attualità, notizie, guide tematiche per esempio o, ancora, contenuti aziendali.

significato di blog e utilizzo del termine

Il termine “blog” risale agli anni Novanta, al cosiddetto web 1.0, ed è una contrazione di “weblog“, espressione che si riferiva in origine ai diari personali tenuti in Rete.

Quello che è ormai riconosciuto da più parti come il primo blogger della storia, Justin Hall, nel 1994 cominciò a pubblicare su Internet del resto un vero e proprio racconto – a tratti persino intimo – delle proprie giornate perché chi seguisse il blog potesse leggerlo quando e dove possibile. Anche oggi che i blog sono molto più che semplici diari online e sono sfruttati anche da soggetti aziendali e istituzionali, l’aggiornamento costante, toni più informali e una certa attenzione verso i feedback provenienti dalla community di lettori rimangono delle caratteristiche fondanti per la blogosfera.

Non a caso, se si volesse ampliare un po’ la definizione di blog, questo andrebbe considerato come un sito o una pagina web tramite cui uno o più utenti – a seconda che si tratti di blog personali o blog collettivi – condividono opinioni personali su fatti di interesse generale o su temi e argomenti rilevanti per una certa nicchia di altri internauti. Tra le ragioni del successo del blogging e per cui i blogger potrebbero essere considerati per certi versi dei veri e propri precursori dell’ influencer marketing , del resto, c’è proprio la fiducia guadagnata presso la propria comunità di lettori in virtù di una certa consonanza di interessi, gusti, opinioni o di una expertise maturata in un campo specifico tale da rendere il blogger una figura di riferimento, com’è successo, per esempio, per il tech blogger Salvatore Aranzulla, ancora oggi tra i blog più seguiti in Italia.

Prima di rispondere insomma alla domanda “Come aprire un blog?“, sarebbe il caso di chiedersi “Perché aprire un blog?“. Il blogger o l’appassionato di scrittura desideroso di avere uno spazio proprio e da gestire a piacimento dovrebbe, cioè, operare in anticipo una sorta di analisi di scenario, tenendo conto di quanto popolata è per esempio la nicchia della blogosfera  – che sia quella dei blog di cucina, dei book blog, dei blog di attualità, ecce. – in cui sta provando a penetrare, di chi sono i suoi principali competitor e quali i bisogni, più o meno espliciti, della sua possibile audience.

Come aprire un blog

Tra le altre decisioni preliminari alla creazione di un blog ci sono la scelta del blog name, quella del template e del design, ovviamente quella della linea editoriale da seguire, ecc. Nessuna di queste è di secondaria importanza: un titolo accattivante e in grado di incuriosire i lettori o corrispondente al proprio nome, nel caso in cui si abbia un personal brand , già molto forte, possono aiutare traffico e letture, così come fanno il giusto  url per esempio; ancora i colori, il design, la struttura che si scelgono per il proprio blog migliorano la user experience e possono contribuire a fidelizzare il lettore al pari di un calendario editoriale vario, diversificato ma con un ritmo di pubblicazione costante. Non ci sono insomma regole d’oro per come creare un blog, ma tutto va rapportato ai risultati che si spera di ottenere, nonché alla propria familiarità con ambienti e tecnologie digitali per esempio.

come fare un blog struttura

Scegliere la giusta piattaforma di blogging

Quest’ultimo aspetto incide molto, per esempio, sulla scelta della piattaforma che ospiterà la propria pagina personale. Serve, in questo senso, fare un passo indietro alle ragioni di così tanta popolarità e di tanto successo del blogging. Esiste in proposito tanta letteratura: c’è, per esempio, chi include i blog tra quegli strumenti «autocomunicazione di massa» che scardinarono il modello dei media mainstream, rendendo per la prima volta accessibili a chiunque – o quasi, dato che non bisogna mai dimenticare nei discorsi sull’orizzontalità di ambienti e piattaforme digitali la questione pregnante del digital divide — mezzi di produzione e di diffusione che, fino ad allora, erano stato appannaggio dei grandi editori. Grazie a una semplice pagina web, in altre parole, il blogger ha avuto e ha ancora l’opportunità di rivolgersi a un pubblico infinito, almeno potenzialmente. E il tutto a un costo zero: oggi, come agli albori del blogging, ci sono infatti piattaforme completamente gratuite che ospitano i blog. Nella maggior parte dei casi si tratta di piattaforme dall’utilizzo semplice e immediato, che non richiedono per esempio nessuna conoscenza di linguaggi di programmazione e coding e che hanno anche visivamente l’aspetto, oltre che le funzionalità, di un editor di testo. Blogger più esperti, invece, possono scegliere piattaforme di blogging avanzate che permettono, in genere, una maggiore possibilità di personalizzazione e di gestione di diversi aspetti del blog a fronte del pagamento di una fee mensile o annuale. Una soluzione intermedia potrebbe essere quella di piattaforme come WordPress che hanno sia versioni gratuite sia versioni pro e permettono di passare da una all’altra a seconda delle esigenze specifiche e della fase di vita del blog.

Quando ci si chiede come fare un blog, comunque, il focus dovrebbe restare sui contenuti e, va da sé, sulla capacità di disseminarli il più possibile e nei luoghi giusti. Quella di creare dei contenuti di valore, del resto, è una sfida che accomuna oggi soggetti molto diversi tra loro: da chi fa informazione per professione alle aziende che investono in content marketing. La specializzazione potrebbe essere, in questo senso, una chiave di successo: guide tematiche, infoprodotti e altre risorse che non si riescono a trovare altrove aiutano non solo a solidificare la propria expertise e la propria credibilità in un campo specifico, ma anche e soprattutto a fidelizzare i lettori che già seguono il blog e attrarne di nuovi. Uno dei macro-obiettivi fondamentali per il blogger potrebbe essere, in altre parole, farsi trovare in maniera diretta e automatica da chi sia appassionato di un tema, di un argomento prospettandogli contenuti mirati e su misura.

come scrivere un buon blog post

Alcuni insight su come scrivere un buon blog post. Fonte: PR Daily

Come fare pubblicità

Che sia consapevolmente o meno, insomma, un blogger non può non fare inbound marketing. Ci sono altri modi, però, come pubblicizzare un blog e anche se non si hanno a disposizione budget consistenti, come quelli di un’azienda che voglia spingere il proprio corporate blog. Essere presenti sui social e avere una (buona) strategia di social media marketing è, ormai, irrinunciabile per chi gestisce un blog ed è il grado zero quando si tratta di provvedere alla diffusione dei propri contenuti. Va da sé che fare personal branding e puntare, cioè, a creare o a rafforzare il proprio brand personale può giovare nell’ottica di quella credibilità e fiducia di cui deve riuscire a essere depositario un blogger. Anche sfruttare network di altri blogger, di utenti che abbiano una certa influenza in Rete, però, può essere utile per pubblicizzare il blog: non a caso, fin dagli albori del blogging, c’è uno strumento immancabile nella sidebar, il cosiddetto blogroll, la cui funzione è appunto segnalare ai lettori una serie di altri blog da seguire o attinenti alle stesse tematiche. In questo senso anche ospitare dei guest post – di altri blogger noti, di esperti o professionisti del settore – può far guadagnare visibilità al blog. Se si hanno budget maggiori si potrebbe pensare ad attività di pr  e media relation finalizzate a far arrivare il blog e i suoi post a un pubblico più vasto, qualora questo rientri tra gli obiettivi del blogger. La link building può aiutare nell’ambito di più olistiche strategie di seo e, semplificando, per farsi trovare sui motori di ricerca. Guai a tralasciare poi tanto la sezione commenti sul blog quanto i commenti sui canali social: non si tratta solo di rispondere e di interagire attivamente con i propri seguaci, aumentando quella fiducia percepita e il senso di attaccamento di questi ultimi, ma di poter fare anche – moderatamente e senza cadere nel black hatting – comment marketing, ossia, semplificando molto, di poter suggerire come risorsa un proprio post pertinente anche quando si interviene in conversazioni che avvengono fuori dai propri canali personali.

Come guadagnare con un blog

Questo complesso di operazioni in cui si traduce di fatto il fare blogging sembra suggerire, da solo, che quella del blogger sia da considerare una vera e propria professione, una professione che, vale la pena sottolinearlo, condivide con le altre nuove professioni digitali una certa ambiguità semantica e definitoria. In quest’ottica, però, è spontaneo chiedersi quanto guadagna un blogger e come. “Entrepreneur” ha individuato otto principali modi per monetizzare il blog. L’advertising è tra questi quello a cui è più spontaneo pensare: per un blogger alle prime armi, però, attivare delle campagne Google Ads per esempio potrebbe non essere né semplice come si immagina, né soprattutto profittevole in virtù dei flussi limitati che ha in genere un piccolo blog; meglio contrattare direttamente costi e condizioni della display advertising. Anche l’email marketing permette di guadagnare da un blog, soprattutto perché nel caso di blogger famosi, di successo o esperti ciò si traduce nella possibilità di offrire a chi è iscritto alla propria newsletter contenuti speciali a pagamento. Vendere è, del resto, una delle altre vie per rendere profittevole un blog su cui concordano gli esperti di settore: che si tratti di contenuti speciali, di prodotti digitali più complessi come un eBook, una guida, un whitepaper o ancora di corsi o consulenze, più il blogger è considerato un’autorità del campo e più ci saranno utenti disposti a pagare per i suoi servizi aggiuntivi. Anche l’ affiliate marketing è tra le forme di monetizzazione più classiche e amato in virtù del fatto che non richiede sforzi o attività aggiuntive a quelle tipiche del blogging: semplificando molto, utilizzando i link affiliati, un blogger può guadagnare semplicemente dalla recensione di un prodotto o dall’averlo citato all’interno di un post. Qualche blogger potrebbe farsi pagare poi per ospitare dei post, specie se si tratta di guest post aziendali per esempio. Proprio le partnership con i brand possono risultare, infine, (molto) remunerative per chi ha un blog: sempre più spesso le aziende cercano collaborazioni con i blogger di settore – succede nel food come nella moda, per i viaggi e nell’ospitalità – per promuovere in maniera quanto più nativa e meno invasiva possibile i propri prodotti o servizi, spesso con ritorni significativi sugli investimenti, a conferma del fatto che è ormai compiuta l’era della fiducia, l’era in cui cioè utenti e consumatori prendono come fonte di ispirazione solo familiari, amici o sconosciuti con cui sentono però un’affinità di qualche tipo.

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