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Generazione alpha

Definizione di Generazione alpha

Generazione Alpha: chi sono e quanti anni hanno La Generazione alpha, o per abbreviazione Gen Alpha, è quella dei nati dopo il 2012. Sono, cioè, bambini che hanno nel 2020 al massimo otto anni. Non per questo, però, appaiono meno interessanti agli occhi di marketer: già influenzano, infatti, gli acquisti familiari e la loro è, insieme alla Gen Z, la prima vera generazione di nativi digitali.

Generazione Alpha: chi sono e caratteristiche 

Secondo alcune stime, ogni settimana nascerebbero nel mondo circa 2.5 milioni di post millennials  della Gen Alpha e, a questo ritmo, la generazione potrebbe superare i due miliardi di membri se si considera che gli ultimi nati saranno della classe 2025. Tanto più che c’è chi propone di anticipare al 2010 l’anno di inizio dell’era della Generazione Alpha.

Under 10 e rapporto con la tecnologia: qualche dato

È l’anno in cui vengono lanciati, infatti, Instagram e l’iPad, due simboli chiave di cosa i più piccoli fanno online e come vivono il loro stare connessi. Una ricerca di BNP Paribas Cardif e Friendz ha provato a descrivere più nel dettaglio le abitudini della Gen Alpha per quanto riguarda la tecnologia (e non solo). «Non conoscono un mondo senza Internet e social media», né una chiara distinzione tra virtuale e reale, tanto che è soprattutto in riferimento a questa generazione di nativi digitali che il neologismo ” onlife ” si riempie di significati: così se ne potrebbero riassumere qualitativamente gli insight. Per andare ai dati, invece, il 62% dei bambini comincerebbe a utilizzare device tecnologici già a partire dai 5 anni ed è una percentuale, questa, in aumento di anno in anno. Smartphone e tablet, comunemente utilizzati rispettivamente dal 62% e dal 55% del campione, sono i device a cui la Gen Alpha ha più facilmente accesso e oltre un bambino su due potrebbe ormai contare su almeno un dispositivo a uso esclusivo. Per cosa lo utilizza? Per giocare (così ha risposto almeno la metà del campione BNP Paribas Cardif/Friendz) o guardare video e cartoni (un po’ a sorpresa, però, lo farebbe poco più di un intervistato su cinque), ma da quando molte scuole sono state costrette a sperimentare la didattica a distanza anche per seguire lezioni online (come fa almeno il 10% dei rispondenti). Naturalmente anche lo stare sui social network è una delle attività che contribuisce a far crescere, fino in media a 107 minuti al giorno, il tempo che la Generazione Alpha dedica alle tecnologie: non sono tanti i bambini fino agli otto anni che hanno degli account social (appena il 10% del campione) e, del resto, non avrebbero potuto aprire un account, dal momento che la maggior parte delle piattaforme prevede un limite formale di 13 anni per le iscrizioni; sono numerosi invece quelli che usano i social network anche senza avere un account personale. YouTube e TikTok vincono il titolo di social preferiti dai piccoli internauti, utilizzati rispettivamente dal 63% e dal 53% del campione.

Sebbene con una lieve discrepanza di genere, tra l’altro, la Generazione Alpha sembra più una generazione di creator che una generazione di lurker : in media il 45% dei preadolescenti, cioè, non si limita a guardare video su YouTube o TikTok, ma crea anche contenuti da condividere sui propri canali o con i propri seguaci. L’abitudine a stare connessi sembra aver portato i bambini di questa generazione anche a familiarizzare prima con i pericoli della Rete. Il 46% di chi ha oggi tra i 5 e i 10 anni e il 73% di chi di anni ne ha almeno 8 sa, per esempio, cos’è il cyberbullismo . Il 9% di loro, invece, è stato vittima di almeno un episodio di bullismo digitale. Per provare a proteggerli e mantenerlo al sicuro, più che ricorrere a strumenti legali e assicurativi che pure esistono o puntare su percorsi di educazione civica digitale, i genitori preferiscono ricorrere a sistemi di parental control e alla più semplice supervisione per tutto il tempo che i figli trascorrono in Rete: dice di farlo almeno l’85% dei genitori coinvolti nello studio e, comunque, è di appena il 9% la percentuale di bambini della Gen Alpha che usa smartphone e tablet o naviga Internet completamente da solo.

Che consumatori saranno i consumatori della gen Alpha?

Abituati a gestire una grande abbondanza di stimoli contemporaneamente e a passare senza soluzione di continuità da una piattaforma all’altra, come confermano alcuni insight provenienti dall’industria mediatica, comunque, anche quando fruiscono di contenuti televisivi per esempio chiedono velocità e breve durata. Perché i primi a esservi esposti fin da piccolissimi, i membri della Gen Alpha potrebbero avere poi una maggiore familiarità con tecnologie come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e virtuale e le loro applicazioni. Proprio AI, VR e AR potrebbero essere, del resto, degli strumenti indispensabili per coinvolgere i (futuri) consumatori della Generazione Alpha: perché applicate con sempre più frequenza agli ambienti di gioco, all’intrattenimento o all’istruzione, come sottolinea Digiday, è probabile che diventino, infatti, indispensabili per assicurare una buona customer experience a ogni step del customer journey di questi consumatori del futuro.

Si tratta, ovviamente, di previsioni a lungo termine fatte dagli addetti ai lavori: la Gen Alpha non ha ancora, infatti, un’età tale da compiere personalmente acquisti o da poter essere considerata a rigore una classe di consumatori. Una cosa, però, si può già dire: nonostante la tenera età, la Generazione Alpha sembra avere un ruolo non trascurabile nelle scelte di consumo di genitori e parenti. Sebbene non siano per ovvie ragioni gli acquirenti finali, nel 65% delle famiglie – percentuale che sale all’81% negli USA – i bambini tra i 4 e i 9 anni sono tra i principali decisori degli acquisti: le loro abitudini cioè influenzano le compere, dal food all’intrattenimento, e c’è un 27% di genitori che, addirittura, chiede esplicitamente il consiglio dei piccoli soprattutto prima di comprare un nuovo gadget elettronico. La già citata ricerca di BNP Paribas Cardif e Friendz ha provato a stimare anche quanto spendono le famiglie per ogni figlio minore e appartenente alla Gen Alpha: per una su due la quota mensile è di 200 euro, mentre il 42% dice di spendere tra i 200 e i 400 euro al mese.

La generazione Alpha e il rapporto coN I Millennials

Qualsiasi profilo di questa generazione di consumatori non sarebbe davvero completo, però, senza considerare alcuni altri aspetti.

Stando agli studi condotti fin qui, la Generazione Alpha sarebbe piuttosto attenta per esempio a mantenere verso stili di vita e alimentari più salutari: è un tratto, questo, che accomuna i suoi membri a quelli della generazione dei millennials e la ragione appare subito chiara se si considera che la maggior parte dei bambini che hanno oggi fino a otto o dieci anni sono proprio figli di genitori Millennials. Da loro sembrano aver imparato il rispetto di diversità e multiculturalità (oltre il 75% del campione BNP Paribas Cardif/Friendz ha, per esempio, amici o compagni di scuola di origini straniere o etnie diverse dalla propria) e a non restare ancorati agli stereotipi di genere (la maggior parte dei bambini coinvolti nello stesso studio avrebbe risposto «entrambi» se chiamata ad associare un genere a mestieri come il calciatore, il presidente del Consiglio, ecc.) e ad aver attenzione per temi come la sostenibilità o il rispetto del pianeta (con quasi il 40% che fa la differenziata e più di un bambino su due che si dice che il pianeta «sta molto male»). Le somiglianze tra Millennials e Gen Alpha, e più in generale tra Millennials e post Millennials, insomma, sono più numerose di quante qualsiasi rigida tassonomia delle generazioni porterebbe a credere. In molti casi e per molti tratti, nello specifico, la Generazione Alpha avrebbe caratteristiche che sono tipiche dei Millennials ma aumentate, tanto che una delle prime espressioni proposte per riferirvisi fu quella di «Millennials on Steroids».

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