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Micro influencer: chi sono, definizione e quali i vantaggi per le aziende

Definizione di Micro influencer

Micro influencer Un Micro influencer è un content creator che ha una community dalle dimensioni limitate: tra i 1000 e i 100 mila follower o like alla Pagina è, infatti, il range all’interno del quale un influencer smette di essere semplicemente tale ed è classificato come “micro”.

Quando si parla di influencer marketing  dati come il numero di follower o la dimensione della community vengono spesso considerate delle metriche di vanità. Tanto di vanità non sembrerebbero, però, se si considera che dall’audience immaginata dipendono le tematiche trattate, il tipo di contenuti prodotti, le modalità di interazione tra l’ influencer e la community e via di questo passo.

Micro influencer: chi sono e cosa li distingue dagli altri influencer

Quello che di diverso ha un micro influencer rispetto a un macro influencer o a un a list influencer è innanzitutto l’operare in una nicchia tematica molto specifica: ci sono micro influencer nel campo del fashion e del lifestyle, in quello della musica, della tecnologia e della fintech e anche in politica e marketing elettorale non sono mancate, di recente, campagne sperimentali di micro influencer marketing.

Altre caratteristiche dei piccoli influencer che lo distinguono dai big influencer e, più in generale, da vip e personaggi con molto seguito in Rete sono competenza ed expertise specialistiche: prima di creare contenuti per Instagram o per TikTok su un determinato tema e condividerli con le proprie community, questi piccoli influencer lo hanno studiato e, non di rado, padroneggiano gli argomenti di cui parlano perché strettamente attinenti al proprio lavoro. È questa, tra l’altro, la ragione per cui i micro influencer godono della massima credibilità e fiducia da parte delle proprie community: quelli che danno sono considerati consigli informati e di valore, quanto basta perché il piccolo influencer diventi un vero e proprio punto di riferimento all’interno proprie cerchie (è quello che è successo, per esempio, a tanti science influencer fin dai primi giorni di pandemia).

La sfida micro influencer vs influencer, così, è facilmente vinta dal primo anche se si ragiona in termini di  engagement : per il supporto (quasi) incondizionato di cui si è visto gode, e inevitabilmente anche grazie alla dimensione limitata delle stesse, il micro influencer riesce cioè generalmente a coinvolgere di più e meglio le proprie community. Molto fa, certo, un lavoro certosino di community management : rispondere ai commenti, usare funzioni come i Sondaggi di Instagram o il box per le domande nelle Storie per interagire con i propri seguaci è una task quotidiano a cui nessun influencer, e ancor meno un micro influencer, dovrebbe sottrarsi.

Micro influencer marketing: vantaggi e strategie

Ci sono, ovviamente, dei vantaggi specifici anche per aziende e brand nell’organizzare delle campagne di micro influencer marketing.

Sono vantaggi economici, dal momento che il media kit di un piccolo influencer potrebbe essere più abbordabile di quello di un macro influencer.

Quanto guadagnano i micro influencer e come

Chiedersi come guadagna un micro influencer, come del resto chiedersi più in generale chi e come guadagna nell’influencer marketing, rende necessario però prendere in considerazione molteplici fattori.

Innanzitutto, si dovrebbe partire da che forma assume la collaborazione tra micro influencer e azienda: regalare i prodotti o invitare l’influencer a provare gratuitamente la versione beta di un nuovo servizio in fase di lancio era una pratica piuttosto comune soprattutto qualche tempo fa; ancora ora lo sono chiedere al micro influencer di organizzare giveaway o contest sui social o distribuire codici sconto e coupon da condividere con i follower e che, essenzialmente, fanno leva sul fatto che il micro influencer sfrutta l’ affiliate marketing per guadagnare una percentuale su ogni acquisto effettuato a partire da una sua condivisione e tracciabile; per qualche campagna di micro influencer marketing è stato chiesto anche a content creator con seguito moderato di gestire per un certo periodo di tempo gli account social aziendali o di realizzare contenuti foto e video professionali che riguardassero i prodotti o servizi da pubblicizzare (tecniche chiamate in gergo rispettivamente takeover e shoutout).

Anche sul costo per post medio dei micro influencer (che tool online gratuiti permettono di calcolare facilmente, almeno per i profili pubblici, quasi sempre inserendo solo il @nomeutente e il social a cui si vuole far riferimento) influiscono diversi fattori: la dimensione della community e l’engagement rate naturalmente, ma anche il settore di riferimento, su che piattaforme lavorano, che tipo di contenuti producono, se la collaborazione è di lungo periodo o solo occasionale e, ancora, se è fatta richiesta di esclusività all’influencer o come sono gestiti diritti d’autore e di sfruttamento commerciale dei contenuti. Semplificando molto, cioè, una collaborazione con un micro influencer della fintech a cui viene chiesto un solo contenuto video in long form o che abbia le caratteristiche di un infoprodotto e che sia destinato a LinkedIn o ai media di brand può costare di più di scegliere un micro influencer della biocosmesi con cui collaborare in maniera continuativa e da far diventare brand ambassador.

È Influencer Marketing Hub a fornire una stima (aggiornata al 2021) di quanto guadagnano gli influencer con community piccole. Su Instagram si va dai 100 ai 500 dollari a post; su YouTube il range è compreso tra 200 e 1000 dollari e lo stesso vale per Twitter; su TikTok si possono guadagnare per ogni contenuto pubblicato dai 25 dollari ai 125 e su Facebook il costo medio di un post di un micro influencer varia tra i 250 e i 1250 dollari.


Per tornare così ai vantaggi di una campagna di micro influencer marketing, è  evidente a questo punto che più che un investimento sempre economico si tratta di un investimento sicuramente cost effective: è in rapporto ai risultati che si riescono a ottenere (in termini di traffico, conversioni, vendite) che rivolgersi a un micro influencer può dimostrarsi, cioè, più vantaggioso di quanto non sia una campagna di influencer marketing costruita attorno a creatori di contenuti con numeri più grandi.

Come scegliere il micro influencer giusto?

Una certa attenzione, certo, andrebbe posta alla scelta dell’influencer giusto: una certa affinità di valori e un’audience potenziale in target sono due buoni punti da cui partire.

Se si ha abbastanza budget da destinare all’influencer marketing (e i trend per l’influencer marketing 2021 scongiurano l’ipotesi che le aziende riducano gli investimenti nel campo) ci si potrebbe affidare ad agenzie specializzate nel matching tra aziende e influencer o sfruttare software che utilizzano l’intelligenza artificiale per, ancora una volta, favorire l’incontro tra aziende interessate a investire in campagne con gli influencer e content creator professionisti.

Se si è alla ricerca di soluzioni più “fai da te”, partire da monitorare i social media , anche grazie a un buon brand monitoring tool, è essenziale: seguendo gli hashtag generici più utilizzati nel proprio settore o gli eventuali branded hashtag lanciati in occasione di campagne specifiche si possono intercettare non solo le conversazioni che riguardano il proprio brand o il proprio catalogo di prodotti, ma anche gli utenti che più le animano e valutare se gli stessi possano trasformarsi in creator o in brand ambassador; anche seguire le @menzioni all’interno dei social network che permettono questo tipo di interazioni tra profili possono servire allo stesso scopo.

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