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Perché ora Google avvisa quando una notizia è troppo nuova e i risultati di ricerca sono troppo pochi?

L'avviso pop-up mostrato in cima ai risultati di ricerca invita gli utenti a tornare su Google quando ci saranno più fonti disponibili, ma non dice nulla riguardo all'attendibilità dei risultati già mostrati.
Ora Google avvisa quando ci sono pochi risultati su breaking news , fatti e notizie ancora in via di definizione o temi appena emersi all’attenzione pubblica e lo fa con un particolare avviso pop-up in cima ai risultati di ricerca che consiglia agli utenti di ritornare su Google più tardi, quando saranno disponibili più informazioni e da un più ampio range di fonti.

Il nuovo pop-up di Google che avvisa quando una notizia è nuova o un tema appena diventato di tendenza e non ci sono per questo motivo molti risultati di ricerca. Fonte: Google
Quante volte, infatti, dopo una conversazione tra amici o dopo essersi imbattuti casualmente in altro modo in argomenti che non si conoscevano prima, si corre su Google spinti dal desiderio di saperne di più? È successo all’inizio della pandemia quando, prima dell’ infodemia di dati su contagi, morti giornaliere, situazione delle terapie intensive e quando era ancora solo uno “strano” virus cinese, era già stata fatta su Google letteralmente ogni tipo di ricerca sul coronavirus. È successo però, sottolinea Recode, anche più recentemente con un presunto avvistamento di UFO in Inghilterra: dopo che dei video sospetti sono stati recapitati alla polizia e la notizia ha ricevuto un po’ di attenzione sui giornali inglesi, è probabile che qualcuno sia corso su Google per saperne di più, imbattendosi però in un numero di fonti davvero limitato. Con ogni probabilità il risultato sarebbe lo stesso però, continua la testata, se si cercassero informazioni sulla cura di litio a cui sarebbe sottoposta Britney Spears o su qualunque altra notizia recentissima e qualunque fatto ancora in via di evoluzione
Notizie nuove e trend del momento: Google avvisa quando ci sono pochi risultati (ma non sulla natura degli stessi)
Per questo ora Google avvisa quando ci sono pochi risultati di ricerca. Potrebbe sembrare – come sottolinea tra gli altri The Guardian – che lo faccia con un un intento quasi autoassolutorio e per giustificare, cioè, i cosiddetti “data void“ (letteralmente “vuoti di informazione”), ossia il fatto che esistano query con pochissimi o addirittura nessun risultato.
«Nonostante la ricerca di Google proverà sempre a mostrarti i risultati più utili che abbiamo trovato, qualche volta le informazioni affidabili che stai cercando semplicemente non esistono ancora online. Ciò è particolarmente vero per le breaking news, per i topic emergenti, quando le informazioni pubblicate per prime potrebbero non essere le più attendibili»
scrivono sul blog aziendale nel presentare la nuova impostazione della ricerca Google.
L’avviso mostrato all’utente quando fa ricerche su Google su temi nuovi, notizie recenti o stringhe di ricerca a cui non corrispondono molti risultati, tra l’altro, non fa molto di più che insistere sulla stessa novità dell’argomento e il suo essere «in rapido cambiamento», ricordandogli come altri risultati possano essere aggiunti progressivamente. In altre parole, Google avvisa quando ci sono pochi risultati, ma non automaticamente anche sull’affidabilità o sull’essere stati adeguatamente verificati di quelli che esistono già.
È comunque «uno step positivo […] nell’evidenziare come i fatti non siano del tutto noti o che non ci sia consenso su quanto accaduto», ha twittato Renee DiResta, un’accademica che alla Stanford University si occupa di temi legati a disinformazione e misinformazione, tra i primi ad accorgersi della nuova impostazione rilasciata da Google.
First time I've seen this response from Google Search. Positive step to communicating that something is newsy/breaking (my search was for a breaking culture war story), and highlighting that facts are not all known or consensus on what happened is still being formed. pic.twitter.com/kdv4OAHRlw
— Renee DiResta (@noUpside) June 23, 2021
Google è preoccupato che gli utenti facciano un uso consapevole del motore di ricerca?
Big G è stato spesso accusato di preoccuparsi poco della «search literacy» – come la chiama Recode – e ossia della giusta comprensione da parte degli utenti che lo usano ogni giorno e come principale, se non unica, fonte d’informazione di come funziona il motore di ricerca , soprattutto nella formulazione dei risultati di ricerca. Lo ha fatto, tra l’altro, mentre altre piattaforme digitali introducevano etichette per segnalare notizie o media manipolati o disclaimer che avvisavano del fatto che non ci fosse tra fact-checker terzi accordo sulla natura di una particolare informazione e speciali menù a tendina per fornire agli utenti maggiori informazioni di contesto quando si imbattevano in link sospetti sui propri feed.
Messo alle strette da necessità competitive e inevitabilmente anche dalla cronaca più recente, così, da qualche tempo anche Google ha puntato sul dare ai propri utenti una “spinta gentile” (“ nudging ”) verso un uso più consapevole del motore di ricerca. Lo ha fatto cominciando – da aprile 2020 – ad avvisare gli utenti quando non ci sono abbastanza risultati per la query utilizzata e a suggerirne di più pertinenti con il possibile intento di ricerca.

Da qualche tempo Google avvisa quando non ci sono molte corrispondenze per la stringa digitata e suggerisce quali potrebbero essere le query migliori per la propria ricerca. Fonte: Google
Più tardi – a febbraio 2021 – ha introdotto la possibilità di accedere, da un bottone vicino ai diversi risultati di ricerca, a una serie di informazioni contestuali riguardanti soprattutto siti e pagine che si trovano in alto nella serp e che aiutino gli utenti a farsi un’idea sulla provenienza delle informazioni che stanno per leggere: un’opportunità non da poco se si pensa – ed è solo un esempio – all’annosa questione delle bufale in medicina o alle discussioni in Rete sui vaccini e a come diversi studi a proposito abbiano messo in guardia proprio dall’attendibilità dei primissimi risultati mostrati dai motori di ricerca.

Da un menù a tendina sulla maggior parte dei risultati di ricerca Google si può accedere a una serie di informazioni di contesto sul sito in questione, la sua attendibilità come fonte, ecc. Fonte: Google
La notizia che ora Google avvisa quando ci sono pochi risultati su notizie nuove o ancora in evoluzione – al momento solo sui risultati in lingua inglese e partendo dagli Stati Uniti per un roll out progressivo – è l’ultima di un’escalation di piccoli cambiamenti all’interno del motore di ricerca, ma non meno capaci di migliorare l’esperienza utente e la qualità dell’infosfera.
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