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Da Google un nuovo tool per allenarsi in vista dei colloqui di lavoro

Interview Warmup è lo strumento messo da Google a disposizione di chi vuole prepararsi al meglio ai colloqui: sviluppato con esperti di HR usa il machine learning per simulare le domande più comuni e analizzare le risposte.
Prepararsi bene a un colloquio di lavoro non sempre è semplice, soprattutto se ci si è candidati a vacancy in un «campo nuovo [rispetto alle proprie esperienze precedenti] e non si può fare affidamento sull’aiuto di familiari, amici, mentori per prepararsi e fare pratica»[1]. Da Google hanno pensato così, originariamente per i partecipanti al programma Google Career Certificates e rendendolo disponibile poi a un pubblico più generalista di persone in cerca di lavoro, a un tool che mette insieme l’esperienza di svariati esperti HR e il machine learning di ultima generazione per fornire a chi lo utilizza un valido aiuto nella preparazione dei colloqui: il Google Interview Warmup.
Cos’è e come funziona Google Interview Warmup
Usarlo è semplice e gratuito. Dopo aver selezionato la professione per cui si sta svolgendo un iter di selezione e si è arrivati ai colloqui – c’è quella di project manager, di UX designer, di data analyst e l’elenco potrebbe continuare a lungo – basta clicca su “Start Practing” per aver proposta automaticamente una serie di cinque domande tra quelle più frequentemente rivolte dai selezionatori ai candidati durante i colloqui di lavoro.

Sono sia domande che riguardano il proprio background personale e formativo e le proprie esperienze pregresse, spiegano da Google, e sia domande tecniche e volte a mettere alla prova le hard skill richieste per la posizione a cui ci si candida e sia, ancora, domande in cui è chiesto di simulare come ci si comporterebbe di fronte a una situazione ben precisa.
Naturalmente chi usa il Google Interview Warmup può ripetere la sessione quante volte desidera nel tentativo di allenarsi a rispondere a quante più domande possibile, arrivando pronto al colloquio e aumentando le probabilità di fare una buona impressione sui recruiter.
Usare il machine learning per poter dare ai candidati feedback qualitativi
Il Google Interview Warmup, soprattutto, registra e trascrive in tempo reale le risposte del candidato che, rileggendole, può rendersi conto di cosa sbaglia e quali sono invece i propri punti forti. Tanto più che, sfruttando il machine learning, il tool identifica automaticamente alcuni passaggi chiave del discorso.
I cosiddetti “Talking Points” innanzitutto e, cioè, gli argomenti sui cui ci si è focalizzati di più nelle proprie risposte, utili per capire quanto effettivamente si sia centrata la richiesta del selezionatore e per poter riorganizzare meglio. affinché risulti più efficace il proprio discorso.
In secondo luogo l’Interview Warmup di Google individua nelle risposte i termini tecnici e la frequenza con cui li si è utilizzati: usarli, infatti, può essere indice di una certa padronanza della materia, di certo ben vista agli occhi di chi è alla ricerca candidati idonei.
Cosa non meno importante il tool segnala i termini usati più frequentemente: non di rado sono intercalari e riuscire a eliminarli, così come riuscire più in generale ad ampliare il proprio dizionario, può dare prova delle proprie capacità comunicative.
Quasi sempre quello che manca ai candidati dopo un colloquio, a prescindere dall’esito che ha avuto, è del resto un feedback su com’è andato e cosa è emerso da quello che è in molti casi il primo momento di confronto con il mercato del lavoro: Google Interview Warmup prova a rimediare e non lo fa con voti che risulterebbero altrettanto sterili, ma con insight qualitativi e chi siano da stimolo a migliorarsi sempre.
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