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Museo del Marchio Italiano: come valorizzare il Made in Italy

Museo del Marchio Italiano: come valorizzare il Made in Italy

Il Museo del Marchio Italiano è uno spaccato di vita italiana in realtà virtuale che diventa itinerante per valorizzare il Made in Italy.

L'intervista a:

Specchio di una realtà in continua evoluzione, il  marchio  rappresenta un’entità che si fa carico della personalità e della soggettività di un’azienda. Attraverso dei segni caratteristici identifica e valorizza un prodotto o un servizio, distinguendolo da quelli della concorrenza e tutelandolo dalla contraffazione. Parlando di marchi, il confine fra prodotto artistico e strumento di una strategia di comunicazione è sottile e nell’intersecarsi di storie aziendali e storia delle grafiche si colloca la storia del Museo del Marchio Italiano, nato da una passione condivisa, poi trasformata in una ricerca su evoluzione, cambiamento e restyling dei principali marchi italiani dai curatori Raffaele Fontanella, Maurizio Di Somma, Marcello Cesar e Francesco Ruta.

Il portale nasce come museo virtuale sui marchi italiani all’interno del quale è possibile osservare come i marchi sono cambiati nel tempo ed avviare una riflessione sulle ragioni di queste variazioni. Nel viaggio interattivo all’interno del museo è possibile osservare l’evoluzione degli stili che hanno contraddistinto alcune aziende, il loro adeguamento alle tendenze, ma anche i risultati di trasformazioni aziendali come riassetti societari e fusioni.

Fontanella Il ruolo del marchio all'interno delle strategie di comunicazione

Raffaele Fontanella, Presidente dell’Associazione MuMit.

Il lavoro svolto in questi anni dall’Associazione MuMit nella gestione e nella cura del Museo del Marchio Italiano assume una particolare rilevanza dal momento che è possibile considerare questa come l’unica realtà nazionale che ha ricostruito l’evoluzione della grafica industriale, trasformandola prima in un prodotto virtuale poi in una mostra itinerante. Operando in tal senso, ha contribuito a valorizzare il marchio che negli anni ha assunto, agli occhi del consumatore, sempre più una garanzia di qualità e affidabilità nei confronti di un prodotto.

«L’idea della realizzazione di un museo del marchio – spiega Raffaele FontanellaPresidente dell’Associazione MuMit – nasce nel 1989, quando nella scelta della mia tesi di laurea in Economia cercai di unire le mie passioni sviluppando un lavoro sul ruolo della grafica nella comunicazione aziendale. All’inizio di questa avventura, con i miei soci, abbiamo iniziato a collezionare le case history in maniera involontaria. Nel tempo abbiamo organizzato il nostro lavoro in maniera un po’ più strutturata ed è nato il libro “Come cambiano i marchi”, l’analisi di 60 casi di studio italiani corredati da materiale iconografico ed edito da Ikon».

Riconoscere nell’identità visiva un punto decisivo della propria comunicazione è fondamentale per il mantenimento di un’alta soglia di attenzione rivolta dal consumatore all’azienda. Attorno al prodotto viene costruito un mondo di marca  che attraverso l’immaterialità e le capacità comunicative riesce a sedurre il consumatore. Riconoscere un marchio diventa, dunque, riconoscere un valore prima ancora che un prodotto. Il Museo del Marchio Italiano si propone di analizzare questi valori correlandoli ai cambiamenti nati in diversi ambiti della società, con riferimento al rapporto tra innovazioni tecnico-organizzative, evoluzione dei linguaggi comunicativi e cambiamento delle pratiche di consumo.

Il risultato è uno spaccato di vita italiana diviso in quattro percorsi che riguardano la storia della grafica documentata attraverso un restyling nel tempo (Percorso 1), marchi progettati ex novo o in attesa della ricostruzione della storia grafica (Percorso 2), marchi di agenzie di comunicazioni (Percorso 3) e progettisti che hanno fatto la storia della grafica italiana (Percorso 4).

Il sito, online dall’aprile 2014, è molto apprezzato in Italia, ma riscuote successo anche all’estero in quanto vetrina del Made in Italy. Proprio dall’analisi di questo dato nasce l’idea di trasformarlo da museo virtuale a museo itinerante, con percorsi declinabili nelle macroaree motori, moda, food&beverage, finanza, servizi pubblici e industria.

Dopo il successo riscontrato con la mostra “Food“, percorso dedicato ai marchi dell’agroalimentare italiano, Grafica Metelliana, negli spazi espositivi a Mercato San Severino (SA), ha ospitato un altro percorso del Museo del Marchio Italiano dedicato ai marchi italiani del settore automotive. La rassegna ha ripercorso l’evoluzione, il cambiamento e il restyling grafico di marchi come Abarth, Alfa Romeo, Ducati, Ferrari, Fiat, Gilera, Lancia, Maserati, Moto Guzzi, Piaggio che hanno fatto la storia del comparto motori in Italia e nel mondo. «Tali marchi, più degli altri, hanno portato la produzione artigianale e industriale italiana – confermano i curatori durante la conferenza stampa di presentazione – ad eccellere nella competizione commerciale internazionale contribuendo a diffondere il “Made in Italy” nonché rendere, nel mondo, la storia industriale e grafica italiana un caso emblematico».

Marchio Ducati

Un particolare della mostra dedicata al settore automotive: la storia e il restyling del marchio Ducati.

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