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Industria 4.0 tra innovazioni, cambiamenti e sfide: l'Italia è pronta?

Industria 4.0 tra innovazioni, cambiamenti e sfide: l'Italia è pronta?

L'Industria 4.0 segna il cambiamento e l'automazione dei processi industriali. Qual è, però, la situazione in Italia

Con l’espressione “Industria 4.0” si intende quel processo graduale che condurrà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa, basata sull’uso di sistemi intelligenti. Figlia della quarta rivoluzione industriale“, l’Industria 4.0 è espressione del cambiamento profondo che il mondo della produzione sta vivendo grazie all’integrazione delle smart technologies nei processi industriali manifatturieri.

L’Industria 4.0, comunque, nasce da un progetto del governo tedesco che intende promuovere l’informatizzazione della produzione. Il progetto ha avuto origine nel 2012 con l’idea di accrescere la competitività dell’industria manifatturiera tedesca, consapevole di essere ormai agli inizi della quarta rivoluzione industriale. A ottobre 2012 un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dell’industria e della ricerca presentò al governo federale tedesco una serie di raccomandazioni per l’implementazione di una strategia di sviluppo di soluzioni avanzate nell’industria manifatturiera. Oggi il “Progetto INDUSTRIE 4.0” è uno dei dieci “Future Projects” identificati dal Governo tedesco nella propria High-Tech Strategy 2020.

Come si è arrivati all’Industria 4.0?

Il processo di industrializzazione del mondo si è diviso fino ad oggi in tre grandi tappe: la prima, nel 1784, è segnata dalla nascita della macchina a vapore e dalla conseguente introduzione della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione; la seconda rivoluzione industriale viene cronologicamente ricondotta al 1870, quando l’utilizzo di nuove fonti energetiche come il petrolio e l’avvento del motore a scoppio diedero il via alla produzione di massa; la terza rivoluzione industriale è segnata invece dalla forte spinta all’ innovazione tecnologica determinata dalla nascita dell’informatica nel 1970. L’ascesa della tecnologia informatica ha dato il via allo sviluppo dell’era digitale e all’automazione di molti processi avvalendosi di sistemi dell’IT (Information Technology). La naturale evoluzione di questo processo ha condotto alla quarta rivoluzione industriale, madre dell’Industria 4.0, tuttora in corso e di cui solo a posteriori sarà possibile indicarne il momento di inizio.

Rivoluzione Industriale

Fonte: German Research Center for Artificial Intelligence

 

In che modo l’Industria 4.0 cambierà il mondo del lavoro?

Secondo la ricerca “The Future of the Jobs” presentata al World Economic Forum, fattori tecnologici e demografici come il cloud, l’IoT e la flessibilità del lavoro stanno già influenzando le dinamiche economiche e lavorative e ciò aumenterà nei prossimi 2-3 anni. Il principale effetto sarà la creazione di nuovi posti di lavoro che andranno a ricoprire ruoli prima sconosciuti (si parla di circa 2 milioni di nuovi posti), a cui corrisponderà, nel contempo, la perdita di circa 7 milioni, generando un saldo netto negativo di oltre 5 milioni di posti di lavoro.

Quale la situazione in Italia?

Il nostro Paese riuscirà a contenere le perdite con un pareggio fra 200 mila posti creati e altrettanti persi. Le aree di maggiore perdita, quelle amministrative e produttive, saranno bilanciate parzialmente da una crescita nell’area finanziaria, di management, informatica e ingegneria. A novembre 2015 il MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico) ha presentato un documento intitolato “Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero” nel quale ha indicato 8 aree di intervento per promuovere lo sviluppo dell’Industria 4.0 e trasformarlo in opportunità di lavoro e crescita:

  • rilanciare gli investimenti industriali con particolare attenzione a quelli in ricerca e sviluppo, conoscenza e innovazione;
  • favorire la crescita dimensionale delle imprese e le reti d’impresa;
  • favorire la nuova imprenditorialità innovativa per accelerare la trasformazione digitale dell’industria;
  • definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo;
  • garantire la sicurezza delle reti (cybersecurity) e la tutela della privacy;
  • assicurare adeguate infrastrutture di rete;
  • diffondere le competenze per Industry 4.0;
  • canalizzare le risorse finanziarie, convogliando nuove risorse finanziarie alle imprese.

In realtà, nonostante l’impegno dimostrato dal governo, l’Italia appare ancora molto in ritardo sull’Industria 4.0. Alla crescente consapevolezza di imprenditori e manager dell’importanza di evolvere nell’ottica di un’Industria 4.0 non corrisponde un’adeguata riorganizzazione delle aziende, dei processi, della formazione.

La sfida è ormai in corso, sta alle PMI italiane sapere cogliere i benefici dell’Industria 4.0, attuando iniziative per la formazione dei lavoratori e per lo sviluppo dell’innovazione digitale nei processi dell’industria manifatturiera, in modo da ridurre il gap nei confronti di altre PMI come quelle tedesche.

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