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Personal branding su Instagram: qualche tip pratico per avere successo

Personal branding su Instagram: come avere successo?

Come si fa personal branding su Instagram? Dalle scelte estetiche all’interazione con la community: qualche consiglio degli esperti.

È, insieme a Snapchat, il social più amato dai giovani. E, soprattutto, garantirebbe livelli di coinvolgimento e partecipazione della community notevolmente maggiori di quelli di altre piattaforme come Facebook o Twitter. Per questo aziende e soggetti business sono ormai consapevoli dell’importanza di fare Instagram marketing. Come si può sfruttare un social visivo come questo, però, quando si tratta di promuovere la propria attività, la propria persona o – è proprio il caso di dirlo – il proprio marchio personale? Come si fa, insomma, personal branding su Instagram?

Ci sono casi di scuola come quelli di top e micro influencer la cui popolarità dipende in larga parte dalla presenza – attiva, strategica, efficace – sulla piattaforma. E, nel tempo, diversi esperti di settore hanno provato a stilare le regole per un post Instagram di successo, tanto quanto la guida all’uso efficace degli hashtag su Instagram, con un occhio alle sempre nuove feature – dal bottone “Compra”, allo zoom, passando inevitabilmente per le Stories – che cambiano l’esperienza utente e il modo stesso di stare sul social.

Ci sono soprattutto settori – il fashion, in primis, ma anche il food – in cui saper essere su Instagram si è rivelata una leva importante, se non la principale, per il successo e la profittabilità della propria attività social. Come sempre quando si parla di personal branding a contare sono comunque in particolar modo soft skill e capacità relazionali, oltre a quelle competenze tecniche a cui un buon social media manager può sopperire. Ciò non vuol dire, però, considerata la particolarità della piattaforma in questione, che non ci siano principi utili da seguire quando si intende fare personal branding su Instagram.

Strategia: perché non rinunciarvi quando si fa personal branding su Instagram

Scrive Forbes, così, che il primo passo fondamentale è riuscire a trasmettere il perché ai propri follower , a patto di avere un perché ovviamente. Significa avere ben chiara in mente la ragione delle propria presenza su Instagram: tradotto ancora, e in termini più pratici, vuol dire elaborare una chiara strategia ed evitare di far affidamento al caso. Come in qualsiasi altro tipo di strategia, non può mancare così la definizione degli obiettivi di medio e di lungo periodo, quella del target e del piano editoriale che meglio si adatti alla natura del proprio brand o della propria attività e, ovviamente, neanche metriche e indicatori che possano dare un’idea della (buona) riuscita della propria attività social.

Creare una community e coinvolgerla: la regola d’oro del personal branding

Il secondo passo importante è costruire la propria community. Come si accennava, gli utenti Instagram sono più predisposti alla partecipazione e hanno tassi di engagement maggiore. Da cosa bisogna partire, però, per riuscire a crearsi un seguito consistente? Un profilo completo, con una bio scritta ad hoc e chiara nelle sue parti essenziali, meglio se contenente hashtag pertinenti (legati a temi e argomenti di cui ci si occupa, per esempio) e con rimandi al proprio blog o sito personale è indispensabile. Nella maggior parte dei casi può essere utile, però, anche utilizzare widget e icone social in tutti gli altri luoghi (digitali e non: si potrebbe scegliere, per esempio, di far stampare i riferimenti ai propri account social anche su gadget e biglietti da visita) in cui si è presenti per aumentare la visibilità del proprio account. Accrescere il numero di follower, però, ha a che vedere soprattutto con attività che in certa misura si potrebbero considerare di PR, come partecipare alle conversazioni sui trending topic del momento, fare rete con gli altri instagrammer, prendere parte a challenge, settimane tematiche e simili o ancora organizzare giveaway o contest.

Per quanto apparentemente remunerative, chi voglia fare personal branding su Instagram dovrebbe evitare invece tecniche di black hat come l’acquisto di follower, soprattutto perché nella maggior parte dei casi si tratta di utenti fake e, non a caso, la piattaforma ha implementato feature che rendono più facile cancellarli e/o bloccarli. La dimensione della fanbase è, tra l’altro, una metrica di vanità, che ha un valore relativo quando si tratta, per esempio, per i brand o le aziende di scegliere influencer e micro-influencer con cui lavorare e che, più in generale, dice poco rispetto alla vera natura della propria community e alla propria capacità di coinvolgerla.

Come trovare, su Instagram, un tono di voce adatto per il proprio brand

I consigli degli esperti per il branding su Instagram continuano, così, con la necessità di adottare e rifinire (così scrive ancora Forbes, ndr) un proprio tono di voce. Vale il principio generale per cui il tono giusto è quello che meglio è in grado di trasmettere la storia, l’identità, i valori, la missione del proprio brand e ciò assume un’importanza ancora più strategica quando a essere in gioco e a farsi brand è la propria stessa identità. È la natura visiva di Instagram, comunque, che trasforma il tono di voce soprattutto in una serie di scelte estetiche e formali. L’obiettivo principale è infatti fare in modo che qualsiasi scatto condiviso sulla piattaforma possa essere, immediatamente, riconosciuto come proprio: per questo dalla scelta della composizione dell’immagine a quella della palette di colori tutto deve essere ben studiato e coerente. Con un po’ di creatività, e come gli instagrammer di successo fanno ormai da tempo, si potrebbe provare addirittura a creare un tema e a ripeterlo uguale per ogni condivisione. Quella dei filtri giusti da utilizzare per garantirsi il successo dei propri scatti su Instagram è stata, per lungo tempo, una questione dibattuta, nella convinzione che le giuste combinazioni di saturazione, luci, ecc. potessero corrispondere a qualche like in più o a qualche commento in meno. Cole Rise, che quando ancora Instagram era una startup non in mano a Facebook inventò il logo originario e diede vita ai primi amatissimi filtri, qualche tempo fa, avrebbe dichiarato a TechRadar che «per fare in modo che si veda un filtro devi andarci pesante, ma penso sia meglio se uno riesce a rimuoverlo e andare il più vicino possibile alla verità di quello che l’immagine cercava di dire». Dopo aver scattato una foto e prima di instagrammarla, insomma, secondo l’esperto si dovrebbe procedere con il dimezzare tutti i parametri, provare a ricordare l’originale e settare le impostazioni che ci si avvicinano di più.

L’importanza del copy quando si fa personal branding su Instagram

La natura prettamente visiva del social, comunque, non dovrebbe ingannare e chi voglia fare personal branding su Instagram non dovrebbe sottovalutare l’importante del copy, della giusta didascalia ad accompagnare lo scatto. La parola d’ordine è chiarezza, soprattutto quando si prevede una call to action per i propri follower (di qualsiasi natura essa sia, che inviti per esempio a repostare, mettere like, usare uno specifico hashtag, ecc.). Altrettanto importante, però, è riuscire a raccontare una storia, meglio se giocando con il suo portato emozionale. Ovviamente, anche la scelta degli hashtag giusti può fare la differenza. Quelli che non dovrebbero mai mancare sono quelli che descrivono il contenuto della foto, che circoscrivono il settore di riferimento o il luogo, il riferimento geografico in questione o che identificano il brand, sia che sia il proprio sia che si tratti invece di hashtag legati a iniziative di promozione o comunicazione di un’altra azienda.

Postare non basta: perché il proprio brand si promuove su Instagram facendo Rete

Guardare cosa fanno gli altri, specie se attivi e ben noti all’interno della propria nicchia di riferimento, comunque, è la soluzione ideale quando si tratta di scegliere gli hashtag da utilizzare e non solo. Per tornare ai suggerimenti di Forbes per il personal branding su Instagram, infatti, postare è solo una delle tre azioni che garantiscono popolarità e successo su Instagram. Promuovere e interagire sono le altre due, altrettanto importanti. Si tratta, soprattutto nel secondo caso, di fare rete con amici, instagrammer preferiti, piccoli e grandi influencer dei settori in cui si desidera operare e non invece, come potrebbe sembrare, di una semplice logica do ut des: interagire con i post degli amici, infatti, è un modo per essere presenti all’interno della comunità, rendersi visibili e, perché no, attirare nuovi follower e aumentare l’engagement dei propri post. Un suggerimento pratico? Per non perdersi nemmeno un post degli utenti che più sono d’ispirazione, considerati i continui e imprevedibili cambi di algoritmo, meglio attivare le notifiche di pubblicazione.

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