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Iperconnessi e digitali: la ribalta dei nonni “social”

Iperconnessi e digitali: la ribalta dei nonni “social”

Un over 65 su quattro utilizza almeno un social network. Per questo nascono iniziative e piattaforme ad hoc per i nonni più social.

Sono considerati il regno per eccellenza dei Millennials, tanto che la maggior parte delle strategie di contenuto e di marketing è tarata su gusti, bisogni, esigenze di quel target . Eppure, se importanti social network come Facebook, Twitter e simili hanno resistito alla “fuga” degli utenti verso altre piattaforme – Snapchat in primis – sembra essere stato soprattutto grazie agli utenti senior.

Quello che spesso non si dice, insomma, è che i social non sono (solo) un paese per giovani. Secondo alcuni dati riferiti al mondo anglofono, infatti, almeno un over 65 su quattro utilizzerebbe oggi Facebook, Twitter, Instagram e altre piattaforme simili, percentuale tra l’altro il crescita di oltre il 50% rispetto al 2015. I dati sono dell’ONS, l’Istituto Nazionale di Statistiche britannico, e mostrano chiaramente come social network e ambienti digitali siano ormai parte integrante della vita quotidiana di adulti e anziani. Anche tra i 45-54enni e nella fascia immediatamente successiva (55-64 anni), infatti, le percentuali di iscritti ad almeno un social sono più alte di quanto si possa pensare, rispettivamente i due terzi e circa il 50%.

Una prerogativa d’oltremanica? Non si direbbe. L’ultima rilevazione del Censis ha mostrato come anche gli anziani di casa nostra siano particolarmente entusiasti dei social network. Tra gli over 65 italiani, infatti, oltre il 14% utilizza Facebook almeno una volta a settimana, il 6.6% utilizza anche YouTube e, dato per certi versi ancora più sorprendente considerato il livello di penetrazione medio, c’è un 2% che usa addirittura LinkedIn, forse in continuità con la vita professionale appena terminata.

italiani over 65 social

Fonte: Censis

Cosa fanno gli anziani sui social? Li utilizzano principalmente per rimanere in contatto con familiari e amici di vecchia data specie se lontani, ragione per cui piattaforme come queste puntano sempre di più sull’instant messaging. Qualcuno ha trovato nelle reti sociali un importante alleato contro la solitudine e c’è chi, condividendo quotidianamente immagini e fotografie – uno dei dati curiosi della rilevazione inglese è, tra l’altro, la preferenza accordata dai più anziani a social “visivi” come Instagram – costruisce il suo personalissimo album di ricordi a prova di oblio.

Il rischio più grande è, però, che al contrario dei loro nipoti nativi digitali gli anziani si avvicinino ai social e, più in generale, al web e agli ambienti 2.0 privi delle conoscenze di base e di alcuni strumenti critici indispensabili per capire le dinamiche di luoghi simili e sopravvivere anche ai fenomeni come il flaming, il dilagare di bufale, le challenge a volte pericolose del momento. È per questo che in tutta Italia sono nate iniziative, digital gym, programmi di formazione che hanno come obiettivo quello di avvicinare i più anziani alla Rete. Si tratta di progetti in alcuni casi organizzati in ambito scolastico e che vedono protagonisti gli alunni in un inedito ruolo di insegnanti e in un metaforico scambio di conoscenze e skill tra generazioni.

nonnoclickCon lo stesso spirito è nato, ormai da qualche mese e in seno a una startup modenese, il primo social network appositamente dedicato agli over 65. Lo hanno chiamato Nonnoclick e si presenta, già nelle scelte di grafica e layout, come il posto più semplice in cui “imparare in amicizia”, come recita il claim . Qui, infatti, gli iscritti hanno a disposizione una bacheca tramite cui rimanere aggiornati sulle novità degli amici, degli altri iscritti, della redazione che per il momento – e visto il numero esiguo di iscritti – ha un ruolo preponderante nell’animare la conversazione. Tutto rigorosamente in ordine cronologico, senza algoritmi incomprensibili a complicare la navigazione e l’aggiornamento del feed. Ciascun membro della community può iniziare una discussione, intervenire tramite commenti in un’altra, chattare con gli altri utenti o con i membri della redazione, condividere foto o ricette regionali o del cuore, grazie in questo caso a una sezione pensata ad hoc ed evidentemente calibrata sugli interessi del target di riferimento. Come ogni buon social che si rispetti, poi, Nonnoclick prova a far in modo che gli utenti siano raggiunti dalle informazioni di cui hanno bisogno, il meteo per esempio, e non viceversa, scongiurando l’uscita degli utenti verso altri luoghi della Rete.

Quello che, forse, non ci si aspetta da un social network a prova di iscritti agée – e che, a guardarlo bene, richiama un’operazione di Facebook indirizzata ai professionisti dell’informazione – è invece uno spazio dedicato alla formazione e all’apprendimento: agli iscritti vengono messi a disposizione infatti dei video-corsi, al momento di inglese e informatica. L’obiettivo? Sembra essere quello di uscire dalla sfera del semplice social networking e di proporsi quasi come servizio per la comunità. Nel futuro di Nonnoclick dovrebbero esserci, del resto, servizi e utility geo-localizzate: dalla segnalazione di eventi nella zona all’individuazione degli esercizi commerciali più vicini, passando per l’assistenza tecnico-informatica già fruibile comunque in remoto, per arrivare addirittura a un servizio sanitario in call conference convenzionato, però, con le strutture locali.

Come a dire che geo-helping e community sempre più omogenee quanto a caratteristiche socio-demografiche, gusti, interessi, etc. sono il futuro del social.

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