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La scienza del Marketing non può rispondere a ogni interrogativo

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"Ci sono domande a cui il Marketing non sa rispondere?" La risposta di Antonio Monizzi al quesito di una nostra lettrice.

Oggi ci si trova di fronte al mito del Marketing… oppure alla sua demonizzazione.
Sempre di più osservo una realtà in cui si attribuiscono poteri potenzialmente infiniti e controversi all’utilizzo del Marketing.

I detrattori ritengono che sia uno strumento capace di instillare bisogni (beceri, inutili, immorali e altro che al momento non mi sovviene) in ignari e inconsapevoli consumatori a mo’ di grande fratello di orwelliana memoria.
In tal senso mi sembrano pregnanti e illuminanti queste parole:

Per tanto tempo si è pensato che la gente fosse condizionata a fare ciò che volevano loro (gli industriali, le multinazionali), ma poi qualcuno ha cominciato ad accorgersi che in realtà si riesce a condizionare la gente soltanto a fare ciò che alla gente piace: altrimenti, fosse così semplice, perché si riesce benissimo a condizionarli a comperare abiti, sci cosmetici, e non si riesce a vendere libri a una popolazione interamente alfabeta?

(Da G. Ceserani (1984), “Un'America targata target”, in Eco, Ceserani, Placido, "La riscoperta dell'America", Laterza, Bari.)

D’altro canto alcuni lo ritengono capace di risolvere qualsiasi problema in azienda o persino nella vita di tutti i giorni.

Più probabilmente, come spesso capita nella vita, la verità sta in mezzo.

Il marketing è un metodo che:
1. comincia sempre con una ricerca;
2. mette a fuoco obiettivi chiari, misurabili e realistici;
3. definisce una strategia, con un piano tattico/operativo e allestisce un’organizzazione coerente;
4. prevede una verifica dei risultati.

Mi piace notare che questo metodo presenta una significativa verosimiglianza con quanto codificato dall’arte medica nello schema “prognostico” anamnesi-diagnosi-prognosi-terapia, come a dire che nulla si inventa ma tutto si trasforma.

Adottando questa prospettiva è più corretto dire che il Marketing, allora, è un facilitatore e forse persino un acceleratore ed uno stabilizzatore del successo dell’impresa in quanto contribuisce a:

• generare valore;
• produrre nuove idee e strategie;
• valutare opportunità offerte dallo scenario;
• strutturare processi decisionali all’interno dell’impresa;
• gestire problemi aziendali o di sviluppo ed in generale ridurre la complessità esterna;
• interpretare fenomeni e tendenze in un’ottica orientata al futuro;
• imparare la lingua del cliente.

Occuparsi di Marketing vuol dire cercare di sintonizzarsi con i propri clienti, comprenderli e soddisfarli, rispondendo alle loro richieste, talvolta anticipandole e intuendole persino prima che gli stessi clienti sappiano di averle.
Perché è vero che, come diceva Henry Ford, se avesse chiesto agli americani cosa desideravano loro gli avrebbero risposto “un cavallo più veloce“, non certo una macchina!

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