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Come avere successo ed essere più produttivi secondo Charles Duhigg

Charles Duhigg
Charles Duhigg

Nell'intervento tenuto al Leadership Forum 2022, Charles Duhigg ha elargito alcuni consigli che aiuterebbero a essere più produttivi, nonché ad avere successo nella vita professionale ma anche in quella privata.

Perché alcune persone sono più produttive di altre? È la domanda che ha posto il giornalista e saggista americano, vincitore del Premio Pulitzer nel 2013, Charles Duhigg al Leadership Forum 2022, tenutosi il 26 e il 27 ottobre al Teatro Arcimboldi di Milano.

Essere produttivi con delle “abitudini mentali”: l’intervento di Charles Duhigg al Leadership Forum 2022

Durante il suo intervento al Leadership Forum 2022 Charles Duhigg ha dichiarato che per essere produttivi è importante delineare degli obiettivi precisi e scegliere su cosa focalizzare la propria attenzione.

La migliore risposta alla produttività, infatti, non sarebbe il multitasking.

Come ha affermato il giornalista durante il suo intervento:

«le persone più produttive e le aziende più produttive hanno capito che i nostri cervelli sono dei prodotti di evoluzione incredibili, ma sono evoluti in modalità veramente molto diverse. Per esempio, qualcuno diceva che il multitasking è eccezionale, positivo [..]. Dagli anni ’50, però, e con un’accelerazione negli anni ’90, il multitasking è diventato una vera e propria debolezza e non un punto di forza. Era molto facile distrarsi, farsi sopraffare».

Secondo Duhigg le persone che hanno maggior successo, invece, hanno delle “abitudini mentali” che aiutano a pensare, fare scelte migliori e concentrarsi sulle priorità: si tratta di ciò che «gli psicologi chiamano routine cognitive» e che consentono di riflettere «più profondamente nei momenti difficili».

Nello specifico, sono due le “abitudini mentali” presentate da Charles Duhigg nel corso dell’intervento, considerate da lui fondamentali nella società contemporanea: si tratta di quelle legate all’innovazione e quelle invece all’autocontrollo.

Quando l’innovazione diventa un’abitudine mentale: l’esempio di Disney

Un esempio di “abitudine mentale” legata all’ innovazione è offerto, secondo Duhigg, da Disney. Per due anni la casa di produzione ha cercato di lavorare su una fiaba, La regina delle nevi, per trasformarla in una sceneggiatura, ma ciò che era stato scritto sembrava non funzionare. Gli sceneggiatori, così, hanno provato a riprendere qualcosa per cui Disney si era sempre distinta, ossia una “storia di principesse“, non però una di cui gli spettatori si erano stancati, ma un mix di elementi che più potevano piacere loro. Il risultato, come è possibile intuire, è Frozen, film d’animazione che rientra tra i “classiciDisney.

Il lungometraggio è nato partendo dal passato, da una mescolanza di storie ed elementi, cosa che sottolinea come nella creatività ci possa essere un metodo da seguire. Gli innovatori, secondo il giornalista, non cercherebbero infatti idee totalmente nuove, ma guarderebbero molto al passato.

A dimostrarlo sarebbe anche uno studio citato dall’esperto: nell’ambito della ricerca è stato chiesto a un campione di leggere dei paper per rilevare quelli più innovativi; i paper venivano letti di più se non contenevano troppe nuove informazioni ed erano considerati più innovativi quelli con solo il 5% di creazioni nuove. Questo è l’inizio di quella che viene definita “behaviour economy“, l’economia comportamentale.

Per certi versi, la teoria presentata da Duhigg avrebbe in comune l’idea, esposta allo stesso evento, il Leadership Forum 2022, da Daniel Pink, secondo cui servirebbe «il rituale dei progressi», per focalizzare l’attenzione non sulle grandi novità bensì sui piccoli progressi che si possono fare, anche quotidianamente.

Il potere dell’autocontrollo e come questo si riflette nella strategia di Starbucks

Importante è però anche sapersi autocontrollare, ed è questa, coma anticipato, la seconda tipologia di “abitudine mentale” citata da Charles Duhigg al Leadership Forum 2022.

Un esempio di sviluppo di quest’abitudine riportato dall’esperto è legato a Starbucks. Il grande segreto della catena è sicuramente il servizio clienti, qualcosa però a cui si è arrivati con il tempo. Il problema di Starbucks risiedeva infatti nell’età dei camerieri, molto spesso ragazzi intorno ai 19 anni, un’età in cui vi sarebbe una maggiore propensione a prendere decisioni d’impulso nella vita privata, così come in quella lavorativa.

Il CEO di Starbucks ha deciso così di insegnare ai ragazzi la forza di volontà, assumendo degli psicologi. Ha preso per questo ispirazione dal test dei marshmallow, indirizzato in origine ai bambini, ai quali, lasciati soli in una stanza, veniva dato un marshmallow, con la precisazione che qualora non lo avessero consumato avrebbero ricevuto un secondo dolcetto.

Lo studio in questione, condotto per la prima volta alla fine degli anni Sessanta dallo psicologo Walter Mischel, ha rivelato che solo il 40% dei bambini resisteva. Seguendo poi i bambini nelle loro vite è emerso che coloro che hanno più forza di volontà sono più bravi negli sport, a stringere amicizie, si sposano di più e rimangono sposati più a lungo.

Secondo un approccio di questo tipo, dunque, sembrerebbe che persone con un’elevata forza di volontà sarebbero più performanti in differenti aree della vita, costruendo rapporti sociali più durevoli: un risultato coerente con l’idea di Duhigg secondo cui l’autocontrollo è sinonimo di successo e il livello di autocontrollo degli individui è collegato al livello di successo da loro raggiunto.

Ritornando all’azienda riportata come esempio, Starbucks ha fatto in modo che i camerieri cambiassero il modo di rapportarsi ai clienti, occupandosi con attenzione delle loro richieste, degli eventuali reclami, sempre con estrema cortesia. L’atteggiamento ha funzionato così tanto che è cresciuta nel tempo la soddisfazione dei clienti e inoltre si è notato che i ragazzi hanno cominciato a usare lo stesso comportamento anche nella vita privata.

Secondo il giornalista, dunque, la motivazione aumenterebbe quando si è in grado di autocontrollarsi e si ha più successo quanto più si riesce a mantenere il controllo delle situazioni:

«più riusciamo a investire gli uni negli altri, più diventiamo le persone che vogliamo essere, più ci sentiamo in controllo più possiamo rendere il mondo un posto migliore».


Secondo il relatore, nella società contemporanea spesso si potrebbe avere la sensazione che tutto sia fuori controllo e che si sia sopraffatti; sembra esserci, anche, una continua rincorsa all’innovazione, come se non essere innovativi sia sinonimo di essere fallimentari. Ecco perché, secondo Duhigg, risulta importante imparare a gestire le due abitudini mentali presentate per raggiungere il successo.

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