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Fashion Marketing. Viaggio alla scoperta dei nuovi modi di fare shopping e dei meccanismi della moda 4.0

"Fashion Marketing" di Isabella Ratti è un'introduzione al mondo del marketing digitale per la moda e ai suoi strumenti adatta soprattutto a chi comincia.

EDITORE Dario Flaccovio Editore
PUBBLICATO 2019
EDIZIONE
PREZZO 26,60 su Amazon
PAGINE 304
LINGUA italiano
ISBN/ISSN 9788857909899
AUTORE
I. Ratti
VALUTAZIONE Inside Marketing

Recensione Inside Marketing

Raccontare le trasformazioni che, da almeno dieci anni a questa parte, hanno reso l’intero sistema moda sempre più digitale non è semplice. “Fashion marketing. Viaggio alla scoperta dei nuovi modi di fare shopping e dei meccanismi della moda 4.0” di Isabella Ratti, edito da Dario Flaccovio Editore, decide di farlo così dedicandosi a un solo aspetto: come vendere una moda sempre meno materiale e farlo sfruttando opportunità e strumenti offerti dagli ambienti digitali, ossia come trasformare il semplice fashion marketing in digital fashion marketing.

Il digital “Fashion Marketing” alla portata di tutti (soprattutto di realtà artigianali, nascenti, a conduzione familiare)

L’intento dell’autrice sembra essere quello di far luce sulle trasformazioni da poter apportare al fashion marketing anche se non si è grandi firm del lusso come Chanel, Moncler, Prada con grosse fette di budget da poter destinare – in era pre COVID-19 almeno – al digitale. L’impressione è, infatti, che “Fashion Marketing” provi a parlare soprattutto alle realtà più piccole, artigianali come ce ne sono tante in Italia, a conduzione familiare o appena nate e bisognose, a ogni modo, di essere convinte che «dall’accesso» si sia ormai passati «alla disponibilità», ossia che investire in campagne Google Ads o curare una bacheca su Pinterest non sia ormai tanto una possibilità quanto una necessità per restare competitivi in un settore che, del resto, altamente competitivo lo è da sempre e per natura.

Il saggio abbonda così di contributi di esperti e professionisti che di volta in volta spiegano come si possano sfruttare l’ email marketing o la seo per il fashion e di esempi pratici di risultati, buoni e meno buoni, ottenuti sfruttando gli strumenti del marketing digitale. Sono contributi e casi di studio che valgono da soli forse la lettura del saggio: il “viaggio” promesso nel titolo alla scoperta di come la digital transformation abbia cambiato il sistema moda e le abitudini di fashion addicted e più comuni consumatori di capi e accessori dell’apparel infatti rischia di ridursi a un breve accenno a come dalla crisi economica del 2008 sia nato il fast fashion o a come, nell’era dell’ influencer marketing , ci siano «superconsumatori» – influencer con grande seguito appunto, come Chiara Ferragni, ma anche big spender come i consumatori cinesi – che andrebbero considerati alla stregua di competitor dei fashion brand per come sono impegnati in una costante produzione di contenuti con cui possono orientare i consumi delle proprie community, in collaborazioni aziendali o, persino, a curare collezioni proprie di capi e accessori di moda. Chiunque abbia un minimo di familiarità con l’argomento, insomma, potrebbe trovare il tutto un po’ già letto, già sentito e questa sensazione potrebbe essere amplificata, tra l’altro, dall’uso di dati, statistiche, previsioni e trend, come quelli che periodicamente incoronano il brand di moda più popolare sui social per esempio, non di rado ripresi anche dalla stampa più generalista e comunque piuttosto volatili e che rischiano di apparire, cioè, troppo vecchi e poco significativi per essere cristallizzati in un saggio.

Iniziare col digital fashion marketing non vuol dire improvvisare

Più si va avanti con la lettura di “Fashion marketing”, in altre parole, e più si dovrebbe accantonare l’idea che si tratti di un manuale di marketing digitale per la moda, per quanto non manchino accenni a concetti teorici come la necessità di creare un brandscape intorno all’immagine aziendale capace di trasformarsi in una sorta di orizzonte valoriale di riferimento per i propri target o quella di passare dalla semplice customer satisfaction alla più complessa human satisfaction. La lettura di questo testo potrebbe essere pensata come quella di una sorta di bignami per principianti del fashion marketing, utile per iniziare a familiarizzare con termini, espressioni, concetti, tool che dovranno necessariamente entrare nella propria cassetta (virtuale) degli attrezzi se si vorrà vendere moda e farlo sfruttando le potenzialità del digitale. La vera risorsa per il lettore alle prime armi con il marketing digitale ma determinato a sfruttarne i vantaggi, così, potrebbero essere i capitoli finali di “Fashion marketing”: sono un sunto assolutamente essenziale e fruibile di come funzionano le diverse piattaforme social, il video marketing, la social media advertising; aiutano a farsi un’idea di quando e come convenga utilizzarli, ma ancora una volta rischiano di lasciare la sensazione – va da sé, non del tutto realistica – che il tutto sia più facile del previsto e che ci si possa improvvisare digital fashion marketer senza sbagliare (o quasi).

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