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Guida calcistica di LinkedIn

Come usare LinkedIn in maniera efficace e cosa rende performante la propria presenza? Le risposte di Bonanomi in Guida calcistica di Linkedin.

EDITORE Ledizioni
PUBBLICATO 2018
EDIZIONE
PREZZO 18,00 su Amazon
PAGINE 162
LINGUA italiano
ISBN/ISSN 8867058053
AUTORE
G. Bonanomi
VALUTAZIONE Inside Marketing
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Recensione Inside Marketing

È il social forse più incompreso e meno sfruttato al pieno delle sue potenzialità e ciò non può che cozzare con una pratica, invece sempre più in voga, come quella del social recruiting. Se guide, manuali e saggi su come si usa LinkedIn così abbondano, la Guida calcistica di LinkedIn” di Gianluigi Bonanomi (edito da Ledizioni) ha il vantaggio di utilizzare linguaggio e metafore semplici e immediati, in Italia soprattutto, come quelli del calcio. Schemi, azioni tecniche, un buon coaching possono aiutare, infatti, a vincere la partita definitiva della stagione tanto quanto a rendere completa, efficace e, perché no, poco dispendiosa in termini di tempo e di energia la propria presenza su LinkedIn.

La guida completa ed espansa SU come usare Linkedin

C’è un mantra, del resto, ben noto agli addetti di settore: per gestire la propria presenza sul social professionale per eccellenza bastano nove minuti al giorno. Tantissimi se si considera il numero di profili che giacciono abbandonati e mai aggiornati dal momento in cui sono stati aperti; davvero molto pochi invece se comprese del tutto le potenzialità dello strumento. Nove minuti che presuppongono, a ogni modo, un investimento di tempo iniziale considerevole nel dare forma completa al proprio profilo LinkedIn. Nella sua Guida calcistica così Bonanomi fornisce consigli, esempi pratici, piccoli segreti e una panoramica completa anche sulle funzionalità meno note di casa LinkedIn a uso e consumo tanto dell’utente che si sia appena iscritto alla piattaforma, quanto di chi abbia già un profilo LinkedIn da tempo ma voglia renderlo davvero performante. Dall’opportunità o meno di utilizzare il proprio nome completo alla scelta dell’immagine di profilo giusta – che, a proposito di metafore calcistiche, è la figurina Panini del social recruiting  – e passando per l’importanza di personalizzare il link al proprio profilo – oggi buon sostituto dei biglietti da visita – e, ancora, di scegliere il giusto job title o scrivere un buon riepilogo delle proprie esperienze lavorative, insomma, chi si stia chiedendo come usare LinkedIn con ogni probabilità troverà nel testo delle buone risposte. Risposte che in qualche caso hanno la forma di un aneddoto, in altri quella di un esempio concreto, di una analisi reale di un profilo LinkedIn di successo o al contrario non ottimizzato o ancora quella di un’intervista con esperti di settore, di un approfondimento tematico, ecc. A distinguere “Guida calcistica di LinkedIn” da manuali e testi simili, insomma, è proprio l’abbondanza di materiali e strumenti messi a disposizione del lettore: ci sono persino approfondimenti e aggiornamenti fruibili direttamente online e tramite QR code, qualche volta a discapito della chiarezza e della linearità anche visiva del testo.

Oltre i tecnicismi: come usare Linkedin per una comunicazione human to human

A un lettore che non abbia particolare familiarità con teorie di marketing e studi sui media potrebbe suonare strana, certo, in un testo di auto-aiuto per imparare come usare LinkedIn la presenza di concetti tecnici e di settore come coda lunga, modello hub&spoke, analisi swot , comunicazione a cipolla, unique selling point, social selling. Perché mai, del resto, chi si occupi di traduzioni dall’uzbeko e intenda trovare clienti attraverso LinkedIn dovrebbe prima di tutto imparare come comunicare al meglio le proprie skill, posizionarsi rispetto a certe parole chiave, attirare clienti attraverso la giusta strategia di contenuti e via di questo passo? Al di là delle singole considerazioni puntuali, pure fornite nella “Guida calcistica“, c’è una ragione di base: le persone amano parlare di sé ed è quello che fanno sempre, in qualsiasi contesto e con qualsiasi azione; anche chi fa recruiting, così, quando presta attenzione alla formazione, alle esperienze pregresse del candidato sta in realtà raccontando qualcosa di sé, di un suo problema da risolvere che è molto più pragmaticamente la vacancy in questione; la quadratura del cerchio sta allora, per chi è alla ricerca di un impiego o per chi vuole semplicemente andare avanti nel suo path di carriera, nel riuscire a raccontar di sé e della propria storia professionale come soluzione ideale a questo stesso problema. Qualcuno direbbe, insomma, che non basta imparare a fare personal branding – o come usare LinkedIn per farlo – ma servirebbe saper fare personal branding storytelling. Non esiste altra forma di comunicazione, del resto, che non sia human to human.

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