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La cattedra di Open Innovation alla Luiss Guido Carli di Roma con Maire Tecnimont

La cattedra di Open Innovation alla Luiss Guido Carli di Roma con Maire Tecnimont

L'importanza dell'innovazione continua e la necessità della formazione nell'ambito sono al centro di un progetto della Maire Tecnimont.

Il concetto di innovazione continua, che guida l’operato della Maire Tecnimont, ha portato alla realizzazione di un progetto focalizzato sul voler diffondere la cultura dell’open innovation anche a un livello formativo oltre che imprenditoriale.

Da dove nasce questo progetto per Maire Tecnimont?

La scelta di finanziare la cattedra di Open Innovation all’Università Luiss Guido Carli deriva dal fatto che il Gruppo Maire Tecnimont è sempre stato molto attento al concetto di innovazione; basti pensare alla sua spiccata vocazione tecnologica e all’impegno nel settore dell’ingegneria impiantistica e in quello energetico, con particolare attenzione alla chimica verde e alle energie rinnovabili. Come precisato dal presidente del Gruppo, Fabrizio Di Amato, il progetto di finanziamento, dunque, ha come primaria motivazione la ferma convinzione che il successo di un’industria di questo tipo non può che ottenersi con un’innovazione continua, aperta non solo alle competenze e alle risorse (umane e tecnologiche) interne quanto anche a quelle esterne, in una collaborazione e contaminazione continui.

Perché una cattedra di Open Innovation?

Questo tipo di modello di innovazione presuppone la necessità di uno studio e di una ricerca continui, di formazione specifica, e la cattedra di Open Innovation, progettata da Andrea Prencipe, rettore della Luiss Guido Carli di Roma, e Henry Chesbrough, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’Università della California a Berkeley, ha proprio l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un simile mindset.

Va rilevato che al professore Henry Chesbrough non solo è assegnata la cattedra stessa, e quindi l’insegnamento, bensì anche un progetto di ricerca volto ad analizzare il modello dell’Open Innovation e la modalità più adatta alla sua diffusione: dai principi agli obiettivi economici, sociali e di sostenibilità ambientale, fino al metodo per l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze necessarie per approcciarvisi.

Difatti, non si può applicare il modello dell’Open Innovation senza aprirsi a un nuovo modo di concepire il cambiamento, le evoluzioni e le trasformazioni e, più in generale, l’innovazione. Come affermato dal rettore Andrea Prencipe in occasione dell’inaugurazione di questa cattedra (tenutasi a dicembre 2019): «l’elemento di differenziazione fondamentale tra l’open innovation e altre forme di collaborazione per l’innovazione risiede nella ricerca di partnership non ovvie che possano quindi offrire conoscenze, idee, competenze, informazioni non convenzionali, inaspettate, impensate e a volte impensabili». E, come aggiunto dal professore Henry Chesbroug, la grande novità introdotta da questo modello è che «illustra meglio dei precedenti perché un’azienda non abbia più bisogno di controllare, quasi di possedere, i processi di innovazione dall’inizio alla fine».

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