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Presentato da Netcomm il “Manifesto per l’eCommerce” con 10 fattori chiave per il commercio digitale

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Considerando l'importanza del commercio digitale nell'economia attuale e l'importanza che esso può rivestire nel Sistema Paese, e non solo, Netcomm ha stilato un "Manifesto per l'eCommerce", con dieci punti su cui investire.

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Presentato da Netcomm il “Manifesto per l’eCommerce” con 10 fattori chiave per il commercio digitale
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Nel corso dell’ultima edizione dell’evento dedicato al digital retail in Italia, il Netcomm Forum 2023, è stato presentato, tra diversi interventi, ricerche (come il “Delivery Index”) e approfondimenti, anche un “Manifesto per l’ ecommerce ”, curato da Netcomm, il consorzio del commercio digitale italiano.

Si tratta di un elenco di 10 fattori chiave da tenere in considerazione e su cui intervenire per favorire lo sviluppo del commercio digitale nel nostro Paese, in primis, ma anche a livello europeo e oltre.

I 10 punti sono stati individuati e redatti considerando l’evoluzione digitale e l’eCommerce quali importanti leve di crescita del settore economico, «un’opportunità di modernizzazione imprescindibile per il Sistema Paese», come si legge nel comunicato diffuso a chiusura dell’evento.

I 10 punti del “Manifesto per l’eCommerce”

Per aumentare la competitività nell’attuale scenario che è sempre in continua trasformazione, secondo il “Manifesto per l’eCommerce” è necessario, dunque, tenere in considerazione i punti riportati di seguito.

  1. Il valore economico del settore.
    Questo primo punto risulta più che altro un modo per affermare l’importanza di tenere in considerazione il commercio digitale, in quanto parte fondamentale dell’economia oggi.
    Nella nota stampa, infatti, è specificato che il «digital retail complessivo vale oggi 71 miliardi di euro1 ed è il primo driver di crescita dell’economia italiana. Ha contribuito per il 40,6% alla crescita di fatturato totale delle attività economiche nel quinquennio 2016-2020, coinvolgendo oltre 723mila imprese.
    L’indice di penetrazione dell’eCommerce, ossia la quota degli acquisti online sul totale Retail, è pari al 12%, rimasta stabile rispetto al 2022, e il numero di acquirenti online si attesta a 33 milioni nel primo trimestre del 20232».
  2. Le competenze.
    Dal secondo punto in poi, invece, sono messi in risalto i fattori su cui investire per migliorare ulteriormente lo status dell’eCommerce.
    È necessario, innanzitutto, investire sulle competenze, con politiche mirate che puntino ad attività di formazione costruite su misura per il settore digitale, che possano migliorare il lavoro di imprenditori, manager e lavoratori in generale, ma anche giovani laureati e diplomati, oltre a facilitare la mobilità intersettoriale all’interno delle imprese.
    Inoltre, occorre «creare centri di eccellenza e di supporto alle imprese rafforzando i progetti già in essere per facilitare la transizione digitale delle piccole medie imprese».
  3. Il proximity commerce.
    Altro investimento importante andrebbe fatto sul proximity commerce, «che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, che possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe».
    Un processo di cambiamento di questo tipo, infatti, necessita di adottare delle soluzioni tecnologiche specifiche, per cui potrebbero essere pensati degli incentivi ad hoc.
  4. Il Made in Italy.
    Vero e proprio brand , il Made in Italy non poteva mancare tra i punti da valorizzare secondo Netcomm. In particolare, si legge nel comunicato, va valorizzato «digitalmente il patrimonio artistico, culturale, artigianale, paesaggistico, le eccellenze enogastronomiche e produttive nazionali, promuovendo il turismo internazionale e il suo valore aggiunto per il territorio, grazie anche alla collaborazione con le online travel agencies (OTA)».
  5. I mall digitali locali.
    Coerentemente con i punti precedenti, il quinto punta l’attenzione sulla necessità di iniziative che facilitino e incentivino la creazione dei cosiddetti “piccoli mall digitali locali”, «consorziando le imprese artigianali e del commercio con la nascita di poli locali di offerta, in grado di servire sia la domanda di prossimità che l’export delle eccellenze a livello internazionale».
  6. I distretti digitali.
    Non solo prossimità, però. Da Netcomm hanno evidenziato, con il sesto punto del “Manifesto per l’eCommerce”, l’importanza di reinterpretare il modello dei distretti industriali, grazie al quale l’economia italiana negli ultimi anni è cresciuta molto, per promuovere la creazione di distretti digitali, «dove il collante deve essere la complementarità nei prodotti e nei servizi».
  7. I marketplace .
    L’offerta made in Italy, inoltre, deve essere resa disponibile anche sui marketplace internazionali, con incentivi che possano finanziare la formazione di nuove figure professionali dedite all’export digitale.
  8. La logistica e l’intermodalità.
    Per far sì che il commercio digitale abbia un ulteriore sviluppo non si può, inoltre, non investire in nuovi ed efficaci modelli di logistica e di intermodalità. Essi dovranno essere sostenibili sotto diversi punti di vista: ambientale, economico e sociale.
  9. I pagamenti digitali.
    I servizi di pagamento digitali sono sempre più numerosi, ma fin troppo spesso manca un livello di informazione adeguato agli operatori del commercio (elettronico e non) e ai consumatori. Ecco perché il penultimo punto del Manifesto invita a sostenere lo sviluppo dei pagamenti digitali anche attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione, così da far conoscere bene le caratteristiche dei diversi servizi.
  10. Le tecnologie.
    Se la customer experience può essere migliorata anche grazie a pagamenti digitali sempre più frictionless, può esserlo altrettanto grazie a tecnologie quali intelligenza artificiale, blockchain , realtà aumentata e virtuale: esse infatti possono offrire un customer journey omnicanale e personalizzato, creando un ambiente più coinvolgente.
Note
  1. Fonte: Studio Netcomm in collaborazione con The European House – Ambrosetti, gennaio 2023
  2. Fonte: Osservatorio Netcomm NetRetail, 2023
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