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Fare affari con gli affitti brevi? I consigli (e un corso) di Marco Billiani di Chiave Immobiliare

affitti brevi Marco Billiani

Quella di Marco Billiani è una piccola "case history" di successo nel mondo degli affitti brevi in Italia: è lui stesso a raccontarla in questa intervista e in un corso, Chiave Immobiliare, dedicato a chi vuole fare carriera.

L'intervista a:

Non è un settore sempre semplice da analizzare perché i dati disponibili sono pochi, non aggiornati, spesso ufficiosi anche per via della mancanza di una normativa chiara in materia. Come racconta in un’intervista Marco Billiani di Chiave Immobiliare, facendo riferimento ad alcuni dati acquisiti direttamente, «dei 76 milioni di immobili presenti in Italia, 64 milioni oggi producono rendite ma solo 300mila sono pubblicati su portali [come Airbnb, Booking, ecc,]».

Eppure gli affitti brevi, già di tendenza prima della pandemia, hanno mostrato una certa resilienza agli effetti del COVID-19 sul settore turistico, facendo registrare per esempio, secondo dei dati ISTAT, insieme alle altre strutture dell’ospitalità extra-alberghiera una flessione delle presenze del 9.7%1 nell’estate 2021 contro il -17.3% di hotel e simili. Ciò suggerisce, molto più pragmaticamente, che dagli affitti brevi vengono oggi straordinarie opportunità di guadagno per i proprietari degli immobili, ma non solo.

Marco Billiani, 21 anni e una passione innata per il mondo dell’immobiliare, lo ha sperimentato sulla sua stessa pelle: ormai più di tre anni fa ha cominciato a prendere in gestione immobili non suoi, soprattutto appartamenti da rendere disponibili per gli affitti brevi su Airbnb e Booking; oggi ha un’attività e dei collaboratori che si occupano di questo e, grazie ai corsi di Chiave Immobiliare, prova a condividere la propria esperienza e quello che ha imparato nel tempo con chi vuole intraprendere una carriera nel settore immobiliare.

Cosa significa oggi lavorare nel settore immobiliare e quali sono le opportunità più interessanti al suo interno?

Per lavorare nell’immobiliare oggi bisogna necessariamente essere pionieri, esploratori, innovatori. Settori come quello degli affitti brevi, infatti, da una parte offrono molte soddisfazioni e possibilità, ma dall’altra richiedono un’intraprendenza non indifferente e di rimanere sempre aggiornati e scoprire quello che funziona meglio. Non è esagerato dire che una percentuale ancora irrisoria di proprietari di immobili ha capito le potenzialità di questo settore. Settore che dal lato utente è caratterizzato da altrettanta inconsapevolezza, ragione per cui si va incontro spesso a truffe e fregature [tra i contenuti extra di Chiave Immobiliare c’è, non a caso, la rubrica video ‘’Marco Billiani sventa le truffe nel settore immobiliare’’, ndr].

Quali consigli ti sentiresti di condividere soprattutto con i più giovani che intendono intraprendere una carriera nel settore? Conta più formarsi, per esempio, o puntare sul proprio brand personale?

La formazione, cercare continuamente materiali e informazioni nuovi è alla base di tutto. In questi anni, dopo molte “cicatrici imprenditoriali”, ho però capito una cosa: la barca su cui sei è più importante di quanto remi forte. Tradotto e contestualizzato significa che la giusta attività e il giusto mercato in cui operare sono fondamentali. Tra i fattori cruciali da considerare ci sono, così, la saturazione dello specifico settore, le potenzialità di crescita al suo interno, quali sono le prospettive quanto a longevità e stabilità dei business, se ci sono barriere all’ingresso. Un consiglio altrettanto importante è, però, osare. Nel 2018, quando ho cominciato a muovere i miei primi passi in questo settore, molti addetti ai lavori mi consigliavano di lasciar perdere: fu allora che ho sviluppato un’abitudine potenziante, ossia fare una lista di pro e contro di ogni azione da intraprendere concentrandomi soprattutto sul togliere le emozioni dall’equazione: nel 99% dei casi sono ciò che ci frena e procedere così aiuta ad avere una visione chiara e non diluita di cosa potrebbe succedere ‘e anche le cose andassero male. Osare e prendersi dei rischi credo che siano i requisiti più importanti per fare carriera in qualsiasi settore, soprattutto se si parte da zero.

Soffermiamoci sugli affitti brevi: sono solo un trend del momento o suggeriscono come stanno cambiando il modo di viaggiare e il mondo dell’ospitalità? 

Più che essere un trend del momento, gli affitti brevi stanno vivendo a tutti gli effetti una fase di consolidamento: Airbnb ha 30 milioni di utenti unici ogni mese [dati riferiti dall’intervistato, ndr] e, come anche Booking, è ormai una azienda quotata in borsa. Alla base di ogni mercato e di ogni azienda che funziona ci sono i bisogni di clienti: il successo degli affitti brevi suggerisce che le persone viaggiano e viaggeranno sempre di più e che ci sono vari tipi di turismo. Durante l’emergenza sanitaria, per esempio, ho riconvertito tutti gli appartamenti in spazi dedicati allo smart working e questo mi ha permesso, nonostante la domanda turistica fosse diminuita, di intercettare la domanda del turismo di zona: manager, lavoratori e studenti universitari prenotavano gli appartamenti per avere un ambiente tranquillo con un’ottima connessione dove lavorare o svolgere esami. Più in generale, durante l’emergenza, le persone hanno preferito spazi e strutture privati piuttosto che resort e hotel e ancora oggi la preferenza dei clienti va ad appartamenti dotati di servizi come cucina, lavatrice, spazi all’aperto.

Come credi che il digitale, in tutte le sue sfumature, possa aiutare chi vuole cavalcare l’onda di successo di formule come gli affitti brevi appunto?

In molti danno per scontata la potenza dei canali digitali: personalmente avendo più aziende e gestendo più realtà so quanto sia complicato e costoso promuoversi in maniera autonoma. Se voglio pubblicizzare e attrarre clienti in una delle mie strutture devo infatti: scegliere il target che voglio raggiungere, creare un messaggio che possa catturarne l’attenzione, scegliere il canale migliore per veicolare questo messaggio e capire come funziona, investire in anticipo senza sapere se ci sarà un ritorno. Ben vengano, ancora una volta, quelle piattaforme [come Booking, Airbnb, ecc., ndr] che in cambio di una percentuale danno visibilità a chi investe nel business degli affitti brevi.

Note
  1. ISTAT
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