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eLearning: dai vantaggi ai trend per l'apprendimento online

Trend eLearning per il 2019: studiare online in Italia

Quali sono i principali trend eLearning per il 2019? Qualche riflessione su come e perché funziona l'apprendimento online.

Secondo Statista il mercato dell’eLearning valeva nel 2016, nel complesso, oltre 33 milioni di dollari USA. Stime più generose parlano di una crescita che, entro il 2025, dovrebbe raggiungere nove zeri, senza dubbio come conseguenza diretta di quella digital transformation che non ha risparmiato neanche il mondo della formazione. Cosa convince, però, dell’apprendimento online e quali saranno i trend eLearning per il 2019?

Di cosa parliamo quando parliamo di elearning: esempi e best practice

Una precisazione vale la pena sia fatta subito: dalla scuola all’università, passando per la formazione professionale e aziendale, quando si parla di apprendimento online apprendimento telematico si fa riferimento, sì, a percorsi formativi che hanno piattaforme, contenuti e strumenti multimediali e fruiti in Rete come fulcro principale; nella maggior parte dei casi, però, il modello è blended e prevede fasi decisive del percorso di formazione – come esami, certificazioni, step conclusivi – con una natura ancora analogica e faccia a faccia. L’eLearning, insomma, ben si coniuga a quella flessibilità e a quella multidisciplinarietà dei saperi che sembrano essere le uniche monete veramente sfruttabili all’interno di un mercato del lavoro oggi in profonda trasformazione. Esattamente come la didattica telematica fa suoi concetti come quelli del learning by doing e del just in time con cui il business 4.0 ci ha insegnato in questi anni a familiarizzare.

È possibile imparare online, comunque, in svariati modi. Ci sono giganti del mondo della formazione, come alcune università delle Ivy League, che ormai da tempo rendono liberamente fruibili online i programmi dei loro corsi principali. Su Coursera, una della maggiori piattaforme per l’apprendimento a distanza, creata nel 2011 da due professori di Stanford, oggi si può imparare di tutto – dalla scienza del management agli ingredienti perfetti per una cucina salutare – e conseguire certificati riconosciuti di frequenza ai corsi. Moodle è stata una delle prime piattaforme open source a essere utilizzata da scuole, università ed enti di formazione che desiderassero implementare una didattica digitale. Tra le best practice italiane nel mondo dell’eLearning c’è Federica, la piattaforma per il web learning messa a punto dall’Università Federico II di Napoli: con i suoi 300 corsi blended, i 100 corsi nativi, le svariate ore di lezioni online aggiornate costantemente da insegnanti, professionisti e ricercatori e un numero di accessi che ha presto superato i cinque milioni, è riconosciuta come uno dei migliori esempi di formazione a distanza riconducibile a un’università pubblica europea. Con uno spirito decisamente più aggregatore è nata, invece, EMMA: la piattaforma raccoglie, infatti, e mette a disposizione di studenti e discenti italiani, a volte traducendolo, il meglio dei corsi e dei programmi di formazione online erogati in Europa.

Non si può parlare di eLearning, del resto, senza fare almeno accenno al fenomeno MOOC. Acronimo di Massive Open-Online Course è una delle tante, possibili, declinazioni attraverso cui prende forma oggi l’apprendimento telematico. Classi aperte, moduli flessibili e oda organizzare secondo le reali esigenze dello studente, strumenti di verifica periodica dei progressi, test finali, in qualche caso certificazioni spendibili sul mondo del lavoro e, soprattutto, costi sostenibili (esistono persino MOOC completamente gratuiti e liberamente accessibili a tutti, ndr) sono quello che convincono di più della formazione online. Tanto che, alcuni dati riferiti al 2015, evidenziavano una vera e propria febbre da MOOC con quasi uno studente su dieci che, oltre alla tradizionale formazione, aveva investito sulla formazione online e tassi di penetrazione molto alti per quanto riguarda la formazione aziendale.

I vantaggi dell’elearning e perché (non) sostituirà la didattica frontale

Che siano usati per approfondire una materia curricolare su cui si reputa di avere delle carenze o per sviluppare, invece, percorsi formativi extra-curricolari o professionalizzanti e che aiutino a rivedere le proprie conoscenze in vista di un improvement della carriera, del resto, i programmi di apprendimento online si rivelerebbero molto utili, in non pochi casi addirittura più ancora di quanto riesca a essere la didattica tradizionale. Secondo Brandon Hall, un istituto americano che si occupa di formazione, l’eLearning richiede dal 40% al 60% di tempo in meno rispetto alla formazione tradizionale. Le lezioni sono, infatti, nella maggior parte dei casi asincrone e fruibili on demand, senza che questo significhi performance peggiori degli iscritti; anzi, chi ha frequentato un corso online avrebbe appreso cinque volte di più e nel 25-60% dei casi avrebbe mantenuto le proprie conoscenze anche a lungo termine, senza considerare ovviamente il risparmio sotto un profilo economico di cui si è già detto.

Se si considera che, secondo una ricerca su come gli europei usano la Rete per imparare, circa il 70% di chi fa eLearning in Europa ha tra i 15 e i 24 anni e che si tratta, cioè, di giovanissimi della Gen Z che già si avvicinano al mondo del lavoro, è lecito pensare che la didattica e la formazione online potranno sostituire presto i percorsi d’istruzione più tradizionali? Non sembrerebbe, almeno a sentire il parere di esperti di settore come Marco Gorini, docente di New Media e Marketing, che in un’intervista ai nostri microfoni aveva sottolineato come le due realtà – didattica telematica e formazione fisica, dal vivo – siano destinate a convivere ancora a lungo perché sono «canali di trasferimento diversi, utili entrambi: il momento dell’aula è partecipativo, sociale, aggregativo, un’occasione per mettersi in discussione. L’approccio in aula ha cioè ancora valenza di crescita, fermo restando che tutto ciò va fatto in condizione di agio, altrimenti si tende a preferire l’altra soluzione che può innescare pericolosi meccanismi di solitudine».

Già così dovrebbe essere semplice, allora, capire l’importanza di progettare bene l’esperienza di apprendimento online. Tra le nuove professioni del digitale, così, emerge quella dell’eLearning specialist: è, come spesso accade, una figura ibrida e con conoscenze e competenze interdisciplinari, che spaziano dal coding, alle capacità gestionali e organizzative. Più che fare da sé, chi voglia erogare programmi di formazione online – per i propri dipendenti, per i propri studenti, ecc. – potrebbe affidarsi, però, a risorse esterne come una learning company con i suoi professionisti altamente specializzati, per esempio.

Trend eLearning per il 2019: dall’intelligenza artificiale alla gamification

In considerazione di tutto questo e del fatto che, sebbene sia una pratica relativamente antica, l’apprendimento online rappresenta ancora un campo vasto e in parte inesplorato, quali saranno allora i trend eLearning del 2019? Secondo eLearning Industry, l’anno appena iniziato sarà caratterizzato da forme di apprendimento sempre più adattive, e cioè da percorsi di formazione altamente personalizzati e tarati su bisogni concreti e misurati degli studenti; il microlearning, ossia programmi di formazione suddivisi per moduli strettamente tematici, permetterà a chi sceglie la formazione online di raggiungere in poco tempo obiettivi concreti e prefissati; l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata per assistere studenti e discenti nel loro percorso di apprendimento; l’uso di realtà aumentata e virtuale e di video-lezioni dovrebbe rendere più coinvolgenti e creative le unità didattiche; ancora, sarà l’anno della gamification utilizzata a scopo educativo-formativo.

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