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Gli italiani temono i furti di dati e ciò li fa sentire meno al sicuro anche quando sono a casa

L'Osservatorio sulla sicurezza della casa di Verisure e Censis rivela cosa preoccupa di più gli italiani quando sono tra le mura domestiche: tra le minacce più citate anche reati digitali come furti di dati e truffe online.

Nonostante i reati siano in diminuzione – rispetto a dieci anni fa ci sarebbe oltre il 25% di denunce in meno – sei italiani su dieci, secondo i dati dell’Osservatorio sulla sicurezza della casa di Verisure e Censis, avrebbero vissuto, fin dai primi giorni di emergenza sanitaria, stati di ansia e paura per numerosi pericoli a cui si può essere esposti pur rimanendo tra le mura domestiche, inclusi i pericoli informatici.

Cresce l’insicurezza percepita dagli italiani anche mentre sono a casa

Secondo lo studio presentato nei primi giorni di ottobre, Mese europeo della sicurezza informatica1, un italiano su tre con più di diciotto anni si sentirebbe «poco» (così ha risposto il 25.6% del campione) o «per niente» (8.3%) sicuro quanto è a casa. Tra gli eventi più temuti furti, aggressioni fisiche, emergenze mediche, incendi, esplosioni, atti vandalici.

Secondo l’Osservatorio sulla sicurezza della casa di Verisure e Censis, però, gli italiani sarebbero attualmente preoccupati anche dai furti di dati (è quello che teme il 25.5% del campione, percentuale che sale al 31% tra gli uomini) e dalle truffe online (21.1%). Con ogni probabilità c’entrano il maggior tempo trascorso connessi, nuove abitudini digitali, il fatto che vengano ormai svolta in Rete una grande quantità di attività quotidiane in passato portate a termine offline, oltre che le ripetute notizie sull’aumento dei rischi informatici durante la pandemia.

Pericoli digitali: quali sono i più temuti secondo l’Osservatorio sulla sicurezza della casa di Verisure e Censis

Scendendo più nel dettaglio delle preoccupazioni degli italiani quanto a sicurezza informatica, Verisure e Censis rivelano come queste riguardino soprattutto i pericoli che si corrono quando si svolgono in Rete operazioni bancarie o task lavorati o quando si effettuano acquisti online: è così in media per il 56.6% del campione, ma la percentuale cresce soprattutto tra heavy user della Rete come i giovani che trascorrono online una buona fetta della giornata e gli adulti impegnati in formule per lo smart working o il lavoro ibrido.

Immediatamente dopo la paura di subire furti di dati o essere vittima di truffe online, le maggiori preoccupazioni degli italiani sembrano avere a che vedere con i pericoli che i bambini corrono in Rete: fenomeni come il cyberbullismo o il grooming preoccupano il 34.7% del campione, percentuale che cresce abbondantemente a oltre un italiano su due tra i più anziani.

Più in generale le insidie che dalla Rete possono venire al benessere dell’individuo sembrano creare apprensione negli italiani: il 23.7% degli intervistati si sarebbe detto preoccupato per gli effetti dei social sulla salute mentale e per il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza da Internet. Anche questo è un dato sensibile all’età: il rischio nomofobia preoccupa ancora una volta soprattutto chi trascorre molto tempo online, come gli under 35 (in questa fascia d’età un italiano su tre si dice preoccupato di come essere continuamente connesso possa incidere sul proprio benessere e la propria salute mentale). Tra i millennials più che tra il resto degli italiani (con una percentuale del 26.4% contro la media del 22%) è diffusa in particolare la preoccupazione di essere vittime di hater e quindi di essere ingiustamente attaccati in Rete e diventare vittime di vere e proprie campagne d’odio.

Un approccio olistico alla sicurezza della persona

Secondo Massimiliano Valeri, direttore del Censis, «quello che emerge con chiarezza è che la sicurezza, come la salute, viene ormai percepita dai cittadini come un bene comune su cui non si accettano compromessi. Le persone cercano una “incolumità dai rischi” che richiede soluzioni tecnologiche e organizzative nonché una collaborazione senza barriere fra pubblico e privato».

Di fronte al moltiplicarsi delle minacce percepite gli fa eco Stefan Konrad, managing director Verisure Italia, commentando in un comunicato stampa i dati dell’Osservatorio sulla sicurezza della casa di Verisure e Censis: «è importante poter garantire una sicurezza a tutto tondo: cybersecurity per chi accende il computer e va online; cura e soccorso per chi ha bisogno di assistenza sanitaria; supporto e ascolto per chi è vittima di violenza domestica; sostegno per anziani soli e in difficoltà. Un approccio che definirei olistico, perché è necessario lavorare sulle radici dei problemi per rafforzare la prevenzione».

Note
  1. CLUSIT

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