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Periscope: la rivoluzione del broadcasting

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L'immediatezza di Twitter e il potenziale del broadcast: perchè Periscope è la app che rivoluzionerà il mondo dello streaming live.

È l’ultimo acquisto in casa Twitter ed è destinato a rivoluzionare il mondo del broadcast da smartphone o tablet: è Periscope, la nuova applicazione che consente a tutti di trasmettere in diretta streaming collegandosi dal proprio account Twitter, proprio come il competitor diretto Meerkat.

La guerra del mobile broadcasting è iniziata e per entrambe le app l’idea di base è unire la velocità e l’immediatezza di Twitter con la forza della condivisione dello streaming in diretta. Con alcune differenze sostanziali: Meerkat è stata infatti esclusa dal Social Graph di Twitter, proprio alla vigilia del lancio di Periscope e, per questo motivo, se entrambe le app consentono l’accesso attraverso Twitter, solo Periscope consente agli utenti di seguire automaticamente la propria rete di follower già presenti sul social network .

Ulteriore differenza risiede nella veste grafica dell’interfaccia, decisamente più essenziale per Periscope mentre Meerkat sacrifica buona parte dello spazio disponibile per le immagini a vantaggio di una vasta quantità di dati sul broadcast, delle icone degli utenti collegati e delle icone per partecipare con commenti, retweet o like allo streaming.

Nel momento in cui è in azione il broadcast, Periscope tiene aperta una chat che coinvolge tutti gli spettatori, in cui ciascun utente può interagire sia attraverso una conversazione scritta sia attraverso l’invio di cuoricini animati in base ai quali vengono poi definitivi i broadcaster più amati. Lo streaming può essere poi salvato e replicato in un tempo massimo di ventiquattro ore; ogni utente, inoltre, può scegliere gli altri broadcaster da seguire attraverso la lista di utenti seguiti su Twitter. Il menu è agevole e di grande immediatezza. L’interfaccia prevede sostanzialmente tre aree: una sezione in cui sono offerti suggerimenti sugli stream da guardare, il menu per iniziare una propria trasmissione, con la possibilità di abilitare singolarmente camera, microfono e localizzazione e l’accesso alla ricerca di nuovi broadcaster.

Su un aspetto entrambe le app risultano drammaticamente simili: nell’uso smodato delle notifiche, sia per comunicare nuovi follower, sia per invitare a visualizzare nuovi streaming presenti dalla propria rete di contatti. Il risultato può confondere l’utente con una pletora di messaggi che possono sensibilmente distogliere l’attenzione dal mare magnum della trasmissione live.

Per quanto sia limitato al solo mercato dei possessori di iPhone, Il broadcast è l’ultima frontiera da presidiare, per aziende e brand . Non è un caso che successivamente al suo lancio, molti marketer si sono precipitati a scoprire i vantaggi dello streaming facile e veloce per dare copertura e visibilità ad eventi corporate ma soprattutto per ampliare la gamma di branded content   attraverso un approccio informale e diretto, come ad esempio la trasmissione di video behind-the-scenes o sessioni di domande e risposte in cui dialogare direttamente con la propria target audience.

Basti pensare a brand del calibro di RedBull, che ha già testato l’app per veicolare eventi corporate legati alla Red Bull Guest House, o a Spotify, che ha già postato una vasta gamma di video sul dietro le quinte di una serie di concerti del cantante folk irlandese Conor O’Brien, o al più recente iHeartFestival Award, che ha trasmesso su Periscope il paginatissimo red carpet con la sua parata di celebrità e popstar. A questa lista si sono già aggiunti, anche solo per fare degli opportuni test, marchi come H&M Canada, DNKY, Puma e Urban Outfitters.

Le opportunità offerte dallo streaming sono infinite: dagli incontri tra personalità politiche con il proprio elettorato in tempo reale agli eventi sportivi, alla cronaca live per magazine e testate giornalistiche. Il tutto rigorosamente senza filtri e accorciando sempre più le distanze tra target audience e brand.

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