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Barilla dà vita alle "Playlist Timer" per cuocere la pasta a tempo di musica

Barilla dà vita alle

E se per calcolare il tempo di cottura della pasta si usassero delle playlist su Spotify? La risposta nelle Playlist Timer di Barilla.

Partendo dall’idea che uno dei segreti per cucinare una buona pasta è affidarsi ai tempi di cottura consigliati sulla confezione – e il Movimento Grandi Minuti insegna che è importante vengano messi bene in evidenza –, sono nate le Playlist Timer Barilla, delle raccolte di brani musicali su Spotify create dal gruppo, che durano esattamente il tempo di cottura dei formati di pasta a cui sono dedicate. Ad annunciare l’iniziativa è un post su Facebook dell’agenzia Publicis Italia che, attraverso un gruppo di immagini e una breve didascalia, ha introdotto la campagna facendo leva sul rapporto tra gli italiani e la pasta e dimostrando la vicinanza di Barilla ai consumatori con prodotti e proposte al passo con i tempi.

Nello specifico, la campagna di Barilla si configura come una raccolta di otto playlist brandizzate che abbinano a diversi generi musicali alcuni tra i formati di pasta più apprezzati dagli italiani. I brani all’interno delle Playlist Timer Barilla, come si legge nel comunicato stampa ufficiale di lancio dell’iniziativa, saranno aggiornati periodicamente in modo da garantire varietà a chi utilizza queste raccolte musicali come timer per la cottura della pasta. L’atto del cucinare viene visto come una forma d’arte e il momento in cui, approfittando dei minuti necessari per la cottura della pasta, intrattenersi ascoltando buona musica. Questo viaggio attraverso suoni e sapori coinvolge anche le arti figurative: la copertina di ogni singola playlist è stata illustrata da artisti italiani di calibro internazionale.

Playlist Timer Barilla

Le attuali playlist disponibili sul canale Spotify di Barilla.

Chi sono gli illustratori delle Playlist Timer Barilla?

Se il formato di pasta per cui gli italiani sono conosciuti in tutto il mondo è rappresentato dagli spaghetti, anche all’interno del canale Spotify di Barilla le compilation dedicate agli spaghetti sono quelle che raccolgono il maggior numero di follower . La “Mix Tape Spaghetti” illustrata da Van Orton e la “Top Hits Spaghetti” illustrata da Carol Rollo sono infatti le più seguite a poche ore dal lancio dell’iniziativa.

Gli artwork dedicati a questo formato di pasta sono stati pubblicati sui canali Instagram degli illustratori come partnership sponsorizzate con Barilla e tra i commenti vengono anche avanzate richieste di packaging totalmente illustrati in edizione limitata.

Sempre parlando di numero di follower, al secondo posto si trovano le due playlist dedicate ai fusilli: la “Timeless Emotion Fusilli” con cover di Emiliano Ponzi e la “Boom Bap Fusilli” con cover di Nico189. Nella copertina di Emiliano Ponzi, in linea con i brani proposti, si decide di dare ampio spazio al concetto di evocazione di un ricordo passato che può avvenire ascoltando della musica, perdendosi nelle immagini della propria mente e, perché no, nella diapositiva sbiadita di un pasto condiviso con qualcuno.

Diverso il concept di Nico189 che, facendo riferimento alla forma della pasta, la sostituisce alle sospensioni di una low rider, vettura che grazie alla modifica riesce a compiere dei veri e propri movimenti ritmici.

«Listen to the playlist and enjoy some linguine» è la didascalia che su Instagram introduce “Simply Classic Linguine” con cover di Andrea Mongia; le copertine dei vinili raffigurate sposano il concetto di “grandi classici della musica” a cui fa riferimento proprio la descrizione della raccolta di brani.

Le linguine tra le dita di una ragazza, una vecchia radio e gli ingredienti per realizzare il pesto sono al centro della cover “Mood Day Linguine” di Alessandro Baronciani, fumettista molto amato da chi ascolta musica indie che compone questa playlist.

Se i quattro formati scelti per la campagna Playlist Timer sono quelli preferiti dagli italiani, una menzione speciale va riservata alle penne rigorosamente rigate, rappresentate nelle cover di “Pleasant Melancholy Penne” di Fernando Cobelo e “Best Song Penne” di Mauro Gatti, in cui emerge lo stile inconfondibile dei due illustratori ma anche le righe che hanno da sempre animato il dibattito su questo formato di pasta.

Per rendere nota l’iniziativa, il gruppo Barilla ha pubblicato sul proprio canale Instagram un carosello con le cover delle playlist e ha inserito il link in bio per scoprirle. Sulla pagina ufficiale Facebook, invece, non vi è invece traccia dell’iniziativa e la pubblicazione dei contenuti è ferma a dicembre 2020.

Il Manifesto del Grano Duro e le nuove politiche Barilla

La protagonista indiscussa della campagna rimane in ogni caso la pasta nei formati classici, ma rinnovata nella sua ricetta grazie alla scelta di una selezione di grani duri italiani. Il segreto della perfetta cottura risiede nella materia prima coltivata in tredici regioni italiane e nella rivisitazione delle fasi di produzione. Le varietà di grano duro a cui fa riferimento Barilla conferiscono al prodotto proprietà nutritive notevoli ma soprattutto sono prova dell’impegno di Barilla nel rispettare il territorio e le comunità locali. Negli ultimi anni il gruppo è stato investito da una forte polemica relativa alla provenienza delle materie prime, ma la risposta non si è fatta attendere e l’azienda di Parma ha pubblicato il “Manifesto del Grano Duro” attraverso cui rende trasparente la sua politica di sostegno alle comunità locali, alla filiera corta e alle produzioni rispettose dell’ambiente. «Questo progetto, di cui il prodotto finale è solo il risultato più evidente, rappresenta il nostro impegno a investire sull’agricoltura italiana, con l’obiettivo di avere sempre più grano duro nazionale di alta qualità coltivato in modo sostenibile. Arriviamo oggi – ha affermato il vicepresidente del Gruppo Paolo Barilla in un comunicato stampa per il lancio del Manifesto del Grano Duro – a un risultato straordinario, derivato da molti anni di ricerca sulla materia prima e di lavoro sull’intera filiera, frutto degli accordi realizzati con oltre ottomila agricoltori italiani e del Protocollo d’intesa siglato a fine dello scorso anno con il Ministero dell’Agricoltura».

Come ha reagito il web aLLA NUOVA iniziativa BARILLA?

Scorrendo i commenti ai vari post presenti sui social e dedicati all’iniziativa Playlist Timer Barilla è possibile trovare vari apprezzamenti ma anche delle polemiche.

Tra i commenti alla pagina dell’agenzia Publicis, strappa un sorriso quello dell’agenzia Hub 09 che, ideatrice del “Movimento Grandi Minuti”, ha scritto: «e dire che sarebbe bastato scrivere i tempi di cottura grandi».

Commento MGM su iniziativa Playlist Timer Barilla

Seguendo il flusso delle conversazioni legate all’ hashtag #PlaylistTimer, utilizzato per il lancio dell’iniziativa, si possono leggere polemiche su una presunta «disparità di genere» tra gli artisti scelti per disegnare le cover, commenti ironici sull’assenza di una playlist dedicata alle penne lisce e segnalazioni all’impossibilità a trovare le playlist su Spotify senza avere il link a disposizione.

Qualche polemica più generale relativa al contesto in cui si colloca questa iniziativa specifica, ossia la selezione delle varietà di grano, è possibile trovarla su Facebook, in post meno recenti. La questione principale è quella della “italianità delle materie prime”, con la quale il brand convive da molti anni e alla quale puntualmente risponde fornendo ampie spiegazioni sulle politiche attuate.

Risposte Pagina Facebook Barilla alla polemica sulle materie prime

Alcune delle risposte alla polemica sulle materie prime presenti tra i commenti della pagina Facebook Barilla.

Ritornando alle Playlist Timer Barilla, non è la prima volta che i brand utilizzano delle raccolte di brani su Spotify come strategia di content marketing per il lancio dei propri prodotti. È interessante però osservare come campi apparentemente lontani tra loro riescano a contaminarsi per generare un’idea dal forte potenziale. Suoni, immagini e sapori si fondono per dar vita a un nuovo modo di interpretare il tempo trascorso in cucina e lo fanno nel tentativo di rilanciare un brand che ha fatto la storia dell’economia italiana e che è proprio dall’Italia che ha voglia di ripartire.

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