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Previsioni (e preoccupazioni) dei retailer riguardo il Black Friday e il Natale 2022: il sondaggio di Ankorstore

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Fonte: deposit Photos

Secondo Ankorstore, i retailer di tutta Europa temono l'impatto della crisi sui consumi ma si stanno già attrezzando per rispondere alle sfide e alle aspettative dei consumatori in vista del venerdì nero e del Natale 2022.

Quali sono le aspettative dei commercianti riguardo il venerdì nero e le prossime festività natalizie? E quali saranno, quest’anno, le tendenze di acquisto? Per fare luce su questo tema, Ankorstore, marketplace del b2b per i piccoli commercianti indipendenti, ha condotto un sondaggio sulle previsioni dei retailer circa gli acquisti che si registreranno con il black friday e in occasione del Natale 2022. I risultati hanno rivelato un particolare timore diffuso tra i retailer a causa dell’attuale panorama economico che potrebbe frenare i consumi.

Le tendenze per il Black Friday e per Natale 2022

Il sondaggio in questione è stato condotto su 570 rivenditori indipendenti provenienti da Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna e, ha permesso di indagare sui possibili trend di consumo in occasione del Black Friday e del Natale.

Come riportato nel comunicato stampa del 17 ottobre, per l’87% dei retailer europei, gli ultimi mesi dell’anno sono, sul piano commerciale, il periodo più determinante. Per il 40% invece, il periodo più significativo per le vendite è quello estivo, seguito dalla festa della mamma (per il 32% dei rivenditori intervistati). Dunque, i mesi di novembre e dicembre richiedono maggiore impegno da parte dei retailer, in quanto occorre prepararsi a rispondere alle richieste di consumatori che, sempre di più, attendono eventi come il Black Friday per acquistare regali da donare a Natale.

A tal proposito, crescono le aspettative dei commercianti europei riguardo al consumo di due tipologie specifiche di prodotti: infatti, mentre il 49% dei soggetti intervistati crede che ci sarà un’importante domanda di prodotti locali, il 47% è convinto che ci sarà una maggior richiesta di prodotti sostenibili. Per rispondere a questa tendenza, secondo Ankorstore, il 49% degli intervistati, in vista del Natale, sta facendo scorte di prodotti regionali mentre il 47% mostra maggior interesse per quelli ecologici.

Le preoccupazioni e le strategie dei retailer europei per affrontare la crisi

Se l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni ha già imposto ai commercianti grosse sfide, attualmente l’inflazione e la crisi energetica spaventano ancora di più i rivenditori. Gli stessi anticipano, infatti, che la crisi economica avrà un notevole impatto sui consumi e, di conseguenza, sul business al punto tale che, come si legge nel comunicato stampa sopracitato, «inflazione e consumi spaventano otto commercianti su dieci». In effetti, l’80% dei rivenditori intervistati ha dichiarato di aver percepito una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori, il 46% ha parlato invece dell’aumento dei prezzi dell’energia e il 43% della concorrenza delle catene della gdo e dei siti ecommerce .

È interessante notare però che, indipendentemente dal Paese di provenienza, non cambiano le strategie per affrontare il periodo di crisi: il 63% degli intervistati ha dichiarato che cercherà di ridurre il consumo di energia, il 54% che investirà di più nella pubblicità tramite i canali social e i volantini e, infine, il 47% di limitare le scorte, facendo rifornimento all’ultimo minuto.

Il quadro economico attuale sembra dunque allarmare notevolmente i retailer di tutta Europa che si stanno già attrezzando per cercare di rispondere alle aspettative e ai bisogni dei consumatori in vista del Black Friday e della stagione natalizia. A tal proposito, il general manager per l’Italia di Ankorstore Alessandro Zanchetton ha commentato:

Speriamo che il risultato di questa ricerca, condotta da Ankorstore a livello europeo, possa risvegliare Autorità locali, regionali e nazionali, Associazioni di categoria ed in generale tutti gli attori interessati alla salvaguardia delle nostre realtà locali: restare fermi ad aspettare non è più un’opzione in un momento così importante per la sopravvivenza del commercio indipendente.

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