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È nata una protesta virtuale su Minecraft per proteggere i bambini dai "predatori sessuali" che usano il gioco per adescare minori

Protesta virtuale su Minecraft contro i

La protesta virtuale su Minecraft vuole richiamare l'attenzione di Microsoft sul problema dell'adescamento di minori nelle chat di videogiochi.

«Minecraft sta ignorando 120mila genitori che chiedono di proteggere i loro figli»: è questa una delle frasi che si possono leggere sull’istallazione artistica commissionata dall’organizzazione americana ParentsTogether per richiamare l’attenzione di Microsoft sul problema dell’adescamento di minori da parte di “predatori sessuali” che usano il noto gioco per entrare in contatto con i ragazzi. La protesta virtuale su Minecraft arriva in concomitanza con l’aumento considerevole dell’utilizzo di videogiochi durante il lockdown necessario a causa della diffusione del coronavirus.

I genitori LANCIANO UNA protesta virtuale su Minecraft contro l’adescamento di minori

In risposta all’attuale emergenza sanitaria, diverse aziende di videogiochi hanno offerto il proprio supporto nella lotta al COVID-19 con iniziative molto varie. Avendo un target costituito in buona parte da giovani e un’edizione dedicata proprio all’apprendimento, il potenziale didattico di Minecraft è stato sfruttato durante la pandemia per rendere accessibili agli studenti lezioni e strumenti gratuiti (scaricabili fino alla fine di giugno).

Fonte: BBC

Proprio perché sono tanti i bambini che utilizzano questo gioco, l’organizzazione ParentsTogether, costituita da oltre 120mila genitori, ha deciso di mettere in risalto la responsabilità di Minecraft (e nello specifico di Microsoft, detentrice del gioco) nel proteggere i bambini da soggetti potenzialmente pericolosi che sfruttano il gioco per avvicinarsi a loro (questo gioco, comunque, dopo undici anni dalla sua uscita, è ancora molto popolare tra i gamer, con più di 126 milioni di utenti al mese).

L’organizzazione ha condiviso alcune testimonianze di genitori i cui figli sono stati contattati da molestatori: sul sito viene riportato per esempio il caso di una bambina di sei anni che ha ricevuto dei messaggi nella chat di Minecraft da parte di utenti che le dicevano che «non sarebbero stati suoi amici a meno che non inviasse loro delle foto».

Per questo è stata “costruita” un’istallazione a tema, come segno di protesta virtuale su Minecraft. Si tratta di una parete gigante contenente la frase menzionata in precedenza da un lato e dall’altro la scritta «alcuni predatori sessuali sono a caccia di bambini su Minecraft».

La richiesta dei genitori e la risposta di microsoft

A gennaio 2020 si è diffusa la notizia secondo cui Microsoft avrebbe sviluppato una tecnologia volta a individuare potenziali pedofili che usano le chat per adescare minori, in maniera automatica: si tratterebbe di un programma che si basa sul rilevamento delle “espressioni chiave ricorrenti nel linguaggio di questi individui e che è a disposizione di tutte le aziende che intendono integrare il sistema all’interno delle proprie chat (come per esempio quelle associate ai videogiochi).

Tuttavia, lo scopo della protesta virtuale su Minecraft è quello di chiedere a Microsoft di aggiungere dei moderatori umani alle chat di gruppo e di limitare i messaggi privati attraverso cui spesso vengono messi in atto i tentativi di adescamento. L’organizzazione in questione ha inoltre lanciato delle adv targetizzate su Facebook, rivolte ai dipendenti di Microsoft e di Minecraft, raggiungendo oltre 14mila soggetti.

È stata poi inviata una petizione via email a Microsoft: secondo ParentsTogether, il 22 maggio 2020 l’azienda avrebbe risposto senza però mostrare un reale impegno nel cercare di risolvere il problema. Problema, tra l’altro, già segnalato in passato da testate come The New York Times in un articolo pubblicato a dicembre 2019 in cui ci si riferiva ai videogiochi come Minecraft come a un «terreno di caccia per predatori sessuali».

Nella email rivolta all’organizzazione, Microsoft avrebbe elencato le politiche e le funzionalità attualmente attive all’interno del gioco volte a promuovere una «esperienza sicura, divertente e positiva» per i minori e promettendo in futuro investimenti per nuovi strumenti e servizi pensati per ottimizzare ulteriormente l’esperienza di gioco.

«Con un numero sempre più crescente di bambini in Rete durante la pandemia, non ci sono scuse. Le aziende tech devono sistemare quelle funzionalità problematiche, esistenti sulle proprie piattaforme, che mettono in pericolo i nostri figli», ha dichiarato il co-fondatore di ParentsTogether, Justin Ruben.

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