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#ProudInMyCalvins: la campagna di Calvin Klein lanciata nel mese del Pride con 9 attivisti del mondo LGBTQ come modelli

#ProudinmyCalvins: la campagna di Calvin Klein lanciata nel mese del Pride

Tra i volti della campagna di Calvin Klein #ProudInMyCalvins, realizzata per celebrare la comunità LGBTQ, anche la modella curvy afroamericana transgender Jari Jones, una scelta che risulta ancora più significativa durante le continue proteste a supporto del movimento Black Lives Matter.

Nel mese dedicato al Gay Pride del 2020, come avvenuto anche lo scorso anno, diversi brand hanno lanciato delle specifiche campagne o veicolato messaggi ad hoc, sui social e non solo, per celebrare la comunità LGBTQ. Tra questi c’è anche Calvin Klein che ha creato una capsule collection e ha scelto come modelli proprio 9 attivisti del mondo LGBTQ per la campagna #ProudInMyCalvins.

La capsule collection Pride 2020 e i 9 modelli della campagna #ProudinmyCalvins

Più corretto, però, sarebbe dire che l’attenzione del brand all’apertura e al dialogo con le diverse comunità, compresa quella LGBTQ, fa parte della sua comunicazione già da tempo, in un perfetto esempio di brand activism, e #ProudInMyCalvins è stata lanciata già a metà maggio.

In questo tweet, ma anche sul sito del brand, si legge che «Calvin Klein sostiene con orgoglio la missione di uguaglianza LGBTQ+ di OutRight Action International e il suo lancio di un Fondo di risposta alle emergenze COVID-19 per la comunità LGBTQ+», con il lancio della collezione Pride 2020, fatta di capi di abbigliamento minimalisti, anche abbastanza classici, con dettagli tie-dye e la presenza del simbolico arcobaleno di colori su ciascuno di essi.

Per la relativa campagna il brand ha scelto 9 «musicisti, artisti e trendsetter della comunità LGBTQ+»: Ama Elsesser, Reece King, Tommy Dorfman, Gia Woods, Mina Gerges, Jari Jones, Pabllo Vittar, Chella Man e MaryV.

Sul sito, sotto alcuni degli scatti che presentano i capi, sono presenti anche diverse citazioni degli stessi modelli.

Ama Elsesser per #ProudinmyCalvins

Pabblo Vittar per #ProudinmyCalvins

Reece King per #ProudinmyCalvins

Queste citazioni, insieme agli altri materiali fotografici e video realizzati per #ProudInMyCalvins, esaltano quello che è il tema centrale della campagna, presentato dal fotografo che l’ha scattata, Ryan McGinley, come un voler esaltare l’unicità del singolo individuo. «Con un cast e una troupe che coprono l’intero spettro LGBTQ+ – ha aggiunto McGinley in una dichiarazione ufficialeabbiamo voluto assicurarci che l’intera comunità si senta rappresentata, inclusa e celebrata».

Il racconto di ciò che rende ciascuno dei modelli scelti unico è stato realizzato sia in formato video, con numerosi caricamenti sul canale YouTube di Calvin Klein, sia in formato testuale nel copy delle condivisioni sui social.

Gia Woods is #PROUDINMYCALVINS | CALVIN KLEIN
Gia Woods is #PROUDINMYCALVINS | CALVIN KLEIN

 

 

La modella ha festeggiato il coinvolgimento in questa global campaign del brand con grande gioia, esultando davanti all’annuncio pubblicitario affisso a Manhattan, e a congratularsi con lei per questo “traguardo” raggiunto è stato anche il fotografo McGinley.

Per Jari Jones, infatti, questo ingaggio è stato come una sorta di rivincita rispetto ai tanti «mai!» che si è sentita dire nella vita e una soddisfazione personale per aver potuto finalmente «presentare le immagini di un corpo che troppo spesso è stato demonizzato, molestato, fatto sentire brutto e indegno e persino ucciso…», con la speranza che la sua comunità e la sua «famiglia scelta» possano sentirsi rappresentati e «si rendano inoltre conto di essere degni di celebrazione, compassione, amore e gratitudine».

Per #ProudInMyCalvins la modella si è raccontata a fondo, in tutte le paure e le difficoltà sentite o riscontrate durante il periodo di transizione.

Sui social, però, dove succede fin troppo spesso di riscontrare pratiche di body shaming o di hate speech , ancor di più quando sono pubblicati post che mirano invece all’inclusività, non sono mancati insulti alle condivisioni social della campagna e su Twitter il brand ha chiesto esplicitamente agli utenti di mostrare rispetto, precisando che «commenti di odio o offensivi saranno rimossi».

Anche la modella Jari Jones si è espressa al riguardo, condividendo sul proprio profilo Instagram un post con alcuni screenshot dei commenti negativi e cattivi ricevuti personalmente, scrivendo un lungo copy corredato di hashtag , primi dei quali #translivesmatter e

Due hashtag – utilizzati dalla Jari Jones anche in un tweet del 19 giugno – che mettono in luce quanto sia stato significativo il coinvolgimento di una modella transgender afroamericana nella campagna di Calvin Klein: da un lato si cerca di superare, ancora una volta, gli stereotipi di genere in pubblicità e dall’altro ci si schiera – ancora e come hanno fatto tanti altri brand, ad esempio Nike, con “For Once, don’t do itcon il movimento Black Lives Matter, che pretende che alla vita dei neri e a quella di chiunque altro siano dati il dovuto rispetto e la dovuta importanza.

E nell’attuale scenario in cui le proteste contro il razzismo, a seguito della morte di George Floyd, non si fermano in America – continuando anche in diverse altre parti del mondo – l’affissione pubblicitaria a New York con l’immagine di una «grassa nera donna trans» – come ha scritto sarcasticamente la modella in un tweet – acquisisce, se possibile, ancor maggior rilievo, risultando ulteriore megafono di un importante ed essenziale messaggio sociale.

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