Home / Macroambiente / Pubblicità con ologrammi, tra innovazione e un “ritorno al futuro”

Pubblicità con ologrammi, tra innovazione e un "ritorno al futuro"

Pubblicità con ologrammi, tra innovazione e un

La comunicazione commerciale è in continua evoluzione: dal transmedia ai video a 360°. L'ultima frontiera potrebbe essere la pubblicità con ologrammi.

Il mondo della pubblicità è in continua evoluzione. Le aziende, per differenziarsi sul mercato e creare engagement con il consumatore-cliente, sono alla continua ricerca di nuove strategie per la comunicazione commerciale, in relazione al cambiamento tecnologico che pervade la società. Il vecchio cartellone pubblicitario, il cui scopo primario era quello di promuovere un nuovo prodotto, sembra ormai quasi del tutto superato: la pubblicità, oggi, è tanto altro. I brand negli anni si sono impegnati, infatti, nella costruzione di un immaginario di riferimento che orientasse il consumatore nella scelta e, al contempo, promuovesse la marca e le sue peculiarità. La centralità del potenziale cliente, quindi, ha portato alla definizione della pubblicità come ad una esperienza da vivere. Spazio, dunque, al transmedia e all’utilizzo dei social network come canali per divulgare e frammentare i contenuti, all’ advergame e alla gamification per intrattenere e divertire, agli spot a 360° per immergersi nel mondo del brand. Le novità, però, sembrano non terminare qui.

Pubblicità con ologrammi: dove nasce l’idea

Diverse agenzie di comunicazione stanno optando per l’utilizzo di pubblicità con ologrammi. L’idea arriva da lontano o forse “ritorna al futuro”: quando infatti Marty McFly arriva nel 2015 (ovviamente il riferimento è a Ritorno al Futuro II) deve confrontarsi con un cartellone pubblicitario olografico del film “Lo Squalo 19”. Un enorme squalo olografico prende vita e spalanca le fauci davanti ad un Marty sorpreso e spaventato.

Primi esempi

Probabilmente la reazione dinanzi alla prima reale pubblicità con ologrammi, nel 2008, non è stata quella del protagonista di Ritorno al Futuro. La startup americana Realfiction progettò Dreamoc, una postazione realizzata con una serie di specchi atti a formare una piramide, all’interno della quale veniva proiettato l’ologramma della pubblicità. L’idea era quella di attrarre l’attenzione dei clienti che, incuriositi, si fermavano ad osservare lo spot prendere vita, come probabilmente soltanto nei film di fantascienza avevano visto fino ad allora.

Nel 2013, invece, è stata la volta del colosso Nike, da sempre attento alla comunicazione commerciale e al proprio target . Il brand di abbigliamento sportivo ha optato per la realizzazione di una pubblicità orografica da installare per le strade di Amsterdam. L’obiettivo era quello di promuovere, in maniera del tutto originale e quindi conforme allo stile della città olandese sempre all’avanguardia, l’ultimo modello di scarpe della marca. La calzatura è riuscita a destare l’attenzione dei passanti, muovendosi in maniera realistica e animando, così, il cartellone innovativo.

Più di recente, invece, ci ha pensato Kit Kat, con la campagna pubblicitaria Kit Mail Hologram che – in un connubio perfetto tra tecnologia digitale e tecnologia analogica – prevedeva la possibilità di comporre un quadratino di plastica, i cui pezzi erano contenuti nella confezione dello snack, da collocare sul proprio smartphone, dopo aver scaricato l’apposita app tramite  qr code , per visualizzare – tramite la riproduzione di un video – un ologramma.

Prospettive future

L’idea è quella di poter disporre di pubblicità olografica all’interno dei punti vendita per rendere l’esperienza d’acquisto originale e ‘futuristica’. I primi a testare questa nuova forma di advertising sono stati gli americani: sugli scaffali di alcuni supermercati, infatti, è stato posizionato un proiettore olografico tridimensionale, il cui compito era quello di “portare in vita” le immagini realizzate dall’agenzia pubblicitaria Mondelez. Accanto a biscotti e merendine tangibili sono apparsi, così, ologrammi di alcuni prodotti, rendendo decisamente labile il confine tra realtà e virtuale.

Pubblicità e ologrammi

Un ulteriore modo per utilizzare la pubblicità con ologrammi per migliorare l’esperienza del cliente è all’interno di un ristorante. L’attesa di una portata è sicuramente difficile da ingannare, ma i due creativi Filip Sterckx e Antoon Verbeek, con il progetto Le petit chef, hanno pensato di provarci facendo ‘assaporarevirtualmente ai clienti alcune pietanze. Un piccolo chef compare sul tavolo – sotto lo sguardo piacevolmente colpito e divertito dei clienti – e accende il fuoco per cucinare una bistecca ai ferri, aggiungendo patate, broccoli e carote. In maniera molto realistica, quando una mosca si accinge a sfiorare il piatto, il piccolo chef la allontana. Terminata la performance e con la bistecca cotta a puntino, il piccolo ometto scompare e arrivano le reali portate. L’idea potrebbe essere presa in considerazione dai servizi di ristorazione a livello globale perché curiosa, piacevole e, ad oggi, innovativa. Perché, poi, non ordinare à la carte tramite ologrammi?

La fantasia corre, come anche la tecnologia e la pubblicità, che da sempre ne segue le tendenze – soprattutto in riferimento ai top brand internazionali –, sembra non porsi limiti. A cosa assisteremo in futuro?

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI