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Sanremo? È anche un business da almeno 60 milioni di euro secondo uno studio di Banca Ifis

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Fonte: Città di Sanremo

Attorno all'evento più atteso della televisione italiana c'è un cospicuo giro d'affari legato alla pubblicità ma anche all'indotto sulle attività ricettive e commerciali del territorio: Banca Ifis calcola quanto vale Sanremo.

È l’evento più atteso della stagione televisiva italiana, capace ogni anno di trasformarsi in un fenomeno cult e virale ben oltre il piccolo schermo. “Tutti cantano Sanremo” recitava, non a caso, il claim scelto per la kermesse qualche edizione fa e sembra tanto più vero quest’anno che, per la prima volta nella storia del Festival, alla prima serata all’Ariston era presente anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quanto vale Sanremo però? Attorno al Festival della Canzone Italiana, come attorno a ogni altro evento mediatico di grandi dimensioni, si muove un flusso economico non indifferente di cui Banca Ifis, title sponsor di Casa Sanremo nel 2023, ha provato a stimare la portata.

Dalla raccolta pubblicitaria all’indotto sull’economia del territorio: quanto vale Sanremo

Sessanta milioni di euro è quanto vale Sanremo complessivamente secondo la banca, tenendo conto dei ricavi generati dalla kermesse televisiva in sé ma anche di tutto quello che le gira intorno.

Ormai da qualche anno infatti, come si accennava in apertura, Sanremo si è fatto “multicanale” e in questa multicanalità va considerata anche una certa sinergia tra quello che succede sullo schermo – o sarebbe meglio dire sui numerosi schermi su cui oggi la kermesse va in onda – e il canale fisico.

Per fare una stima di quanto vale Sanremo da un punto di vista economico secondo Banca Ifis vanno prese in considerazione almeno due voci: la raccolta pubblicitaria e l’indotto che la manifestazione genera sulle attività del territorio. Nella scorsa edizione la prima ha raggiunto un valore di 42 milioni di euro, mentre il secondo di 18 milioni di euro.

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Fonte: Banca Ifis

Continuano a crescere i ricavi provenienti dalla pubblicità durante Sanremo

Negli ultimi cinque anni i budget che le aziende riservano ai passaggi degli spot e altre iniziative pubblicitarie durante il Festival sono aumentati e sono aumentati di conseguenza, con una media del +11% l’anno, anche i ricavi pubblicitari per la Rai.

Ipotizzando che la crescita rimanga invariata anche quest’anno, la previsione dei ricavi pubblicitari per Sanremo 2023 è pari ad almeno 46 milioni di euro (da tradizione le cifre ufficiali vengono rilasciate da Rai Pubblicità solo la domenica successiva alla conclusione del Festival).

A convincere aziende e marketer a investire in pubblicità durante Saremo devono essere i dati sugli ascolti delle ultime edizioni, svecchiate e pensate già a partire dagli artisti in gara per attrarre anche un pubblico giovane o giovanissimo, più che listini e pacchetti pubblicitari proposti dall’emittente. La prima serata di Sanremo 2023, per esempio, è stata vista da quasi undici milioni di italiani, per uno share di oltre il 62%1. La possibilità di raggiungere un bacino ampio e variegato di ascoltatori fa gola a chi investe; proprio quest’ultima categoria, stando alle cifre ufficiali pubblicate dalla concessionaria Rai per la pubblicità, può arrivare a spendere fino a oltre 117mila euro al secondo per la pubblicità durante Sanremo2.

Tale sarebbe il costo di un passaggio durante gli slot centrali della trasmissione, ossia quelli della fascia oraria che va dalle 22.45 alle 00.15. I passaggi, però, generalmente si comprano a pacchetto. Ci sono pacchetti e più in generale format pubblicitari per tutte le tasche (o quasi): il più costoso, quello appena citato, ha un prezzo complessivo di 1.76 milioni di euro.

quanto costa la pubblicità durante sanremo 2023

Fonte: Rai Pubblicità

Sono cifre che spiegano anche perché gli addetti ai lavori hanno cominciato a paragonare ogni anno con sempre più insistenza Sanremo al Super Bowl.

I restanti 18 milioni di euro, necessari per raggiungere i 60 quanto vale Sanremo secondo Banca Ifis, sono ricavi che da evento ben radicato nel territorio il Festival genera per le attività commerciali e ricettive della Liguria.

Durante la settimana del Festival le presenze stimate sono di oltre 41mila tra ospiti, organizzatori, staff e turisti. Solo gli ultimi, secondo dei numeri di Airbnb, farebbero quadruplicare le ricerche di alloggi a Sanremo nel periodo in cui si svolge la manifestazione. Le persone che giungono in Liguria per partecipare o per assistere al Festival di Sanremo muovono oltre 9 milioni di euro tra alloggi e trasporti, 2 milioni di euro per la ristorazione e 2 per shopping e casinò.

La voce principale quando si tratta di stimare qual è l’indotto economico del Festival della Canzone italiana per la città che lo ospita sono, però, i 5 milioni che la Rai versa al Comune.

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Fonte: Banca Ifis

In occasione del Festival Banca Ifis analizza l’andamento dell’industria dello spettacolo in Italia

I dati di Banca Ifis su quanto vale Sanremo fanno parte di uno studio di settore, “Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento”, che analizza più in generale lo stato di salute dell’ industria culturale italiana, messa alla prova da restrizioni e misure di contenimento dei contagi nei due anni trascorsi e ancora oggi alle prese con la ripresa post COVID. I dati, comunque, sembrano incoraggianti.

Nel 2022 il settore dello spettacolo ha generato in Italia ricavi per oltre 54 miliardi di euro, il 2% in più rispetto alla fase pre pandemia, contando sul PIL italiano per l’1.5% (percentuale inferiore a quella dell’1.8% segnata nel 2019 ma che tiene conto di come nel frattempo siano aumentati i costi dei servizi e delle materie prime).

La crescita è stata trainata soprattutto dalla ripresa degli spettacoli dal vivo e più in generale da alcune attività che Banca Ifis definisce «core» per il settore dell’intrattenimento, come in particolar modo l’ideazione e la produzione di contenuti televisivi e cinematografici (che ha segnato un +24%, contro un -5% dell’editoria per esempio). Da sole le attività cosiddette “core” dell’intrattenimento e dello spettacolo hanno generato nel 2022 ricavi per 26.8 miliardi di euro.

I dati peggiori riguardano invece le attività «funzionali» al settore dell’intrattenimento, ossia quelle che hanno a che vedere con la distribuzione e la diffusione dei prodotti culturali o sono di supporto alla realizzazione degli stessi. Nonostante abbiano generato nello stesso periodo di riferimento ricavi per 27.3 miliardi di euro, hanno fatto segnare un -2% rispetto al periodo prepandemico.

ripresa settore spettacolopost covid

Fonte: Banca Ifis

dati settore spettacolo in italia 2022

Lo studio ha in comune con altre analisi sui trend per i consumi media la prospettiva rosea di un settore che continuerà a crescere e in particolare del 3% nell’arco del 2023, tasso che dovrebbe portare i ricavi in Italia nel 2023 a quota 55.8 miliardi di euro.

Gli italiani ascoltano sempre più musica in streaming

Un osservatorio su quanto vale Sanremo non potrebbe non considerare, inoltre, una sezione dedicata al peso che ha il comparto musicale e discografico sull’intero settore dello spettacolo in Italia.

Con oltre venti ore di musica pro capite ascoltate ogni settimana nel 2022, il mercato discografico italiano vale 332 milioni di euro ed è risultato in crescita del 18% solo nel primo semestre dell’anno.

Una larga maggioranza degli italiani (il 70% del campione di Banca Ifis) ascolterebbe musica in streaming – su YouTube il 47%, su Spotify il 29% – a conferma di come anche in questo ambito, negli anni, i servizi ott abbiano assunto un peso sempre più importante e cambiato le abitudini di consumo. Proprio le diverse iniziative di Spotify per Sanremo 2023 hanno sottolineato, non a caso, un ruolo da co-protagonista della piattaforma nella fruizione del Festival e dei suoi contenuti.

Dischi e vinili continuano a essere acquistati (nei trenta giorni precedenti lo hanno fatto rispettivamente il 14% e il 9% degli intervistati) soprattutto come oggetti da collezione.

Per la maggior parte degli italiani ascoltare musica è un’attività da compiere mentre se ne svolgono altre come allenarsi (citata dall’89% del campione) o lavorare (85%), perché reputata capace di migliorare l’umore e la produttività (vero per il 59% degli intervistati).

Gli italiani riconoscono alla musica soprattutto il potere di calmare lo stress (se ne dice convinto il 75% del campione) e molti la considerano «fondamentale» per la propria salute mentale (61%) a riprova che “non sono solo canzonette”.

Note
  1. Corriere della Sera
  2. Rai Pubblicità

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