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Sondaggi nelle Storie di Instagram: così diventano uno strumento (efficace) di content marketing
Sono uno strumento semplice ma piuttosto efficace per ingaggiare la propria community: come sfruttare i sondaggi nelle Storie di Instagram.
Spopolano tra gli iscritti perché sono un modo semplice e veloce per interagire con i propri follower , chiedere loro opinioni e consigli sugli argomenti più disparati, coinvolgerli nel continuo live streaming della vita quotidiana e via di questo passo. I sondaggi nelle Storie di Instagram sono, però, anche uno strumento a prova di brand e da poter sfruttare nel proprio piano di contenuti?
Sondaggi nelle Storie di Instagram: Perché funzionano per i brand (e non solo)
A guardare l’uso creativo che ne hanno fatto fin da subito alcuni profili business, la risposta sembrerebbe senza dubbio: sì, si possono sfruttare i sondaggi nelle Storie di Instagram per fare content marketing e, anzi, c’è tutto da guadagnare nel farlo. Come la maggior parte delle feature messe a disposizione dal social visivo di casa Zuckerberg, infatti, anche gli Instagram Poll sono pratici e di immediata realizzazione – si trovano già pre-confezionati, ma modificabili al bisogno nei contenuti, tra sticker e adesivi con cui personalizzare le Storie – e soprattutto perfettamente organici a una fruizione veloce, a tratti persino distratta.
Molto più praticamente, se gli utenti rispondono a un sondaggio che compare tra le Storie di Instagram mentre sono impegnati a guardare scatti degli amici in viaggio di nozze o a scoprire nuove ricette condivise dal cugino appassionato di cucina è, insomma, perché richiede pochissimo tempo, quello necessario per scegliere tra due risposte chiuse e già definite, e altrettanto poco sforzo, un tap su quella che si ritiene migliore. In una formula? I sondaggi nelle Storie di Instagram garantiscono più engagement in meno tempo ed è sicuramente questo uno dei vantaggi che i brand si assicurano integrandoli nella propria strategia di contenuti. La feature messa a disposizione da Instagram ha però almeno un altro punto a favore: qualunque utente può controllare in tempo reale i risultati del sondaggio e per marketer, aziende e chiunque gestisca account business ciò significa avere a portata di mano subito dati e insight preziosi e di facile interpretazione.
Le giuste dosi di creatività e inventiva fanno il resto e, come sottolinea Hootsuite, tra le ragioni per usare i sondaggi nelle Instagram Stories, oltre agli effetti positivi sul customer engagement , ci sarebbe la possibilità di aumentare o migliorare la propria brand awareness , così come quella di presentare un nuovo prodotto, educare le proprie community o intrattenerle e, ancora, organizzare giochi e contest sui social efficaci con poco (o quasi nessun) budget .
Come sfruttare al meglio i sondaggi su Instagram: esempi e best practice
Un brand, magari appena nato, che voglia presentarsi alle proprie community di clienti o potenziali tali – ma un discorso simile potrebbe valere anche per brand già affermati e che intendono fare rebranding o semplicemente presentarsi in maniera diversa o a pubblici diversi – potrebbe sfruttare i sondaggi nelle Storie di Instagram per fare domande che riguardino i singoli prodotti o il catalogo, storia e missione dell’azienda o il settore di riferimento e sfruttare questo meccanismo “a quiz” per condividere, in un secondo momento, le risposte corrette in una, di certo sui generis, campagna branding . Un produttore di yogurt bio potrebbe sfruttare per esempio i sondaggi nelle Storie di Instagram per interrogare i propri follower su cosa mangiano le mucche da cui proviene il latte, che tipo di allevamento viene praticato, che conservanti o additivi vengono aggiunti al prodotto finito e raccontare, così, indirettamente e in maniera interattiva l’intera filiera produttiva. Non è tra l’altro uno sforzo momentaneo: anche le Storie con i sondaggi si possono salvare, da qualche tempo, tra le Storie in evidenza, visualizzate subito sotto bio e informazioni dell’account.
Meccanismi simili di gamification possono essere sfruttati, come già si accennava, per presentare un nuovo prodotto. Così ha fatto, per esempio, la branca americana di IKEA quando ha svelato parte del nuovo catalogo chiedendo ai follower su Instagram di scegliere, tramite dei sondaggi appunto, tra diverse proposte per arredare la cucina.
Perché non sfruttare, però, i sondaggi nelle Storie di Instagram addirittura in una fase precedente, quando si tratta di ideare un nuovo prodotto? Un piccolo brand di costumi artigianali, per esempio, potrebbe chiedere consiglio ai propri follower su che modello di bikini realizzare per la prossima estate o in che fantasie alla moda: il vantaggio, evidente, è quello di andare in produzione con un prodotto che i propri potenziali clienti hanno già scelto e che, per questo, non dovrebbe stentare a essere venduto.
In qualche caso sondare le proprie community potrebbe aiutare anche a scoprire e suggerire usi originali e per certi versi imprevisti di un nuovo prodotto: a questo sono servite, per esempio, alcune Storie con sondaggio di Mulino Bianco dedicate appunto a ricette sfiziose a base di novità arrivate da poco sugli scaffali dei supermercati.
Proprio i brand del food – del resto tra i più affezionati a Instagram e alle possibilità che la piattaforma offre per la food photography e, più in generale, per risaltare l’identità visiva dei prodotti – sono quelli che più hanno sperimentato con i sondaggi delle Instagram Stories e li hanno usati per rivelare nuovi gusti di prodotti cult come una bevanda gassata o nuove versioni e con nuovi ingredienti di un popolare panino da fast food.
Headspace, una popolare app per la meditazione, è tra i migliori casi di studio invece per quanto riguarda l’utilizzo dei sondaggi nelle Storie di Instagram per informare – ma verrebbe da dire, quasi, educare – la propria community. Cosa vuol dire fare meditazione? Si può meditare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo? I responsabili della strategia di Instagram marketing dell’app hanno sfruttato proprio i sondaggi per rispondere a dubbi come questi e creare sorte di brevissimi tutorial sulla meditazione, a portata di Instagram Stories.
Qualche giornale, nel tentativo di rendere più originale la propria presenza digitale e la propria strategia per i social, ha sfruttato gli Instagram Poll per sfidare i propri lettori a riconoscere notizie vere da fake news e bufale.
Se il tono di voce del proprio news brand lo permette, però, si potrebbero sfruttare i sondaggi nelle Instagram Stories per condividere notizie di alleggerimento o per giocare con i propri lettori con quiz su animali, romanzi preferiti: non a caso è quello che ha fatto spesso BuzzFeed, trasferendo su Instagram la propria linea editoriale. Funzioni come questa, del resto, si adattano al meglio a quella contaminazione tra informazione e intrattenimento (in gergo infoteinment ) che è cifra di tanto giornalismo di questi giorni. Un esempio lampante è dato dall’edizione locale di Vanity Fair che ha sfruttato i sondaggi nelle storie di Instagram per creare un gioco a quiz sulla corona inglese in occasione dell’ultimo Royal Wedding.
Se l’imperativo è intrattenimento di brand (in gergo brand entertainment), le best practice vengono però da piattaforme per lo streaming televisivo e di contenuti per natura ricreativi, come Netflix per esempio che, non di rado, ha sfruttato sondaggi e domande e risposte su Instagram per sfidare i propri utenti a immaginare finali o plot narrativi alternativi per i propri prodotti cult o più semplicemente per campagne di promozione originali come quella della terza stagione de “La Casa di Carta” .
C’è un ultimo uso possibile dei sondaggi nelle Storie di Instagram per cui i brand dovrebbero prendere esempio soprattutto dagli influencer e con cui possono sperare di ottenere risultati concreti come più traffico su sito o blog aziendale. Nel caso di un profilo con più di 10mila follower, a cui Instagram permette di inserire il link nello swipe-up delle Storie, perché non pensare infatti di usare i sondaggi come piccolo teaser, rivolgendo una domanda ai propri follower, lasciando loro la possibilità di rispondere, ma invitandoli allo stesso tempo e con una call to action molto chiara a usare il link per controllare subito se la propria risposta è quella giusta?