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Studenti italiani e competenze digitali: problemi e prospettive

Studenti italiani e competenze digitali: problemi e prospettive

I dati di una ricerca ci mostrano il rapporto che gli studenti italiani hanno con le competenze digitali, tra gap geografici e di genere.

L’ innovazione digitale sta contribuendo a ridisegnare il volto del mondo del lavoro. Saranno richiesti, infatti, sempre più nuove competenze e abilità, nuovi profili lavorativi in tutti i settori economici e industriali. Non c’è da stupirsi, quindi, se, in base a quanto emerge dal report del World Economic Forum, a causa dei grandi cambiamenti tecnologici tra il 2015 e il 2020 ci sarà una perdita di più di 7 milioni di posti di lavoro, che per due terzi interesserà soprattutto il mondo dei “colletti bianchi”. Allo stesso tempo, però, ci sarà domanda per 2 milioni di posti di lavoro in particolare nei settori della matematica, dell’ICT e dell’ingegneria. Quanto però sono consapevoli di tali scenari gli studenti italiani e le imprese?

A questa domanda ha provato a dare una risposta la seconda edizione della ricerca “Il futuro è oggi: sei pronto?” realizzata da University2Business, società del gruppo Digital360, impegnata nella promozione della cultura del digitale e dell’innovazione tra gli studenti universitari.

La ricerca è stata condotta coinvolgendo un campione di 2628 studenti italiani e un panel di 168 HR manager delle principali imprese presenti in Italia per capire e confrontare la percezione che, appunto, studenti e manager hanno dell’impatto della trasformazione digitale sul mondo del lavoro. Stando al report tale trasformazione è giudicata fondamentale, ma sembra che il mercato del lavoro italiano non sia ancora pronto per affrontarla in maniera adeguata.

L’importanza dell’innovazione digitale nel mondo del lavoro 

Il 52% degli studenti ritiene il digitale il principale motore di cambiamento per le imprese. In particolare sembra ne siano maggiormente consapevoli gli studenti del Nord (55%) e quelli appartenenti alle Facoltà di Economia, Informatica e Ingegneria.

Risposta alla domada: “Quale pensi sia il motore del cambiamento più importante per le imprese nei prossimi anni?” (Fonte University2Business)

La consapevolezza dell’importanza del digitale è diffusa maggiormente tra gli HR Manager, di cui il 69% guarda al digitale come fonte principale di cambiamento. Nello specifico, il 66% di essi crede che l’impatto della trasformazione digitale sulla propria azienda sarà superiore nei prossimi tre anni rispetto a quanto accaduto nell’ultimo triennio.

Per fronteggiare questa sfida al meglio, le aziende hanno bisogno di una forza lavoro con competenze adeguate e in questo la funzione HR svolge un ruolo fondamentale poiché si occupa del recruiting di nuove risorse e di sviluppare un piano formativo aziendale basato sull’acquisizione delle nuove competenze. Il 91% degli HR manager si aspetta, infatti, un incremento del contributo della propria funzione al processo di cambiamento; al momento, però, solo il 20% dei manager ha già realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali dei dipendenti e, poi, appena un terzo ha sviluppato un piano formativo ad hoc per lo sviluppo di queste competenze.

La diffusione delle competenze digitali e imprenditoriali

Per due terzi degli studenti universitari italiani le competenze digitali sono importanti per trovare occupazione, dato confermato con maggiore forza anche dagli HR manager che ritengono tali skill  fondamentali (51%) o molto importanti (43%).

Risposta alla domanda: “Quanto pesano in termini di importanza le competenze digitali nella ricerca di un giovane neolaureato?” (Fonte University2Business)

Nonostante questa consapevolezza, manca un adeguato impegno nello sviluppo delle competenze digitali sia da parte degli studenti che nelle imprese stesse. La maggioranza dei ragazzi (il 53%) conosce Internet e i social media come semplice utilizzatore, solo il 12% gestisce un proprio blog o un sito web e appena il 9% ha competenze di digital marketing.

Anche  le nuove professioni del digitale e del web sono conosciute solo da un’esigua minoranza: solo il 25% sa cosa fa un Social Media Specialist, il 34% conosce il ruolo di Seo Specialist e il 38% sa esattamente chi è un Data Scientist. È importante sottolineare, a tal proposito, che per la maggior parte degli studenti italiani l’apprendimento delle competenze digitali non avviene all’università: un dato che conferma ancora una volta che il mondo dell’Istruzione italiana ha un’approccio knowledge oriented e non uno skilled oriented. Le fonti principali per sviluppare le digital skill risultano essere, quindi, per il 60% la Rete e per il 32% gli amici.

Risposta alla domanda: “Quali competenze digitali possiedi?” (Fonte University2Business)

Per quanto riguarda invece le “esperienze imprenditoriali”, esse sono considerate dal 67% degli studenti importanti nella ricerca del lavoro ma solo pochi le possiedono. La maggioranza degli studenti (70%) non ha mai pensato di avviare una propria attività; solo il 12% ha avviato o sta per avviare una startup; l’11% afferma di aver avuto almeno un’idea di business. L’Università per il 35% degli studenti è stata identificata come il luogo in cui sviluppare queste competenze; il 33% ha utilizzato la Rete; il 31% ha dei corsi al di fuori dell’Università. Dal punto di vista degli HR manager le competenze imprenditoriali  sono meno strategiche (il 43% le ritiene non importanti).

Gli studenti italiani e il digitale: gap geografici e di genere

La ricerca realizzata da University2Business mostra un notevole gap di genere. Le studentesse, infatti, risultano essere meno preparate dei colleghi maschi: quasi il 60% dichiara di non avere competenze digitali specifiche, contro il 45% dei maschi; solo il 20% sa programmare o sta imparando, contro il 43% maschile. Inoltre, il 78% delle ragazze non ha mai pensato di avviare una propria attività e solo il 6% ne lancerà una nei prossimi mesi.

Il gap da colmare, comunque, non è solo quello di genere ma anche quello geografico. Indagando, ad esempio, il grado di conoscenza degli studenti di tematiche di grande portata sociale, come la sharing economy ad esempio, c’è stata una risposta positiva da parte del 43% degli studenti del Nord, contro il 35% di quelli del Sud. Stessa differenza si registra per le esperienze imprenditoriali: il 78% degli studenti meridionali dichiara di non aver mai pensato di lanciare la propria statup contro il 63% degli studenti del Nord.

In generale, i dati che emergono dalla ricerca evidenziano le luci ed ombre della diffusione delle competenze digitali e imprenditoriali tra gli studenti italiani. Lo scenario fotografato dà l’impressione che oggi la cultura digitale e imprenditoriale sia considerata anche in molte imprese come un valore aggiunto e non come un requisito fondamentale. La veloce trasformazione richiede, invece, sforzo comune tra studenti, scuola e lavoro, per costruire percorsi di formazione capaci di far sviluppare competenze a 360° e dare l’opportunità ai lavoratori di domani di competere ad armi pari con gli altri talenti europei.

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